Federica Olivo per HuffPost

Meloni e Tajani affondano
Salvini sul terzo mandato

“Addio De Luca!”, un senatore maggioranza esce dalla commissione Affari costituzionali poco prima del voto e, a passo veloce e sfuggendo ai cronisti, pronuncia ad alta voce queste parole. In realtà, addio Vincenzo De Luca ma anche addio Michele Emiliano, Stefano Bonaccini, Luca Zaia, Giovanni Toti, Massimiliano Fedriga. Addio a tanti governatori che aspiravano al terzo mandato. Nessuno di loro di Fratelli d'Italia. Finisce così la partita in commissione sull'emendamento pro Zaia della Lega. La conta restituisce questi numeri: 16 voti contrari 4 favorevoli, un astenuto. A favore della norma pro Zaia solo i tre senatori leghisti e l’unico senatore di Italia Viva. Tutta la maggioranza, tranne il Carroccio, ha votato contro la Lega. Azione si è astenuta. Contrarie le altre opposizioni: M5s e Avs, che lo avevano annunciato, e..

Povero Salvini. Meloni lo esclude e Lollobrigida lo bullizza

Prima erano buffetti, dati anche un po' di nascosto. Ora sono schiaffoni. Inflitti, peraltro, in maniera piuttosto plateale. In un crescendo di tensioni alimentate dall'avvicinarsi delle europee, Fratelli d'Italia attacca sempre più forte la Lega. E i pizzini mandati non da un ma da due ministri meloniani nelle ultime ore ne sono l'esempio più lampante. Oggetto del contendere: il terzo mandato per i governatori. La Lega lo vuole, per incoronare ancora una volta Luca Zaia. Fratelli d'Italia, invece, non ci pensa proprio. Innanzitutto perché vorrebbe prendersi il Veneto alle prossime elezioni. In secondo luogo perché dire no al terzo mandato significa azzoppare anche Vincenzo De Luca e Michele Emiliano e tentare di prendersi anche la Puglia e la Campania, regioni rosse. PUBBLICITÀ Ma cosa sta succedendo nelle ultime ore? Dopo..

Europee. Perché l’amletica Schlein irrita le donne dem

Una pratica "tipicamente italiana". La querelle sulla candidatura dei leader dei partiti italiani alle Europee di giugno si accende a Roma - anche all'interno dei partiti stessi - e arriva fino a Bruxelles. Stando a quanto racconta LaPresse, un alto funzionario del Parlamento europeo osserva: "Fa parte della tradizione politica italiana, così come candidarsi in più collegi elettorali contemporaneamente. Non credo esista in altri Paesi e non ricordo altri casi". In Italia le attenzioni si concentrano sulla premier, Giorgia Meloni, e sulla segretaria del Pd, Elly Schlein. Mentre, però, la prima ha liquidato la questione dicendo che sta riflettendo - e pare curasi poco della rinuncia alla corsa degli alleati Matteo Salvini e Antonio Tajani - intorno alla possibile candidatura di Schlein si ricama parecchio. Dentro e fuori il partito,..

Rispetto, diversità, Costituzione
L’architrave d’Italia per Mattarella

Il rifiuto dei sentimenti d'odio - che sono ancora più gravi se espressi da chi ha un ruolo istituzionale, quale che esso sia, nella società - e dell'esaltazione di "anacronistici nazionalismi". E l'elogio della Costituzione - faro a cui guardare nei momenti difficili, come questo, "di confusione e di transizione" per il Paese - della diversità e dell'amicizia. Da intendersi, quest'ultima, come collaborazione, necessaria e auspicabile sempre, tra le istituzioni. Come solidarietà tra le persone, in tutti i campi della società. E nei confronti di tutti: dai migranti ai cittadini dei territori alluvionati. È qui il cuore del discorso che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha affidato alla platea di Rimini, nel giorno della conclusione del meeting di Comunione e Liberazione. Sceglie di non fare cenni all'economia e alle..

Migranti senza governo

Con la Meloni 100 mila arrivi. Si parlava di fermare gli sbarchi. Ma erano tutti slogan

Per errore o per malizia, manco
il governo si fida della Santanchè

I nuovi guai per Daniela Santanchè arrivano da un ordine con un giorno del PD. Ma, soprattutto, arrivano da un esponente (di governo) del suo stesso partito che a quell'ordine del giorno, in cui veniva chiaramente - e per diverse righe - citata Visibilia, ha detto sì. Per volontà o per errore.Trascinandosi tutta la maggioranza. Montecitorio, pochi minuti dopo le 18 di una giornata molto lunga, iniziata alle 9 con le comunicazioni della premier in vista del Consiglio europeo di domani e dopodomani, che sarebbe dovuta finire con la discussione degli ordini del giorno al decreto Lavoro. Le scintille tra maggioranza e opposizione c'erano state la mattina, sul Mes, sui migranti e sugli altri dossier caldi per il Paese. Sembrava che la giornata si avviasse alla conclusione. A un certo..

Migranti, Salvini ostacola Giorgia
Vuole una bandierina anche lui

Per tutta la prima parte della giornata si sono rincorse voci: "La riunione del pre consiglio dei ministri è alle 16". La convocazione c'era, ma non c'era la voce "migranti" all'ordine del giorno. Con il passare delle ore, il quadro invece di schiarirsi si fa a tinte fosche: il preconsiglio slitta alle 8.30 di giovedì 9 marzo. Un po' perché la materia è complessa e il tempo per ragionare, complici i ritardi di reazione nei primi giorni successivi alla strage di Cutro, è stato poco. Un po' perché, soprattutto, la Lega ha alzato la posta. Lo ha fatto ribadendo una linea che la premier ha deciso già da giorni di accantonare. Non bastano agli esponenti del Carroccio l'inasprimento delle pene per gli scafisti e l'intensificazione dei corridoi umanitari. Vogliono qualcosa..

Tutti colpevoli. Memorandum dai primi giorni del Covid

21 febbraio 2020, ore 00.45. L'Ansa batteva questa notizia: Un trentenne ricoverato all'ospedale di Codogno, nel milanese, è risultato positivo al test del Coronavirus. "Sono in corso le controanalisi a cura dell'Istituto Superiore di Sanità", ha detto l'assessore al Welfare della Regione Giulio Gallera aggiungendo che l'italiano "è ricoverato in terapia intensiva all'ospedale di Codogno i cui accessi al Pronto Soccorso e le cui attività programmate, a livello cautelativo, sono attualmente interrotti". Era il primo caso di italiano positivo a quello che qualche mese dopo sarebbe diventato "Covid". L'uomo, il suo nome era Mattia, non era mai stato in Cina ma, forse, si ipotizzava, aveva cenato con una persona di ritorno dal paese asiatico. Prima di lui due turisti cinesi erano risultati positivi a Roma, ma la notizia del trentottenne..

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