Un’altra puntata sui vitalizi siciliani sta per essere scritta. O meglio, nella giornata di ieri, che è tornata buona per insediare la commissione ad hoc che si occuperà del taglio dei privilegi degli ex deputati, la discussione è stata rinviata a dopo le elezioni Europee. Il presidente dell’Ars Miccichè, che si è sempre dichiarato contrario alla manovra invocata da Roma e dai Cinque Stelle, durante una seduta d’aula durata pochi minuti ha annunciato l’insediamento della commissione speciale, che era già stata nominata una decina di giorni fa. Ma la presidente pro tempore Eleonora Lo Curto, data la mancanza del numero legale, ha dovuto rinviare il dibattito. Come risaputo, la questione dei vitalizi si trascina da mesi. E non è un mistero che il presidente dell’Ars da sempre osteggi la formula inventata a Roma da Fico, con una proposta di taglio passata sia alla Camera che al Senato. Miccichè si è rifiutato di recepire quella norma perché “non posso consentire il massacro sociale di persone che hanno solo la colpa di avere servito questa terra. Peraltro si farebbe un regalo ai ladri che proprio perché rubano non hanno bisogno di vitalizi”. Con la legge Fico ad alcuni ex parlamentari andrebbe un assegno mensile da 600 euro: “Se l’Ars ritiene di fare in questo modo mi sfiduci – ha detto Miccichè, che poi si è visto costretto a concedere un’apertura – Sono invece disponibile a studiare un diverso sistema di tagli, tenendo conto delle tante persone perbene che hanno dato il meglio di se stessi a questa regione”. Da qui la commissione ad hoc, ma adesso c’è anche un problema di tempistica. La Sicilia avrebbe dovuto adeguarsi al Paese entro fine maggio per non ricevere un drastico taglio dei trasferimenti (-20%) da destinare ai servizi. Ce la farà?