“Delatori che gettano gratuitamente discredito sulla sanità di Siracusa”, così Lucio Ficarra direttore generale della ASP di Siracusa apostrofava i dirigenti della sindacali (cioè con loro ce l’aveva, ma Ficarra è sempre un po‘ ermetico) nel comunicato del 5 aprile scorso rispondendo ad una nota del sindacato dal titolo “Pronto soccorso focolaio”. L’intervento chiedeva chiarezza su quanto affermato dal famoso “Infermiere mascherato” bollato dal direttore come “l’anonimo protagonista di un filmato per il quale ad oggi non ci sono riscontri di veridicità su quanto detto”.

Si sa come andarono le cose. L’autore è stato identificato subito de forze dell’ordine e sentito in Procura come “persona informata dei fatti”, s’è scoperto che sostanzialmente aveva pure ragione (e peraltro poi ha ricevuto il responso del tampone positivo) e quindi si sarebbe potuto aprire semmai un dibattito su chi sia stato a “gettare gratuitamente discredito sulla sanità siracusana”.

Ma dal 5 aprile a oggi è stato uno tsunami di brutte figure e autogol per i vertici ASP, di cui ormai solo Forza Italia, Gennuso e Vinciullo a Siracusa non chiedono le dimissioni, e che in un tentativo di scaricare le colpe sulla “manciatura vascia” hanno messo in ferie pre-pensionamento il direttore sanitario dell’Umberto I, sostituendolo con un triunvirato interno che s’è messo subito a lavoro producendo due documenti, uno con analisi e proposte migliorative, l’altro con i percorsi interni al nosocomio e “compiti assistenziali”.

E di lavoro ce n’è da fare. Stando ai documenti sindacali e a “radio-ospedale – la ASP non fornisce dati ufficiali sui contagi del proprio personale – ci sarebbero contaminati da Covid fra i sanitari (medici e/o infermieri) di Pronto Soccorso, Cardiologia, Geriatria, Unità Intensiva Neonatale, Neurologia, Oncologia e Diabetologia. Da qui una serie di misure per “decongestionare” l’Umberto I, mentre ovviamente resta da chiarire perché a Siracusa ci siano una trentina di operatori sanitari positivi al coronavirus, ben oltre il 20% del totale, percentuale straordinaria in considerazione che in provincia di Siracusa ci sono pochissimi contagi, un centinaio, e che quindi l’Umberto I con i suoi trenta contagiati, senza contare familiari e affini, appare il principale focolaio provinciale del virus.

Ma qualcosa dev’essere cambiato alla ASP perché evidentemente s’è deciso di dare ascolto ai “delatori che gettano discredito sulla sanità pubblica” e si cerca adesso di mettere una toppa complicatissima a quelli che, stando alle decisioni del triunvirato, appaiono errori.

Infatti nel documento prodotto sabato santo da Bordonaro, Bucolo e Capodieci si afferma che i coordinatori delle “UU.OO.CC” (Unità operative complesse) “devono sottoporre a tampone i pazienti transitati presso il pronto soccorso dell’Umberto I negli ultimi 16 gg a partire dalla data del 9 aprile a ritroso”. Cioè dal 25 marzo.

Ma non solo. Il documento dei triunviri si afferma anche che i capo sala “devono elencare le ultime dimissioni dei 15 giorni… al fine di inviarli al territorio per avviare le indagini epidemiologiche a domicilio”. Ora, al di là del dadaismo sintattico della frase, sembrerebbe che, oltre ai transitati dal pronto soccorso ancora ricoverati in ospedale, anche i dimessi dovrebbero essere raggiunti a casa e ivi “tamponati”.

Quindi tenuto conto che al pronto soccorso in media si eseguono 50 mila interventi l’anno, 130 al giorno, a spanne dovrebbero rintracciarsi e sottoporre al tampone oltre 2000 persone. E se si tiene conto che al 10 aprile i tamponi effettuati erano 2430 (fonte sito dell’ASP) in pratica i triunviri hanno chiesto di raddoppiare gli accertamenti effettuati nel siracusano dall’inizio dell’epidemia solo per verificare gli eventuali contagi avvenuti per il passaggio al pronto soccorso dell’Umberto I.

Questi provvedimenti sono certamente opportuni. Forse andavano assunti prima e soprattutto evidenziano che esiste un problema serio all’Umberto I, che è stato sottovalutato, s’è aggravato e che finalmente la dirigenza ASP, dopo aver negato anche l’evidenza con una compilation di comunicazioni stoltamente proterve, ora sta cercando di affrontare. Ammettendo e di fatto tutte le proprie responsabilità. (tratto dal blog Strummerleaks, di Toi Bianca)