Rovinare tutto con una foto. Anche se il fine di Maurizio Pascucci, candidato “diseredato” del Movimento 5 Stelle a Corleone, era più alto. Parlare in questa campagna elettorale coi parenti dei mafiosi. Con quelli puliti, con quelli incensurati, che non vanno condannati a prescindere. Non per il cognome che portano o per i legami di sangue. Era uno strumento di campagna elettorale come tanti, Forse un po’ azzardato. Che però, spiega Pascucci votando il sacco in un’intervista a Italpress, era stato concordato coi parlamentari grillini del territorio: da Mario Giarrusso, la cui prima reazione sarà quella di licenziarlo da assistente parlamentare, a Piera Aiello, passando per Giuseppe Chiazzese e Roberta Alaimo, entrambi del Corleonese. “Anche se Di Maio fosse venuto al comizio il risultato non sarebbe cambiato” afferma l’ex candidato sindaco, che attende il pronunciamento dei probiviri sulla sua espulsione. E mostra un video girato dieci giorni fa, in cui annuncia di essere stato in un bar a parlare col congiunto di un boss: “Perché i familiari e gli amici di scuola dei mafiosi non sono condannati anche loro, possono prendere le distanze”. In quelle immagini, postate su Facebook, compaiono tutti i deputati di cui sopra, ad eccezione della Alaimo. E applaudono. Nel giro di qualche giorno gli volteranno le spalle, per salire sul carro di Di Maio che annuncia espulsione e mancata partecipazione al comizio in un colpo solo: “Probabilmente – conclude Pascucci – prevale il rispetto nei confronti del capo che prende le decisioni”.