Il centrodestra non è pronto per esprimere un’alternativa. L’assenza di Fratelli d’Italia, preannunciata da una nota di Pogliese e Cannella, ha vanificato il senso del summit di coalizione che si è tenuto venerdì a Palermo. Convocato da Micciché, al vertice hanno partecipato gli esponenti di Forza Italia, Lega (con Vincenzo Figuccia e col vice segretario regionale Anastasio Carrà) ed Mpa (con Roberto Di Mauro). Mentre il segretario regionale dell’Udc, Decio Terrana, si è collegato da remoto. Non abbastanza per definire il dopo-Musumeci.

L’evoluzione del quadro nazionale richiede prudenza. Ma ciò non distoglie i partiti dall’intento originario: “Prendiamo atto delle dichiarazioni del Presidente Musumeci e della sua disponibilità a non riproporre la candidatura alla presidenza della Regione se la stessa risultasse divisiva della coalizione – scrivono in una nota congiunta i rappresentanti di Forza Italia, Lega, Autonomisti, Udc e Noi con l’Italia -. Appare evidente che occorre andare oltre ed è per questo che, come segretari regionali dei partiti presenti in Ars, siamo pronti a proporre una o più ipotesi di candidature che nascano dal territorio e che sappiano dialogare coi partiti e coi deputati dell’Ars e a coinvolgere nuove formazioni politiche e civiche. Invitiamo FdI a partecipare alla individuazione del candidato auspicabilmente condiviso da tutti”.

Quello che sarebbe dovuto emergere dall’incontro era il nome di un candidato “condiviso” che molti della coalizione avrebbero già individuato nell’europarlamentare Raffaele Stancanelli. Ma è proprio il partito di Stancanelli, che ha promesso a Musumeci di sposare la sua causa fin dove sarà possibile, a rimanere ermetico. “Non sederemo con Micciché finché continua a usare un linguaggio inaccettabile nei confronti del presidente della Regione che peraltro ha tuttora la fiducia e l’appoggio anche di assessori azzurri – hanno scritto in una nota Salvo Pogliese e Giampiero Cannella, i due coordinatori regionali di FdI -. È ancora più incomprensibile e priva di firme visibili la affermazione secondo cui Musumeci sia divisivo. Di sicuro non lo è dell’elettorato. Auspichiamo che non si cerchino fughe in avanti figlie di una evidente debolezza di argomenti”.

La Russa spera ancora di chiudere su Nello al tavolo del centrodestra, che già mercoledì dovrebbe affrontare il caso spinoso della Sicilia. Salvini e Berlusconi non sembrano disponibili a trattare. Ma in questa fase prevalgono i silenzi e la strategia. Una è messa in atto da Musumeci, che sceglierà di dimettersi – e permettere così l’election day – solo dopo aver incassato un sì per la propria ricandidatura.