Al via la procedura per la realizzazione dei termoutilizzatori in Sicilia. Già, al plurale. Nonostante le dichiarazioni di Musumeci qualche giorno fa in conferenza stampa (“Intanto partiamo con uno, poi si vedrà“), il dipartimento regionale Acqua e rifiuti ha pubblicato sul proprio sito (e a giorni lo sarà anche sulla Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana e su quella comunitaria) l’Avviso per l’affidamento in concessione della “progettazione, costruzione e successiva gestione fino a due impianti per il recupero energetico da rifiuti non pericolosi”. I termoutilizzatori dovranno avere, ciascuno, una capacità di trattamento da 350 a 450 mila tonnellate all’anno di rifiuti indifferenziabili e saranno situati: uno in Sicilia occidentale (nelle province di Agrigento, Caltanissetta, Palermo o Trapani) e l’altro nella zona orientale (Catania, Enna, Messina, Ragusa e Siracusa).

L’iter seguito è quello della finanza di progetto, pertanto le risorse dovranno essere messe a disposizione dalla società aggiudicataria, che dovrà anche gestire l’impianto in concessione. Gli operatori economici interessati all’avviso pubblico, firmato dal dirigente generale del dipartimento Calogero Foti, dovranno inviare la documentazione entro novanta giorni. «Con questa scelta, condivisa da diverse Srr – commenta il governatore – apriamo una nuova stagione che consentirà alla Sicilia di liberarsi finalmente dalla schiavitù delle discariche e allinearsi alle più avanzate Regioni del Nord. Nel frattempo, dobbiamo lavorare per finanziare i nuovi impianti che i Comuni vorranno programmare e per incrementare la raccolta differenziata, già passata dal 20 al 42 per cento».

Il progetto ha già incontrato la resistenza del Movimento 5 Stelle. Tra i primi commenti, quello del deputato Nuccio Di Paola: “Sono curioso di scoprire se e dove verranno localizzati gli inceneritori. Povera terra mia. PS: chiamiamoli anche in modo nuovo (termoutilizzatori) ma la sostanza non cambia bruciano rifiuti”. “Apprendiamo, ormai quasi senza stupore, della ridicola idea del governo regionale di costruire uno o più inceneritori – gli fanno eco i colleghi Trizzino e Campo -. A quanto sembra, nella zona di Catania e nel cuore della Sicilia, forse a Caltanissetta. Idea ridicole e pure illegittima. Tra l’altro Musumeci si contraddice pure: dice di essere contro i privati, ma alla fine gli inceneritori saranno costruiti e, probabilmente, pure gestiti da privati. Chi beneficerà di tutto questo?”

“Chi conosce la materia – sostengono i due componenti della commissione Ambiente all’Ars – sa che la gestione dei rifiuti deve partire dalle politiche sulla riduzione, sul recupero e sul riciclo, e solo alla fine, per il residuo, si pensa alle discariche o agli inceneritori. Invertire questo percorso non solo è anacronistico, ma è illegittimo perché espone la Regione alle procedure di infrazione europee. Però ci rendiamo conto certe informazioni non sono arrivate a Palazzo D’Orleans, dove si ragiona di gestione dei rifiuti come negli anni ’80. Tutte le città che in passato hanno adoperato o continuano ad adoperare la termovalorizzazione per il residuo – dicono – hanno fatto partire il conto alla rovescia per la dismissione degli impianti. Un termovalorizzatore ha bisogno di combustibile per alimentare i forni, altrimenti non raggiunge il potere calorifero che ne garantisce il funzionamento a regime. In altri termini ha bisogno di materiali come la plastica, il legno e la carta. Tutti materiali che oggi, per disposizioni di direttive non possono più finire nei forni, perché vi è l’obbligo di recuperarli”.

“Allora – conclude Trizzino – se non possiamo alimentare il termovalorizzatore e se proprio vogliamo costruire mega impianti che superano la portata dell’ambito ottimale, perché concentrarsi su questa tecnologia quando ormai esistono sistemi innovativi che addirittura senza l’impiego della raccolta differenziata riescono a separare e recuperare le frazioni merceologiche? Perché non concentrarsi ad esempio su altre tecnologie? Ma anche volendo, per assurdo, accettare l’idea degli inceneritori, Musumeci non può calarli così dall’alto. Non funziona così. Non si può giocare con le leggi, ci sono delle regole da rispettare. Se vuole costruire inceneritori al posto delle discariche, deve riscrivere daccapo il piano dei rifiuti, sottoporlo nuovamente al Parlamento e soltanto dopo che tutto l’iter sarà concluso potrà presentare il bando per i termovalorizzatori. Prima di allora qualsiasi altra determinazione è da considerarsi illegittima”.