Buon 25 aprile a tutti,
ai cadaveri davanti alla Libia, alla Tunisia, nel mar Egeo, di fronte alla Turchia, a quelli che il disgelo rivelerà nei boschi fra la Bosnia e la Croazia, a questi stolti che continuano a morire incuranti dei cambi di governo in Italia, che adesso non dovrebbero morire più e non lo capiscono e continuano a morire senza un motivo, uno scopo politico chiaro, a quelli che vennero sequestrati per i giudici di Palermo, a quelli che stavano entrando illegalmente in Italia per i giudici di Catania, a tutti quelli che continuano a morire in mare incuranti che l’Europa ha molto a cuore la loro sorte, infatti noi europei li sosteniamo, specie dopo che sono diventati cadaveri, con innumerevoli post su facebook e indignatissime dichiarazioni politiche che non si sa se arrivano nell’aldilà, ma se ci arrivano certamente danno una bella soddisfazione postuma.

Buon 25 aprile a tutti,
all’avvocato Ebru Timtik, ai musicisti Helin Bolek e Mustafa Kocak morti per lo sciopero della fame in carcere in Turchia, e a giornalisti che sono in galera perché fanno (e devono smettere di fare) il loro mestiere, al milione di armeni trucidati dai turchi un secolo fa di cui qualcuno finalmente comincia a parlare apertamente. Loro, l’avvocato, i musicisti, i giornalisti, gli armeni trucidati apprezzano molto la nostra indignazione… per la sedia negata alla Von der Leyen.

Buon 25 aprile a tutti,
a Aleksey Navalny che sta apprezzando particolarmente dalla sua cella in Russia, dove è rinchiuso perché chiede libertà, la veemente reazione dell’occidente e di noi europei in particolare che stiamo mettendo alle strette Putin che, preoccupatissimo, certamente se non oggi, massimo domani lo libererà.

Buon 25 aprile a tutti,
ai venezuelani che un paio d’anni fa erano sull’orlo di una guerra civile contro il dittatore Maduro e tutti eravamo emozionati e appassionati per questa battaglia di libertà contro un torbido despota sostenendo col cuore e con i nostri post sui social Juan Guaidó leader dell’opposizione. Ora che s’è capito che Maduro è un pastorello del presepio e che Guaidò è un malacarne siamo più tranquilli, sorretti dalla certezza che in Venezuela trionfa la libertà, soprattutto la libertà di morire.

Buon 25 aprile a tutti,
ai birmani dei quali da qualche giorno di parla meno. Sarà che hanno vinto la guerra civile conto la dittatura militare e non ce ne siamo accorti. Eravamo fermi ai soldati che sparavano e uccidevano per strada i civili, alle centinaia di vittime per la libertà. Ma poi ovviamente deve essere cambiato tutto a nostra insaputa, i militari folgorati sulla via di Rangoon devono essere diventati buoni, aver messo fiori nei loro cannoni e cominciato ad accarezzare i bambini e i ragazzi per strada e offrire loro caramelle. Per fortuna che in Myammar è tornata la pace e la letizia. Così ci siamo potuti dedicare con l’interesse che meritava alla Superlega di calcio.

Buon 25 aprile a tutti,
ad Abdel Fattah al Sisi, presidente egiziano, ingiustamente considerato dittatore da facinorosi italiani che si ostinano a rivendicare giustizia per Giulio Regeni e chiedono di liberare Zaki in nome della libertà. Fa bene il Governo italiano a non ascoltare i “democratici da tastiera” e non opporsi alla vendita di armi a gogò al Presidente egiziano. I rapporti fra i nostri due paesi sono stati sempre improntati alla cordialità, a proficui rapporti commerciali, e alla fraterna ospitalità (in passato abbiamo ospitato anche nipoti di presidenti egiziani).

Buon 25 aprile a tutti,
alla famiglia Grillo che può godersi anche oggi tutta la liberta: libertà personale, di opinione, di espressione, libertà di difendersi dalle accuse (quella che Travaglio strenuamente tutela negli ultimi giorni).

Buon 25 aprile a tutti,
alla ragazza che accusa il figlio di Grillo e i suoi amici di averla violentata. La festa della liberazione per lei, e per tante come lei, non è oggi, è ancora lontanissima.

Buon 25 aprile a tutti noi,
corazzati dentro le nostre ipocrisie, capaci di vedere le pagliuzze negli occhi degli altri ma non le travi dentro i nostri occhi, campioni mondiali di etica a geometria variabile, integerrimi e inflessibili con la morale degli altri, pronti a scendere in piazza, anzi in tastiera, per ogni caso che sia abbastanza lontano da non costarci niente e procurarci tanti “like”, allenatissimi a indossare ogni sera l’indignazione che va di moda quel giorno.

Buon 25 aprile a tutti,
nella consapevolezza che oggi è la festa della liberazione dal nazifascismo. La festa dalla liberazione dalla nostra ipocrisia sarà l’anno prossimo. Forse.