E’ una storia di pizzini, di patacche, di fango, di infamie, di sospetti, di cialtronate, di calunnie e di mille altri ingredienti molto maleodoranti che da anni arricchiscono le pagine quotidiane del circo mediatico italiano. Ma lo scandalo dei verbali segreti o dei verbali patacca contenenti le deposizioni dell’avvocato siciliano Piero Amara, consegnati un anno fa da un pm della procura di Milano all’allora consigliere del Csm Piercamillo Davigo e finiti successivamente sulla scrivania del consigliere del Csm Nino Di Matteo e su quella di alcuni giornalisti italiani, è qualcosa di molto più importante di un piccolo e casuale incendio al di là del fiume. Ed è qualcosa che contribuisce a rafforzare l’idea che la giustizia italiana sia sempre di più simile alla famosa “Lotteria a Babilonia” descritta da Jorge Luis Borges, all’interno della quale i possessori di un biglietto ricevevano premi oppure punizioni sulla base di un criterio molto semplice: il caso assoluto. Continua su ilfoglio.it