Per ora si sa soltanto che il 25 aprile la presidente del Consiglio sarà assieme alle altre autorità dello Stato davanti all’Altare della Patria, che 112 anni or sono fu inaugurato per celebrare il re unificatore, Vittorio Emanuele II, e l’intero moto risorgimentale. Nulla si sa attorno ad eventuali, ulteriori intenzioni della Presidente Meloni, se cioè voglia accompagnare con un messaggio la sua presenza in piazza Venezia, ma una cosa è certa: da quando esiste la Festa della Liberazione – era il 22 aprile 1946 – mai un capo del governo è stato tanto atteso per quel che farà e per quel che dirà, o non dirà.

Un’ attesa alimentata da più ragioni. E’ la prima volta dal 1945 che l’Italia è guidata da una destra che discende, sia pure alla lontana, dal partito nato sulle ceneri della Repubblica Sociale Italiana. E d’altra parte negli ultimi mesi alcune esternazioni di esponenti di Fratelli d’Italia, ostili verso l’antifascismo, hanno ulteriormente caricato l’aspettativa. Su due aspetti in particolare. Sulla distanza che Meloni prenderà dall’esperienza storica del fascismo e soprattutto se sarà capace di riconoscere il valore dell’antifascismo nel ritorno alla democrazia. Continua su Huffington Post