La nascita di Italia Viva, la nuova creatura di Matteo Renzi, ha creato ulteriore scompiglio nei salotti di Forza Italia, che ancora s’interroga su come uscire da una crisi endemica che l’ha fatta precipitare al 7% nei sondaggi. Anche il partito di Berlusconi, quello del leader indiscusso, si è scaglionato in correnti. La più consistente è nata al Sud e porta la firma di Mara Carfagna. A lei e Giovanni Toti, poi fuoriuscito, era stato assegnato il compito (naufragato) di parlare coi territori e ricomporre la questione. In settimana i gruppi di Camera e Senato si sono riuniti. A Montecitorio è anche stato firmato un documento d’intenti, cosa che non si è ritenuto dover replicare a palazzo Madama. Ma sempre in settimana la Carfagna ha organizzato una cena romana coi compagni di “corrente”, che ha costretto lo stesso Berlusconi a intervenire: con una telefonata alla vice-presidente della Camera, infatti, il Cav. ha chiesto di smentire qualsiasi ipotesi di ammutinamento. Italia Viva non sembra essere entrata nelle carni degli scontenti – c’è una sola adesione da parte di una ex senatrice forzista – ma il nodo resta l’alleanza con la Lega, che molti parlamentari del Sud a stento sopportano. Eppure, soprattutto in questa fase, un abbandono della coalizione non pare all’ordine del giorno. Con buona pace di Carfagna e soci.