Ieri, nel corso di un vertice allargato di maggioranza (presenti assessori, capigruppo all’Ars e segretari regionali dei partiti di centrodestra), il presidente della Regione Nello Musumeci ha illustrato uno schema di massima delle proposte che Palazzo d’Orleans chiederà di inserire nel Recovery Fund, ossia il mega piano d’investimento dell’Europa (legato al Covid) di cui il nostro Paese è il primo beneficiario. Sono in palio 209 miliardi, di cui una ventina – così pare – destinati alla Sicilia. Conte ha dato tempo fino al 5 novembre per formulare le proposte.

Pochi interventi, ma mirati: è questa l’idea di Musumeci, che nel documento condiviso con gli alleati ha inserito il “collegamento stabile” fra la Sicilia e la Calabria. Cioè, il Ponte sullo Stretto. Oltre al rafforzamento dell’alta velocità sulla Catania-Messina-Palermo, la realizzazione di un porto hub (a Palermo?) e un grande aeroporto intercontinentale. Sembra il libro dei sogni, ma la Regione vuole investire gran parte del denaro sulle infrastrutture. Non sono mancate, nel corso del summit, le proposte più variegate: come l’acquario di Messina, richiesto dal capogruppo all’Ars di Ora Sicilia, Luigi Genovese. Il quadro sarà più chiaro nei prossimi giorni: la giunta dovrà confezionare una proposta ufficiale da spedire a Palazzo Chigi entro il 3 novembre.

Il governo, però, si muove su un altro fronte. Musumeci, con un richiamo formale, ha fatto sapere al ministro De Micheli che “malgrado le sue assicurazioni, a distanza di oltre quattro mesi, quel Tavolo di confronto non è stato ancora convocato”. Sarebbe dovuto servire all’individuazione delle “infrastrutture di mobilità strategiche, necessarie alla Sicilia per acquisire un ruolo da protagonista nell’area del Mediterraneo”. L’impegno a istituire un momento di confronto tra governo centrale e Regione – spiega palazzo d’Orleans in una nota – era stato assunto dal titolare del dicastero di piazzale di Porta Pia, su proposta di Musumeci, in occasione dell’incontro tra i due svoltosi a Roma il 16 giugno scorso, al quale era presente anche il Ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano.

“Comprendo le sue difficoltà a far fronte a una grande mole di impegni – conclude Musumeci nella sua lettera – ma la invito a trovare modi e tempi per avviare il concordato confronto con il governo della Regione Siciliana”. In quella occasione, accompagnato dall’assessore Marco Falcone, il governatore aveva sollecitato al ministro l’esigenza di far conoscere la reale volontà del governo Conte sull’ammodernamento della rete ferroviaria, sul completamento dell’autostrada da Mazara del Vallo a Gela, sulla creazione di un porto hub per intercettare il traffico navale mercantile del Mediterraneo, sulle lentezze dei cantieri Anas e sull’inserimento in agenda del collegamento stabile sullo Stretto. Cioè molte delle opere che il governo regionale vorrebbe inserire nel Reconery Fund. Musumeci ha anche concordato con il ministro un Piano straordinario per le strade provinciali, coperto da un intervento finanziario di oltre seicento milioni di euro, con risorse regionali e statali. Da allora, però, il Tavolo romano non è stato più convocato, determinando così il sollecito del governatore siciliano.