Un’altra brusca frenata alla ricandidatura di Nello Musumeci arriva da Roma, dove i vertici siciliani della Lega (alcuni collegati via Zoom) hanno incontrato Matteo Salvini. Alla riunione, definita “concreta e operativa”, erano presenti il segretario regionale Nino Minardo, ma anche i deputati dell’Ars, l’assessore regionale ai Beni culturali Alberto Samonà, i parlamentari siciliani che fanno parte della deputazione nazionale ed europea, e alcuni sindaci. Nella nota ufficiale diramata da Salvini emerge l’intenzione di “lavorare per un centrodestra unito” e “l’impegno per affrontare e risolvere i temi che negli ultimi anni non hanno ottenuto le risposte desiderate”. Fra cui gestione dell’acqua pubblica, infrastrutture, rifiuti e sanità, sui quali viene ritenuto necessario un rilancio dell’azione di governo. Ma nel ventre del summit leghista c’è stato spazio per altri approfondimenti.

Il primo riguardava, appunto, Nello Musumeci, il quale, a microfoni spenti, viene ritenuto “non in sintonia” con l’opinione pubblica e con i partiti del centrodestra. Un candidato perdente, su cui la Lega non è più disposta a puntare. Giovedì il governatore si era detto pronto a scendere in campo: “E’ necessario che io sia sostenuto da almeno un paio di forze politiche, e mi pare che al momento queste ci siano”, aveva detto riferendosi al sostegno della Meloni. Anche se Musumeci è il primo a sapere che un centrodestra diviso “è condannato alla sconfitta”. Da Roma, però, è giunta l’ennesima fumata nera, “un secco no” che riduce al lumicino le sue possibilità di riconferma.

Nelle ultime settimane l’asse della coalizione si è spostata più dalla parte di Lega, Forza Italia e Autonomisti. Lo stesso Salvini, durante la visita palermitana di venerdì scorso, ne aveva approfittato per un faccia a faccia con Gianfranco Micciché e Raffaele Lombardo, due dei più solerti detrattori del presidente in carica. Che pertanto rimane isolato. Un discorso a parte meritano le Amministrative, di cui la Lega ha discusso alacremente anche ieri: la linea del partito è mettere a disposizione della coalizione di centrodestra dei candidati di bandiera – Francesco Scoma a Palermo e Nino Germanà a Messina – allo scopo di aprire un ragionamento che, però, deve necessariamente condurre a una sintesi.

A Palermo, nelle prossime ore, Fratelli d’Italia potrebbe confermare l’investitura per Carolina Varchi. Mentre resta in sospeso quella di Lagalla, considerato il “miglior candidato possibile” anche da parte di Micciché e di Forza Italia. Cedere alla proposta dell’Udc e accontentare Cesa significherebbe, probabilmente, aggiungere un altro tassello al partito dei No-Nello. Intanto Vincenzo Figuccia, commissario ‘uscente’ del Carroccio a Palermo, lancia un messaggio alla Meloni: “Deve scendere dal piedistallo, non può avere Carolina Varchi candidata sindaco a Palermo e Nello Musumeci candidato presidente della Regione”. Intesi?