Quattrocentoventinove navigator, per 1.700 euro al mese (più le spese), e non sapere a cosa servono. Il Coronavirus lascia sul campo di battaglia (dell’economia) morti e feriti, ma per i tutor dei centri per l’impiego – che avrebbero dovuto fungere da cerniera tra il mondo del lavoro e i beneficiari del reddito di cittadinanza – tutto sommato va di lusso. Sono 429 quelli selezionati da Anpal e “piazzati” alla Regione siciliana, dipartimento del Lavoro, in seguito al concorsone che si è tenuto a Roma la scorsa estate. In media, uno ogni trecento percettori. Il secondo dato del Paese dopo quello della Campania (471).  Lavorano – molti di essi in smart working – negli ex uffici di collocamento.

Ma è lecito chiedersi, in un momento storico così complicato, con 140 mila siciliani in cassa integrazione in deroga, quale azienda o impresa possa garantire un contratto ai “divanisti”. Cioè a tutti coloro che beneficiano dell’assegno di stato, da settecento euro in giù, per non fare nulla. Ricordate la leggenda delle tre proposte di lavoro? In caso di rifiuto, dopo la terza chiama, sarebbe decaduto il beneficio. Il fatto è che in Sicilia la bacheca degli annunci è sempre rimasta vuota, figurarsi ora con il Covid in giro. Ai beneficiari, infatti, è stata sospesa la “condizionalità”: non bisognerà svenarsi per un lavoro dato che il mondo produttivo è in stallo.

E quindi i navigator, in teoria, potrebbero dare una mano per istruire le pratiche della Cig. Nell’orbita dei centri per l’impiego, al netto dei tutor, ci sono circa 1.700 addetti, di cui 132 lavorano alla cassa integrazione. Non bastano: alla task force – è così che è stata definita – – ne verranno aggiunti un centinaio per sveltire l’iter. E un emendamento approvato nell’ultima Legge Finanziaria prevede che, se le risorse umane non dovessero bastare, entreranno in scena pure gli ex sportellisti della Formazione, pronti a dare una mano. Sarà un lavoretto a tempo, in attesa di esaurire l’ostica incombenza. Mentre i navigator, volendo, potranno continuare a riposarsi. A 1.700 euro al mese, fino ad aprile 2021. Con la prospettiva di essere stabilizzati grazie ai bandi futuri che la Regione ha promesso di attivare as soon as possible. Questo reddito di cittadinanza ha risolto di problemi di tanti, non solo dei “divanisti” senza scrupoli.