Agrigento e la Sicilia piangono, a 89 anni, la scomparsa di Pippo Flora, il “maestro di tutti”, che seppe dividere la sua vita fra la professione di agronomo e un’immensa passione per tutte le forme d’arte. La musica in particolare. Flora, fra le altre cose, è stato anche sovrintendente del Teatro Pirandello per 12 anni. E ha posto la firma sulle musiche de ‘I promessi sposi’, la trasposizione teatrale di Michele Guardì che nel 2010 portò a San Siro, lo stadio di Milano, ventimila spettatori entusiasti. Ed è proprio Guardì, autore de ‘I Fatti Vostri’, a offrirci lo spaccato di una vita meravigliosa, sempre al servizio dei più giovani: “Pippo Flora non badava agli affari o agli interessi, ma alla bellezza dell’arte – racconta il regista televisivo, originario di Casteltermini (Ag) – Il nostro rapporto nasce quando, appena laureato, arrivai ad Agrigento. Io avevo già delle attitudini teatrali, lui per i giovani artisti era una specie di ‘protettore’. Per anni e per generazioni ha insegnato a cantare, ha partecipato a cori, ha tenuto a battesimo spettacoli. E’ stato un autentico pigmalione. E’ stato lui a formare il primo quartetto vocale italiano dopo i Cetra, dentro il quale c’era un giovane cantante agrigentino che si chiamava Tony Cucchiara. Fu Pippo a instradarlo verso la musica leggera”.

“Nel mio caso – prosegue Guardì – è stato qualcosa più di un parente. Un fratello ‘vero’. Nonostante fossi più giovane, e lui era già sposato, mi ospitò a casa più volte. Quando non riuscivo a raggiungerlo a pranzo, ne era molto dispiaciuto. Mi mancherà la sua straordinaria generosità: le nostre famiglie hanno passato insieme estati intere; c’era un’affinità di intenti e di piaceri che ci metteva nelle condizioni – non appena tornavo in città – di vederci almeno una volta al giorno”.  La carriera di entrambi è scolpita da questa collaborazione (e frequentazione) duratura: “Abbiamo percorso quella strada che, da Agrigento, ci ha permesso di fare il primo cabaret siciliano di una certa importanza – si chiamava ‘Il Municipio’ – del quale lui curava le musiche, mentre io con mio cugino Enzo Di Pisa i testi. Da lì partì un’avventura che si spostò alla radio regionale della Rai – non esistevano ancora quelle locali – e poi ci siamo sempre tenuti in contatto fin quando, da una sua proposta, ho scritto i testi della trasposizione teatrale dei ‘Promessi Sposi’ del Manzoni”.

“E’ diventato il musical italiano più importante degli ultimi dieci anni – ricorda Guardì -. Lo abbiamo portato, con enorme successo e collezionando sold-out, in tutti i teatri italiani. La gente rimaneva affascinata dalla messa in scena clamorosa, ma soprattutto dalla bellezza delle musiche. Era stato lui a scriverle”. L’appuntamento più prestigioso, il 18 giugno 2010, nella Scala del calcio: San Siro. “Fummo accolti con venti minuti d’applausi alla fine della prima rappresentazione. Roba che neanche a Broadway”, sospira Guardì. Mentre il dolce profumo dei ricordi gli solletica la memoria e lo fa sorridere. Che fortuna avere incontrato uno così.