I primi a presentarsi allo striscione del via sono quelli del Partito Democratico. Il segretario nazionale Nicola Zingaretti ha ufficializzato le liste per Bruxelles: nella circoscrizione Isole ci sono sette siciliani più il sardo Andrea Soddu, sindaco di Nuoro. La schiera dei primi cittadini è completata da Attilio Licciardi (Ustica) e Leonardo Ciaccio (Sambuca di Sicilia). Mentre le donne, dalle nostre parti, comandano: ci sono le uscenti Caterina Chinnici (capolista) e Michela Giuffrida, oltre all’esperta di diritto allo studio Mila Spicola e all’esperta di tematiche aerospaziali, espressione del movimento “Siamo Europei” di Calenda, Virginia Puzzolo. A completare il puzzle l’espressione più piena e autentica della società civile: Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa.

E’ un Pd nuovo, senza politici di professione. Che questa lista si sono limitati a comporla seguendo una strategia nuova, inclusiva, zingarettiana: “Chi cerca di osservarla da una lente deformata, cercando a tutti i costi un’appartenenza correntizia, fa un torto a questa gente – spiega il segretario regionale e senatore Davide Faraone – Non c’è nessun candidato legato a un’area piuttosto che a un’altra, non ci sono i ras delle preferenze. Ma personalità che rappresentano la società siciliana e lanciano dei messaggi importanti in materia di legalità, integrazione, professioni, buona amministrazione. Sarà un piacere fare campagna elettorale”.

In Sicilia vincono le donne.

“Mentre gli altri partiti si affannano nella ricerca di candidate, e solo perché c’è un obbligo di legge che lo prevede, da noi sono la maggioranza. Abbiamo fatto una scelta naturale e coerente con la nostra linea di pensiero: noi siamo per garantire la rappresentanza alle donne nelle amministrazioni comunali e per la preferenza di genere, concetti che l’Ars ha bocciato. Le due deputate uscenti sono molto in gamba: Caterina Chinnici ha fatto un gran lavoro al Parlamento europeo in tema di legalità e lotta alla mafia. La Giuffrida, invece, si è distinta nella commissione in cui ha lavorato e su temi delicati come l’agricoltura. Sono lì per meriti e perché hanno grandi potenzialità”.

E poi ci sono due sindaci. Si sono sporcati le mani in provincia e con quel bagaglio di politica “vera” ambiscono a un seggio a Bruxelles.

“Ciaccio è il sindaco di Sambuca, che è stato il “borgo dei borghi” nel 2016 e ed è un Comune che rappresenta l’eccellenza sulla raccolta differenziata, sul turismo, sulla vendita delle case a un euro. Licciardi è un altro amministratore in gamba, sindaco di Ustica, con la sua riserva naturale. Normalmente, in Sicilia, si commette l’errore di valutare le liste in base a quanti ras di preferenze hai dentro. Credo che aver puntato su temi e questioni europee che riguardano i siciliani, e su donne e uomini in gamba, pagherà positivamente”.

La strategia è chiara. Ma non crede che un ras delle preferenze – per usare una sua definizione – o un portatore di voti poteva far comodo? Non manca, forse, l’uomo forte?

“Abbiamo scelto noi di dare una connotazione diversa al concetto di “uomo forte”. Qui si parla di elezioni Europee, in cui contano di più le idee e i messaggi che riesci a far passare. Personalmente, sono convinto che i nostri otto candidati siano forti. Alcuni partiti faranno la somma di quelli che raccolgono più preferenze, senza parlare di futuro o del ruolo della Sicilia in Europa. La nostra strategia è diversa”.

Però si è detto che Zingaretti avesse chiesto direttamente a lei di fare un passo avanti e candidarsi. E’ la verità?

“Per quanto mi riguarda, c’è stata una sollecitazione per individuare delle candidature che potessero rappresentare al meglio la lista. Io sono senatore da quasi un anno, segretario regionale da qualche settimana. E ho l’obiettivo di svolgere al meglio questo lavoro”.

La candidatura di Bartolo rappresenta, invece, una piena contrapposizione alla Lega e ai due partiti di governo?

“La nostra lista, negli uomini e nelle donne, ma anche nel messaggio politico che propone, è un’alternativa netta al Movimento 5 Stelle e alla Lega, al loro populismo che spesso sfocia in razzismo. La candidatura di Bartolo ne è l’emblema. Grazie alla sua professione da medico, ha salvato un sacco di vite in mare. Uomini, donne e bambini fuggiti dai luoghi di sofferenza rischiando la morte. L’idea che Salvini possa festeggiare quando una barca carica di migranti, scappati dalla guerra o dei lager libici, torni indietro, e probabilmente negli stessi posti, per me è disumano”.

