I 700 campi da calcio – il “metro” utilizzato da Faraone non appena si accorse del censimento delle discariche non bonificate sul sito della Regione – potrebbero moltiplicarsi. La bomba ambientale è pronta a esplodere e il segretario regionale del Pd, da mesi impegnato a perlustrare palmo e palmo le schifezze dell’Isola, è testimone dello scempio. Dal giorno della sua proclamazione (che molti gli contestano) non è rimasto blindato nella sede di via Bentivegna (che pure ha provveduto a riaprire). E’ on the road, perennemente sul campo. A segnalare le malefatte di una terra che non conosce risorgimento: dai siti archeologici in perenne abbandono, passando per le discariche – abbandonate anch’esse – ma che, a differenza dei primi, rischiano di contaminare le acque e intaccare i prodotti che finiscono sulla tavola. “Trent’anni fa, quando la differenziata non esisteva, i Comuni facevano un buco e ci mettevano dentro di tutto – debutta Faraone –. In questi posti ci sono i rifiuti delle famiglie dell’epoca, che oggi non sono neanche più in commercio. La situazione si è cristallizzata e io lo trovo inquietante”.

Il governo Musumeci ha annunciato un piano da 100 milioni di euro per il risanamento delle aree inquinate dai rifiuti urbani e industriali: 35 di essi sono destinati alle discariche non bonificate, quelle per cui Faraone ha consumato la batteria del suo smartphone a furia di riprendere. “Stanno barando – è la replica del segretario regionale del Partito Democratico – Non hanno messo in campo un piano operativo in virtù delle mie segnalazioni. Lo hanno fatto per mettersi al riparo da eventuali accertamenti di responsabilità. Ma io lunedì vado in Procura e denuncio tutto”.

Questi 100 milioni le sanno di fuffa?

“Questi hanno dato in pasto ad alcuni giornali la storiella del censimento e del piano. Ma il censimento esiste dal 2016 ed è consultabile sul sito della Regione. Mentre i finanziamenti erano stati messi a disposizione dal Patto per la Sicilia sottoscritto dal governo Renzi. Fondi destinati alla bonifica delle discariche che la Sicilia non ha mai speso”.

Perché?

“I comuni non hanno i soldi per fare i progetti, la Regione non li assiste. Se ne fregano, non considerano le discariche una priorità, dato che sono nascoste e lontane dai centri abitati. I cittadini danno per scontato che siano chiuse da anni. E invece sono ancora lì. Il governo Musumeci mente sapendo di mentire. Tirano fuori il piano per farci credere che sanno delle discariche e se ne stanno occupando. Ma non l’hanno mai fatto”.

Adesso hanno preso pubblicamente un impegno. Sarà la volta buona?

“Lunedì vado nelle procure di tutte le province interessate a presentare un esposto contro ignoti. Saranno loro ad accertare le responsabilità. Questo strumento è l’unico che può funzionare dato che il governo nazionale e quello regionale non ci sentono. Non sono servite le denunce politiche, non sono bastate le testimonianze video. Io sono andato a verificare la situazione di persona, abbiamo fatto percorsi allucinanti per arrivare al percolato, perché non esistevano sentieri battuti. Sono posti abbandonati da anni. Ma io li ho visti, esistono. Non è una leggenda metropolitana”.

Qual è la situazione più raccapricciante in cui si è imbattuto?

“Nelle discariche di Caccamo e Camporeale. A Caccamo ho visto il percolato finire nel torrente che poi conduce al lago San Leonardo, da cui si tira fuori l’acqua per usi civici e potabili. A Camporeale è più o meno uguale. Nella migliore delle ipotesi si infiltra nelle falde, ma quando va peggio confluisce nei torrenti. E nessuno reagisce. E’ come se stessimo parlando del nulla”.

Teme che in Sicilia possa esplodere una bomba ecologica?

“Assolutamente sì. Se mettiamo insieme le discariche non bonificate, quelle abusive, il fatto che ci sono rimaste sette bandiere blu rispetto alle 190 a livello nazionale, che buona parte del nostro mare non è balneabile per l’assenza di impianti funzionanti di depurazione, ci accorgiamo di essere in una situazione di allarme”.

