Se un Festival arriva alla sua quarantaduesima edizione significa che ha saputo resistere con la capacità di rinnovarsi costantemente.

Se questo avviene in Sicilia dove spesso anche le migliori intenzioni, le più belle iniziative hanno un respiro corto, se infine sopravvive ormai da molti anni alla morte di chi vi ha dato inizio, vuol dire che la Fondazione Orestiadi con le sue iniziative si è affermata come una realtà imprenscindibile nel panorama culturale della nostra terra.

Domenica, nel corso della Marina di Libri di Palermo, abbiamo presentato il festival. Diretto da Alfio Scuderi e con la presenza di artisti di notevole valore, si conferma come il polo del contemporaneo in Sicilia, capace di attrarre l’interesse di tanta gente che a Gibellina incontra il teatro insieme ad altre iniziative nel settore delle arti visive dirette da Enzo Fiammetta e in quello della poesia. Il teatro fu voluto da Ludovico Corrao dopo il terremoto che distrusse Gibellina nel 1968 come la forma dell’arte attraverso la quale era possibile elaborare il lutto e nello stesso tempo riempire il tragico vuoto determinato da quell’evento. Occorreva impedire la perdita della memoria, era necessario dare alla comunità smarrita una cifra, una identità che in qualche modo consentisse di recuperare le ragioni della propria  continuità e della propria convivenza.

A partire dal 1982, con la riscrittura di opere classiche e con la messa in scena di performance contemporanee, la gente di Gibellina è stata aiutata a ritrovare sé stessa, a recuperare la propria tradizione secolare, a proiettare lo sguardo sul futuro che allora appariva del tutto incerto.

Il teatro è stato sempre la rappresentazione della vita ed è proprio quello che avviene a Gibellina ormai da poco meno di mezzo secolo.

Le manifestazioni di questa edizione sono dedicate ad Italo Calvino nel centenario della sua nascita, e fanno specifico riferimento alle fiabe, al sogno e all’utopia. Calvino volle evitare che le fiabe smarrissero il loro senso rimanendo solo affidate alla tradizione orale. Lo scrittore fece in modo che quella forma di cultura propria dei ceti popolari, quella attraverso la quale viene da sempre evidenziata la furbizia, l’inventiva, la capacità di sopravvivenza, quella che trasmette una forma di saggezza povera ed antica, venisse legata alla cultura per così dire alta, a quella della scrittura e della lettura.

Ricorderemo Calvino come l’anno passato abbiamo dedicato il festival a Pasolini nel centenario della sua nascita e porremo attenzione ad altri grandi autori contemporanei come Vincenzo Consolo, Dacia Maraini e Alda Merini. A dieci anni dalla sua morte riproporremo la memoria di Franco Scaldati che con la Fondazione Orestiadi ebbe un rapporto intenso e proficuo e avremo la presenza di Mimmo Paladino, l’autore della Montagna di sale, straordinaria scenografia al Baglio nel quale vengono realizzate le iniziative teatrali.

Con la direzione di Arianna Catania e in collaborazione con il Comune di Gibellina e con le Tenute Orestiadi, verrà realizzata la quarta edizione di Gibellina Photoroad, un happening di fotografi giovani e di artisti affermati a livello nazionale e internazionale che con i loro scatti hanno colto la realtà di quella terra. L’evento di maggiore rilievo sarà la mostra di Mimmo Jodice, che proprio quella ritrasse con assoluta maestria.

Presentando il programma del festival ho avuto l’opportunità, in qualità di presidente, di comunicare la prossima apertura della sede della Fondazione ad Agrigento, città capitale della cultura nel 2025, una presenza che rimarrà oltre quella scadenza, come centro di promozione nel settore delle arti visive, del teatro e della fotografia. Lo faremo in collaborazione con l’Ente parco che valorizza il più grande patrimonio archeologico del mondo e  daremo spazio alle risorse del luogo portando nuove sperimentazioni.

La Fondazione, insieme al Teatro Massimo, al Teatro Biondo, all’Orchestra Sinfonica, all’Accademia di Belle Arti e al Conservatorio, in convenzione con l’amministrazione comunale di Palermo, con il suo assessorato alla cultura, contribuirà alla riapertura dei teatri Garibaldi e Montevergini, due spazi importanti che hanno avuto nel tempo alterne vicende e che dovranno tornare ad essere centri di propagazione della cultura nella città capoluogo.

Presiedere una istituzione solida e importante come la Fondazione Orestiadi consente di svolgere una attività non solo di valore culturale ma anche politico. Quell’impegno garantisce un modo nuovo e rilevante di contribuire alla crescita civile della nostra terra.

Sarà retorica, ma posso consentirmi di correre il rischio perché non lo dico io malo disse Dostoevskij, “la bellezza salverà il mondo”. Può darsi che anche lo scrittore russo si sia lasciato prendere dall’enfasi. Può darsi che la bellezza da sola non riuscirà a salvare il mondo. Ma senza la bellezza, senza l’arte, anche quella che promuoviamo a Gibellina e in altri luoghi della Sicilia, questo nostro mondo risulterebbe più grigio di quanto in effetti sia.