Nella campagna da segretario regionale ha detto che le sarebbe piaciuto riportare il Pd al 40% del 2014. Il prossimo 26 maggio si accontenterebbe della metà?

“In prospettiva, vogliamo tornare a essere il partito del 40%. Se ci siamo arrivati una volta, vuol dire che ci si può tornare. Ma non può essere l’obiettivo di questa tornata elettorale. Ad ogni modo, credo che il Pd si prenderà le sue soddisfazioni. Chi rischia di prendere mazzate sono la Lega e i 5 Stelle”.

A livello nazionale ci sono in lista due “bersaniani”. Questa apertura di Zingaretti a sinistra le ha fatto piacere?

“Sono dell’idea che il Pd debba riuscire a rappresentare, per raggiungere percentuali alte, quella forza politica che va da Tsipras a Macron. Questo è l’obiettivo che ci siamo dati e su questo bisogna insistere. Certo, in passato in Italia sono successe cose strane. Non è stato bello vedere alcuni componenti del nostro partito, poi andati via, brindare dopo la sconfitta al referendum istituzionale. Avremo anche sbagliato delle cose, ma per noi era una questione identitaria. C’era un partito progressista che provava a cambiare le istituzioni per rendere moderno il Paese”.

Che siate europeisti convinti lo si è capito dall’alleanza con il movimento di Calenda. Ma crede che il solito congegno degli Stati Uniti d’Europa o dell’Europa dei popoli e non delle banche, possa attecchire a Bruxelles?

“Deve attecchire. Soprattutto in un momento storico in cui alcune forze politiche prima marginali – penso anche a Lega e M5S – sono più presenti in Europa e vorrebbero smontarla. Tornando all’Europa delle regioni, a una micro-Europa che favorisca le singole nazioni a fronte di un conflitto permanente”.

Quindi siete per meno Italia in Europa?

“L’Europa funziona se da continente si confronta col Mondo: rispetto ai temi della difesa, della politica estera e così via. Se l’Europa ha fallito in questi anni è perché si è fermata nel limbo e non è andata oltre. I populisti la strapazzano e stanno cercando di far passare il messaggio – e in alcuni casi ci riescono pure – che l’Europa non funziona perché ha snaturato l’identità nazionale. E’ l’esatto contrario. Di fronte agli Stati Uniti d’America, alla Russia, alla Cina, che sono continenti immensi, noi non possiamo rapportarci come singole nazioni”.

Sul tema dell’immigrazione gli altri Paesi non sono stati molto collaborativi.

“In Africa la natalità continuerà a crescere e questo fenomeno riguarderà miliardi di persone. Lo slogan della barchetta di Salvini non potrà più contrastarlo. Su questioni del genere devi avere una politica unitaria o rischi di soccombere. Mentre noi eravamo riusciti a riunire la Germania e la Francia, ad esempio, sulla revisione del trattato di Dublino, così come a coinvolgere i paesi del Nord Africa per condividere un percorso come, questi che ci governano hanno spezzato ogni tipo di relazione. E l’Italia si ritrova sola”.

Veniamo un attimo alla Sicilia. In questi giorni ha incontrato i deputati regionali del Pd per motivi di carattere “elettorale”. Siete giunti a una tregua dopo il putiferio degli ultimi mesi?

“Ci siamo incontrati e abbiamo fatto una bellissima giornata di lavoro. Abbiamo concordato le azioni da intraprendere come gruppo d’opposizione al governo Musumeci e come impostare la campagna elettorale per le Europee. Sono convinto che dall’unità il Pd abbia solo da guadagnare”.

Anche se l’Ars non ha recepito la legge Spazzacorrotti, voi avete annunciato che chiederete ai vostri candidati per le Amministrative di pubblicare il casellario giudiziale e il curriculum vitae. Conferma?

“Assolutamente sì. La cosa incredibile è che da un lato si è operato illegittimamente non applicando la Spazzacorrotti – perché noi siamo dell’idea che non servisse nemmeno recepirla –, dall’altro, dato che tutti i parlamentari erano convinti che servisse recepirla, non l’hanno fatto comunque. Perché? E mi rivolgo soprattutto ai grillini, che hanno rilevato questa anomalia solo quando il piddino sporco e cattivo di nome Faraone l’ha denunciato. Strano per gente che sventola le manette non accorgersi di un errore così macroscopico”.