Tuccio D’Urso, l’ex dirigente generale del dipartimento Energia, apprezzatissimo da Musumeci, è già tornato in pista. Il burocrate-modello, dopo aver messo in riga i dipendenti del suo dipartimento (posticipando le ferie a dopo Ferragosto) ed essere stato “cacciato” dall’Ars (che ha bocciato, col voto segreto, una norma ad hoc per farlo rimanere in servizio altri tre anni), è andato in pensione il 30 agosto. Ma come racconta Mario Barresi su “La Sicilia”, ha già un nuovo datore di lavoro: si tratta di Matteo Salvini. Nelle scorse settimane, grazie ai frequenti contatti con Fabio Cantarella, vice segretario del Carroccio nell’Isola e assessore comunale a Catania, D’Urso è volato a Roma per incontrare il senatore Stefano Candiani, segretario regionale del partito. Il quale lo ha accompagnato nella stanza del “capitano” per un colloquio breve ma intenso.

Sarà subito messo alla prova da esperto d’area: D’Urso infatti si occuperà dell’organizzazione di una tavola rotonda sull’Energia in occasione della tre giorni che la Lega terrà a Catania alla vigilia del processo a Matteo Salvini sul caso Gregoretti. “Ci aspettiamo molto da lui – riferisce una fonte del Carroccio al quotidiano –. E’ un uomo del fare che incarna molti degli ideali che vogliamo diffondere anche in Sicilia quando andremo al governo della Regione”. D’Urso entra da “tecnico”, quasi in punta di piedi. Ma non disdegnerebbe, in futuro, un incarico politico: come quello di assessore alla Regione.

Ha già fatto qualche esperimento in passato: nel 2006 si candidò con l’Udc di Totò Cuffaro, ottenendo 2.400 voti nel collegio di Catania. Ha operato da braccio destro dell’ex sindaco Scapagnini, con la delega all’emergenza traffico. E si è candidato persino a sindaco della città etnea, ottenendo un risultato modesto (appena 378 preferenze) nel 2013. Ma per la politica non è mai troppo tardi.