Non bastasse il fronte catanese, che per le Europee continua a richiedere a gran voce la presenza in lista di Giovanni La Via, in Forza Italia si registra un’altra fronda. Innescata dalla presenza “clandestina” del vice presidente della Regione, Gaetano Armao, e della moglie deputata alla Camera, Giusi Bartolozzi, alla convention del candidato sindaco leghista di Gela: Giuseppe Spata. Mentre il partito fa quadrato attorno a Lucio Greco, a capo di liste civiche col sostegno ufficiale dei forzisti di Michele Mancuso, l’unico deputato regionale in rappresentanza del territorio nisseno, a Gela Armao e consorte si smarcano. Per tifare Lega. Un accostamento reso innaturale anche dall’impossibile convivenza (politica) fra Gianfranco Micciché e Matteo Salvini, che nei mesi scorsi è sfociata in una battaglia verbale senza precedenti sul caso migranti.

Mancuso stavolta non ne ha potuto fare a meno. E ha segnalato l’anomalia a Gianfranco Micciché (che per ora non commenta): “Io farò comunque un appello al mio coordinatore regionale per dire che il buon Armao sarà anche il miglior assessore al mondo, e non lo è, ma certamente non può essere rappresentativo di Forza Italia. Io per primo, da componente della commissione Bilancio, non posso più fidarmi e affidarmi a uno che in tre giorni ha tradito in tutto ciò che ha fatto”.

Il riferimento è alla mancata firma di Armao e Bartolozzi su quel documento con cui tredici parlamentari chiedono a Berlusconi di candidare Milazzo alle Europee?

“Esattamente. Meno di quarantott’ore fa tredici deputati hanno espresso una linea di partito che lui e lei non hanno condiviso. Abbiamo chiesto la candidatura di un uomo espressione della vera Forza Italia in Sicilia. Che si rifà non tanto alla persona del coordinatore regionale – io sono un miccicheiano e non fatico ad ammetterlo – quanto alla Forza Italia di oggi. Che pur non avendo il 40% dei momenti di gloria, in proporzione è più forte che in passato: abbiamo quattro assessori, il presidente dell’Ars, tredici deputati, diversi sindaci… Come possono Armao e la Bartolozzi non condividere una linea di partito dettata dalla forza dei numeri? Se non lo fai vuol dire che sei contro. Da qui nasce il mio ragionamento”.

Poi c’è la questione Gela, dove risulta incomprensibile il sostegno a un leghista.

“Se a partecipare alla convention del candidato della Lega fosse stata solo la Bartolozzi, poteva andarmi bene. E’ una cosa che aveva già dichiarato, ma aveva anche detto di essere in linea con il partito nazionale, disconoscendo che Forza Italia non è alleato della Lega. Quello che mi è dispiaciuto fortemente, però, è l’elemento politico. Io sono il coordinatore provinciale di Forza Italia, quello che il partito in questa provincia l’ha fatto nascere dal nulla assieme a Miccichè. E vedere un assessore che si dice di Forza Italia, seduto in prima fila a battere le mani a un altro candidato, non mi ha fatto piacere”.

Neanche Greco è candidato di Forza Italia. Gli Armao si giustificano dicendo che il partito va diviso e ognuno può appioggiare chi vuole…

“Il candidato Lucio Greco, che rappresenta delle liste civiche, è stato candidato con Forza Italia, è stato uno dei grandi elettori della Bartolozzi alle ultime Politiche a Gela, e si aspettava di essere ricambiato. Cosa che non è avvenuta. C’è di più. L’onorevole Pagano, che di mestiere fa il sottosegretario leghista, aveva detto che in Sicilia si sarebbero alleati con chiunque, anche con l’estrema sinistra, ma non con Forza Italia. Né con Micciché né con Mancuso. Per questo andava escluso a priori”.

Insomma, gli Armao avrebbero rinnegato le origini.

“Forse la loro è una Forza Italia immaginaria. Io sono tesserato dal ’94, loro la tessera l’hanno fatta per accettare la candidatura o la nomina ad assessore. Io Forza Italia l’ho vista crescere, nascere, vincere, perdere. Loro no. A correre i rischi maggiori sono io…”.

Perché?

“Sono l’unico deputato di centrodestra presente sul territorio, quindi immaginavo un minimo di raccordo. Non fare squadra in un momento come questo è un tratto tipico del personaggio. Cosa direbbe se io in commissione Bilancio non votassi le sue proposte in qualità di assessore? Prendersi il merito di non far vincere il candidato di Caltanissetta o di Gela, dove lui ha fatto una passeggiata in compagnia e dove si rischia il ballottaggio, sarebbe davvero deplorevole”.