“Non c’è buon ragionamento che sembri tale quando è troppo lungo…”
(Miguel De Cervantes)

Cercherò di rendervi un ragionamento davvero breve su ciò che è accaduto davanti ai miei occhi questa mattina.

Ho la fortuna – e la sfortuna – di abitare proprio al centro della città di Palermo.

La via è quella che porta il nome di uno statista piemontese, tale Camillo Benso Conte di Cavour, uno che voleva cambiare l’Italia.

Paradosso della Storia e della toponomastica, quella via è la metafora sublime delle contraddizioni del nostro Paese: un immenso, infinito caos diuturno e notturno.

Vi si affollano posteggiatori abusivi di ogni sorta (ne ho contati dieci in un solo giorno) e moto che sfrecciano a velocità da autodromo di Monza.

I marciapiedi sono in uno stato pietoso coperti da escrementi di animali, gli alberi mai potati, le strisce pedonali inesistenti.

Mi fermerò qui per carità di patria (anche se la patria non dovrebbe mai violentare i diritti dei cittadini…).

Ebbene, questa mattina – d’incanto – uscendo dal portone mi accorgevo che la via si era trasformata in un boulevard pulito e ordinato. Un vero miracolo! Anzi, una vera normalità.

Cosa poteva avere indotto l’amministrazione a “fare il miracolo”?

La risposta nella sua semplicità era lì, proprio davanti ai miei occhi.

La via era stata ripulita solo e soltanto per una occasione celebrativa.

Si ricordava l’assassinio del Procuratore Costa, barbaramente ucciso in un contesto giudiziario mai del tutto chiarito.

Politici ed amministratori si prostravano al ricordo, insieme ad alti militari.

Tutti silenziosi davanti alle corone d’alloro.

Questa fotografia della via Cavour, nel giorno 6 agosto 2021, racconta lo stato delle cose più di mille parole.

Una politica ed una amministrazione di facciata che non fa pallore della propria plateale ipocrisia…