Qualcuno, ricollegandosi all’inchiesta sui siti archeologici non fruibili, non si spiega perché Faraone di questi temi non abbia parlato prima. Ad esempio ai tempi del governo Crocetta…

“Io ricordo a Musumeci, e a tutti quelli che avrebbero dovuto fare opposizione nei cinque anni di Crocetta, che ho fatto molto più casino io di loro. Se ne stavano zitti e senza muovere un dito. Erano supini e consociativi rispetto a tutto ciò che avveniva a quel tempo. Io ero nella coalizione di Crocetta, ma sono stato un pungolo costante. Cos’altro avrei dovuto fare… Parlai anche delle discariche: ricordo di aver girato un video per segnalare la presenza di una discarica a cielo aperto a Palermo, ho denunciato la gestione non positiva dei rifiuti. E proposi di affiancare alla raccolta differenziata – che difficilmente si può spingere oltre il 60% – degli impianti di termovalorizzazione a zero emissioni, di quelli non inquinanti. In Europa sono considerate inquinanti le discariche. Dal governo Crocetta mi è stato detto no. Io, però, ho sempre avuto una linea coerente e continuo ad averla anche oggi”.

Musumeci s’è arrabbiato, più che altro, quando lei ha mostrato le erbacce che avvolgono il Castello di Eurialo, a Siracusa. E ha annunciato un piano per la fruizione dei beni di interesse archeologico. Anche con quella inchiesta ha generato un provvedimento… Non si compiace?

“No, perché la risposta di Musumeci sui beni culturali è ancora più scandalosa. Mentre sulla questione che riguarda le bonifiche passerà un po’ di tempo prima degli interventi, sui siti archeologici non bisogna fare investimenti per milioni di euro. Si parla di togliere le erbacce, di manutenzione. Cosa c’entra il piano? E quest’estate cosa offriremo ai turisti? Il Castello di Eurialo o il tempio di Giove che sembrano chiusi?. La Morgantina coi mosaici ricoperti dal fango? O Megara Iblea al cui interno ci sono i cani randagi e i reperti seppelliti? Sono in arrivo un altro paio di video, girati a Marsala, in cui alcuni scavi fenici sono diventati una discarica a cielo aperto”.

Cosa farebbe per ovviare al problema?

“Musumeci dovrebbe guardare i miei video e mandare gli operai a dare una ripulita. Ci sono turisti che dopo aver consultato sul sito gli orari d’apertura di un sito, si recano in biglietteria, acquistano il ticket a 4 euro e si vedono sconsigliare l’ingresso dagli addetti. E’ incredibile che il presidente della Regione trovi un milione di euro per organizzare la fiera dei Cavalli a casa sua, a Militello, e non riesca a reperire qualche decina di migliaia di euro per togliere questo schifo”.

A proposito di bomba a orologeria. Negli ultimi giorni s’è recato a Favignana. Come ha reagito l’Isola all’affronto delle quote tonno?

“Ho toccato con mano la profonda delusione dei pescatori, del nuovo rais, degli imprenditori. Avevano fatto investimenti importanti, comprato le reti, sistemato le barche, sapevano che avrebbero fatto 80 tonnellate di pescato e poi è arrivata la mazzata. La Lega ha chiaramente favorito altre tonnare. Nonostante abbia preso in Sicilia il 20% alle ultime Europee”.

Cosa pensa di Diventerà Bellissima, il movimento del presidente Musumeci, che pensa di federarsi con Salvini?

“Musumeci è già la testa di ponte di Salvini. Sui cantieri della Palermo-Agrigento e della Agrigento-Caltanissetta, che rischiano di chiudere per colpa della Lega, ha attaccato Toninelli, che è come sparare sulla Croce Rossa, e non ha detto nulla a Salvini. Su Favignana, altra questione di competenza di un ministro leghista, Centinaio, non ha proferito parola. Qualche mese fa è andato a Pontida, dove i siciliani da sempre vengono ricoperti d’insulti. E ora, senza pudore, dice di voler diventare la costola del Carroccio. Ma questi vogliono l’autonomia rafforzata per le regioni del Nord, non aprono la Ragusa-Catania, non pensano al ponte sullo Stretto, che per me sarebbe la soluzione ideale per far arrivare l’alta velocità anche nell’Isola… Anche su questo Musumeci su questo rimane zitto”.