“Con tutto il rispetto per il governo nazionale, riteniamo di avere diritto a disciplinare su alcune materie le misure che i presidenti di Regione possono adottare. Misure che finora sono state restrittive e che potrebbero essere estensive”. Lo ha detto il presidente Nello Musumeci, durante il dibattito sull’attuazione della Finanziaria regionale, all’Ars. “Questa sera (ieri, per chi legge, ndr) il governo regionale si riunirà per adottare un disegno di legge che richiami nella forma e nella sostanza la legge già adottata e approvata dal governo centrale per la Provincia autonoma di Bolzano – ha affermato Musumeci -. Mi auguro che su questo tema si possa trovare la condivisione del Parlamento. In particolare mi riferisco a deroghe per materie che riguardano i beni culturali e alcune attività legate al turismo”. Ma anche ai locali commerciali. “In Sicilia – ha detto ancora Musumeci – se uno entra al ristorante alle 19.30 gli fanno il Tso. Noi chiedevamo di adattare le norme alle abitudini della nostra terra”.

Musumeci ha parlato anche dei tempi di attuazione della Finanziaria. Oggi soltanto 30 milioni (su 1,4 miliardi) sono stati erogati. Il presidente ha ripercorso le varie tappe, a partire dal 14 maggio, giorno della pubblicazione in Gazzetta ufficiale della Legge di Stabilità: “Abbiamo dovuto attendere 60 giorni per la scadenza del termine per l’impugnativa da parte del Consiglio dei Ministri – si è giustificato Musumeci -. Ma nel frattempo non siamo rimasti con le mani in mani”. Ricordando che la riprogrammazione delle risorse extraregionali era “limitata alle risorse libere da atti giuridicamente vincolanti o prive di graduatoria di assegnazione, e fatti salvi i procedimenti in fase di istruttoria”, Musumeci ha spiegato di aver concordato con le parti una rimodulazione in due fasi: “Una prima, per 400 milioni di euro, relativa alla riprogrammazione che riguarda le iniziative Covid 19; una seconda, più ampia, che recepirà i contenuti dell’accordo Stato-Regione, da definire nelle prossime settimane”.

Il primo documento, relativo alla delibera da 400 milioni, è stato esitato dalla commissione Europea il 18 settembre. Solo ieri, con deliberazione della giunta, il governo invece ha apprezzato “la proposta di riprogrammazione dei fondi Fsc (fondo sviluppo e coesione) per un totale di 569 milioni di euro a ulteriore copertura finanziaria degli interventi di contrasto agli effetti della pandemia. E’ in via di definizione – ha spiegato Musumeci – l’istruttoria relativa alla riprogrammazione di queste risorse, al fine di addivenire alla stipula dell’accordo Stato-Regione”. “Non sono somme robuste – ha concluso Musumeci – ma il denaro non si inventa. E’ quello che abbiamo trovato in cassaforte. Non sono cifre esorbitanti ma meglio di altre regioni”. Sui tempi, chissà.

Italia Viva, d’accordo con Musumeci, presenta un ordine del giorno

“La lenta ripresa delle attività economiche che faticosamente, dopo il lockdown primaverile, stavano cominciando a rivedere finalmente la luce oggi non può essere nuovamente messa in discussione da un provvedimento ancora più grave e devastante, considerato il rilievo economico ed occupazionale dei comparti interessati in Sicilia, nonché la pregressa condizione di difficoltà del tessuto sociale ed imprenditoriale della regione”. Ad intervenire è l’On. Giovanni Cafeo che insieme ai deputati del gruppo Italia Viva ha presentato oggi un Ordine del Giorno urgente all’ARS. “Con questo OdG, sulla stregua di quanto avvenuto per la Provincia Autonoma di Bolzano e considerando anche i tassi di contagio oggettivamente minori rispetto ad altre realtà italiane, impegniamo il governo regionale a valutare l’impugnazione di fronte alle competenti giurisdizioni delle previsioni del DPCM 24 ottobre 2020, anche a difesa delle prerogative statutarie – conclude l’On. Cafeo – nonché ad assumere ogni ulteriore iniziativa nei confronti del governo nazionale affinché vengano riconsiderate le disposizioni assunte, a tutela dell’occupazione, delle imprese e della tenuta del tessuto sociale ed economico della Sicilia”.

Lupo (Pd): Musumeci si è convertito al negazionismo

“Dopo avere chiuso lo Stretto di Messina in primavera, quando la Sicilia aveva 100 nuovi contagi al giorno; dichiarato, tre giorni fa, il coprifuoco dalle 23 alle 5; e avere totalmente sospeso la didattica in presenza nelle scuole secondarie, oggi Musumeci si iscrive alla ‘corrente dei negazionisti’, annunciando un Disegno di legge per l’apertura delle attività economiche in deroga al DPCM nazionale, quando i nuovi contagi in Sicilia sono 860, cioè cinque volte quelli del ‘picco’ massimo di marzo ed i pazienti Covid ricoverati in terapia intensiva sono oltre 100. Una scelta irresponsabile che espone a rischio la salute dei siciliani e la Sicilia al rischio lockdown”. Così Giuseppe Lupo capogruppo del Pd ha risposto, intervenendo in aula all’Ars, alle dichiarazioni fatte dal presidente della Regione. “Musumeci si metta d’accordo con se stesso, smetta di cavalcare l’onda del populismo e si concentri piuttosto su cose urgenti per la sanità come, ad esempio, la riorganizzazione delle terapie intensive e sub intensive già prevista a giugno scorso”.