L’attacco sferrato da Striscia la Notizia nei confronti della Regione, per i costi assai elevati degli affitti (è stata riesumata la storia del censimento fantasma realizzata da Bigotti & co.), ha lambito il nuovo centro direzionale che dovrebbe nascere a Palermo, in via La Malfa, e di cui è responsabile Tuccio D’Urso, ex dirigente generale all’Energia. Il progetto ha un costo di 425 milioni di euro: “A pochi giorni dalla conclusione della gara internazionale per la progettazione del nuovo centro direzionale, cioè da quando sarà noto il nuovo simbolo di questa amministrazione – attacca D’Urso, secondo quanto riportato da Live Sicilia – vengo fatto oggetto di due attacchi personali: il primo da parte di Striscia la Notizia con un servizio firmato dalla Petyx, il secondo dell’onorevole Marianna Caronia. In sostanza vengo ritenuto colpevole che fra qualche giorno sarà mostrato al mondo intero il nuovo volto della Regione Siciliana con un edificio che, secondo le indicazioni che da responsabile del procedimento ho dato ai progettisti, dovrà significare la storia millenaria della nostra terra proiettata nel futuro”.

“Ma perché questi attacchi? – si chiede d’Urso – E’ 1000 volte lontano dal mio pensiero ragionare che gli attacchi avvengono perché si avvicina sempre di più il giorno in cui la Regione non pagherà più affitti per 60 milioni, in parte intascati dagli anonimi possessori della maggioranza del fondo immobiliare a cui la Regione versa 40 milioni di euro di affitti l’anno, protetti dall’anonimato azionario delle Isole Cayman, e in parte da ben noti proprietari immobiliari siciliani. Ovviamente sono l’ideatore di questa straordinaria azione della buona politica e del buon governo siciliano, che l’assemblea regionale ha fatto proprio con una legge, e per il quale il Comune dovrà esprimere solo un voto consultivo”. D’Urso ripercorre in parte anche le proprie vicende personali, spiegando di aver dato “le dimissioni da responsabile del procedimento lo stesso giorno in cui il Parlamento siciliano, con voto segreto, e con i ben noti trucchetti di false votazioni, ha negato la prosecuzione del servizio a me ed ad un’altra decina di colleghi dirigenti. Forse avevo toccato fili scoperti dell’alta tensione, avviando l’amministrazione verso il taglio degli affitti, così come per il rinnovo di concessioni minerarie, così come per lo stop ad altrettante belle note speculazioni sulle autorizzazioni delle energie rinnovabili e come nel caso in specie ad un altro progetto già pronto per essere proposto come nuovo Palazzo della Regione”.

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La querela di Micciché a D’Urso

“Mi dispiace molto, ma sono costretto a querelare il direttore Tuccio D’Urso, con cui ho sempre avuto rapporti civili e cordiali, ma non può permettersi di parlare, riferendosi al Parlamento siciliano, di ‘ben noti trucchetti di false votazioni’”. Lo ha detto il presidente dell’Ars Micciché a seguito delle dichiarazioni di Tuccio D’Urso. “Il suo non rinnovo – aggiunge Micciché a Live Sicilia – è stata una squisita scelta del parlamento. Il risultato fu netto, non si trattò di un solo voto… “. E sulle modalità precisa: “Un deputato era andato via e aveva lasciato il tesserino sul posto. Era una votazione nel rispetto del distanziamento Covid e un altro deputato prese il suo posto. Avrebbe dovuto cambiare il tesserino, inserendo il suo. Niente di scandaloso o sconvolgente. Non esistono casi di false votazioni, non ci sono stai e mai ci saranno”.