Francesco Massaro

Io, un cavernicolo
tra bar e cucina

Io essere commerciante cavernicolo, di mente antica e pigra. Io odiare progresso inteso come infinita scelta di possibilità. Io nostalgico di quando tu non potere scegliere, o questo o niente. Io uomo fedele alle tradizioni, che per questo fatica a stare appresso all’evoluzione culinaria. Prendi il cannolo scomposto. Ora ho scoperto che esiste pure la cassata scomposta. A posto siamo. Io non essere pronto a tutto questo. Io faticare a stare dietro alle mode, al mercato. Io asino di marketing, dico sempre che ora imparo e poi non imparo mai. Io avere un bar e per me Santa Lucia essere finale Champions League. Io ogni 13 dicembre giocare sempre finale di Champions League. Ma io giocarla a modo mio, modulo classico, un bel catenaccio alla Nereo Rocco. Fosse per me..

Un monumento alla bruttezza

Corinaldo dopo la tragedia. Mi impaurisce la disinvoltura con cui affidiamo il nostro divertimento a posti tristi

New York, New York
Sospiri palermitani

La mia amica Gabriella vive a New York, o forse dovrei dire viveva. È qui da agosto, e quando le chiedo “ma quando torni a New York?” lei risponde che non lo sa. Racconta che è in vacanza, ma questo soggiorno prolungato costituisce, soprattutto per un soggetto cronicamente sospettoso come me, più di un indizio. Gabriella, che è nata e cresciuta a Palermo, vive (o forse dovrei dire viveva) a New York da molti anni. Ha un bel lavoro. Duro, pesante, ma gratificante. Ore e ore a studiare carte e spesso anche il sabato e la domenica. Però vive a New York, che è un po’ il sogno provincialotto di noi che ogni tanto parliamo con gli amici e ci scappa “ah, se potessi andrei a vivere a New York”...

Il puttanesco risveglio
del mio vecchio mestiere

E' lontana da me anni luce la difesa corporativistica a prescindere, a maggior ragione se parliamo di giornalisti: lì subentrano addirittura il pudore e la paura della retorica. Sono giornalista anch’io, che parole potrei usare senza correre il rischio dell’autoreferenzialità, sport in cui d’altronde la nostra categoria eccelle? Ma qui, direte voi, stiamo parlando di libertà di informazione; di difendere l’autonomia della stampa dagli attacchi beceri - “puttane e pennivendoli” - lanciati da pezzi importanti del governo. Qui parliamo di intimidazioni, di bavagli, di censure preventive e dunque potrei anche essere autorizzato, come giustamente ha fatto la categoria compatta, a difendere quello che è stato il mio lavoro, e il modo in cui lo facevo, e in quale città e in quali anni. Ma non lo farò. Potrei anche citare..

Il mio canto d’amore
per la tata Bia

Ode a te, tata Bia. Che sei entrata nella nostra vita in punta di piedi. Che hai sfidato, vincendola, la mia corazza di diffidenza. Che sei andata oltre gli umori di mia moglie, le parole al vento di mia suocera e il mio ciondolare per casa in mutande. Ode a te che hai cresciuto una bambina non tua crescendola come fosse tua. Che ti sei commossa mentre mi parlavi dei suoi primi passi e delle sue prime parole. Ode a te malgrado le volte che ho dovuto riaccompagnarti a casa, odiandoti con tutte le forze, la sera tardi. Ti ho voluto bene leggendo la tua preoccupazione quando mi chiedevi in macchina “ma hai bevuto?” e io ti rispondevo “no, ma scherzi?”. E avevo bevuto. Ode a te, tata della piccola..

E io vi dico: viva il condono

Perché gli adempimenti sono tanti ed è difficile tenere il passo. Parola di chi tira tutti i giorni la carretta

Non tutte le liti
nascono per litigare

Ho litigato furiosamente col mio capo pasticciere. Ce le siamo dette, poi lui di pomeriggio mi ha mandato un messaggio per scusarsi. “Scusami se ho alzato la voce, ero nervoso”. Gli ho risposto che non ha bisogno di scusarsi. “Se ci scanniamo vuol dire che siamo vivi”, gli ho scritto. Fra l’altro la cosa l’avevo già abbondantemente archiviata. In realtà non ho mai ascritto alla voce lesa maestà le urla di un dipendente contro di me. Nel lavoro si litiga, se si vedono le cose in maniera diversa bisogna dirselo, anche se magari a volte lo stress te le fa dire male. Ci sta. Io per esempio ho nostalgia di quando litigavo al giornale. Al giornale c’erano giorni in cui si litigava furiosamente. Allora eravamo sessanta, stavamo tutti in un..

Spesso l’indifferenza
ti salva la vita

Una donna a cui voglio bene possiede un interruttore che tutti noi dovremmo forse avere. È un interruttore che si inserisce tutte le volte che qualcuno pronuncia una frase che potrebbe allontanarla dalla sua comfort zone fatta di piccole cose: la massiccia dose quotidiana di sigarette, le ormai sporadiche apparizioni di Pippo Baudo in tv, l’inopinato orgoglio per certa sicilianitudine folkloristica, l’affetto verso alcune persone che lei continua a tenersi strette malgrado tutto. Qualche giorno fa sono andato a trovarla e le ho detto una cosa che avrebbe fatto sobbalzare dalla sedia chiunque. Gliel’ho detto quasi per scommessa, per provocazione, come per choccarla, prevedendo la sua inespressività alla Buster Keaton. E appunto, lei non ha battuto ciglio. Ha ascoltato la mia clamorosa confessione - tranquilli, niente che valga la prima..

Il ritorno virtuoso
alla vita elementare

"Viviamo una vita elementare". L’amica che ieri sera mi parlava della sua vita, della sua vita elementare, sceglie sempre con cura le parole da adoperare. Mi piacciono le persone che hanno a cuore le parole da dire, che non le spendono a casaccio. È una forma di eleganza e di rispetto verso se stessi e gli altri. Ma dicevo: mi ha colpito questa storia della vita elementare. Mi evoca una sorta di ritorno alle origini, come riscoprire se stessi attraverso l’eliminazione di quel superfluo che un tempo neanche troppo lontano consideravamo invece necessario. Semplificando, immagino che la vita elementare dell’amica e del marito abbia a che fare con l’equazione casa-lavoro-casa. Che pur nascondendo la paura mortale della noia, nasconde in fondo una sorta di esigenza che forse noi tutti da..

Gerenza

Buttanissima Sicilia quotidiano online è una testata regolarmente registrata. Registro generale n. 223.
Registro della Stampa n.5 del 24/01/2018 presso il Tribunale di Palermo

Editore: Salt & Pepper S.r.l. Tel +39 091 7302626 P.IVA: 06680540827

Direttore responsabile Giuseppe Sottile

Change privacy settings

Contatti

+39 091 7302626
www.buttanissima.it
Via Francesco Scaduto, 2/D – Palermo