Piange il quartiere di Ballarò, da Casa Professa fino all’Arco di Cutò. Piangono i disperati, i carcerati, i mutilati e pure i raccomandati. Piange il quartiere della Vucciria, da via dei Cocchieri fino al Largo Argentieri. Piangono i pompieri, i carabinieri, i brigadieri e pure Tatuccio, lo spilungone che si era arruolato nei corazzieri. Versano fiumi di lacrime i picciotti del Capo, da via Quattro Coronate fino al Monte di Pietà, dal convento di Sant’Agostino fino a Nostra Signora della Necessità. Tra lo Sperone e via Pesacannone sanguina invece il cuore dei fornai, dei materassai, dei candelai. Non trovano pace i musicanti di via Sedie Volanti, i teatranti, gli abitanti dei Quattro Canti e i camerieri dei ristoranti che si affacciano lì davanti. Volevano tutti incoronare il Bullo sindaco di Palermo. Gridavano “viva il Duce” e sono finiti contro un palo della luce.