Lo aveva detto e sta per farlo: l’assessore alla Funzione pubblica Marco Zambuto, in questi giorni, comincerà a trattare con il Ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, una exit strategy che consenta di derogare all’accordo Stato-Regione firmato il 14 gennaio da Nello Musumeci e Giuseppe Conte, che proroga fino al 2023 il blocco delle assunzioni. La situazione, alla luce dei nuovi pensionamenti, rischia di diventare insostenibile: l’accordo raggiunto a Roma vieta i concorsi nella fascia dirigenziale e riduce al minimo quelli dei funzionari. Chi va via non può essere rimpiazzato, ma ciò costituisce un ostacolo all’attività dei burocrati (di per sé elefantiaca). Il numero dei dirigenti, fra l’altro, è sceso da poco sotto quota mille: la dotazione organica aggiornata e approvata dalla giunta indica che i dirigenti sono 896 a fronte dei 1.116 dell’anno scorso (erano 1.736 nel 2015). Mentre, tra i funzionari, se ne scontano 12.219 a fronte dei 12.577 di inizio 2020. Ma quelli realmente in servizio nell’ultima rilevazione sono 10.631. E di questi ben 4.976 sono nelle fasce A e B, le più basse.