Luciano Capone per Il Foglio

Il caso Consip illumina il marcio
del rapporto tra pm e giornali

Indagati assolti e indagatori condannati. Dopo oltre sette anni dall’inizio dell’inchiesta sul caso Consip, il tribunale di Roma ha emesso una sentenza che riscrive completamente la storia degli ultimi anni. Tra gli otto assolti con le formule – a seconda delle imputazioni – perché il fatto non sussiste e perché il fatto non costituisce reato ci sono Tiziano Renzi, il padre dell’ex premier Matteo; l’ex ministro dello Sport (Pd) Luca Lotti; l’imprenditore napoletano Alfredo Romeo; Carlo Russo, conoscente di Renzi sr.; l’ex deputato Italo Bocchino; l’ex comandante dei Carabinieri della legione Toscana Emanuele Saltalamacchia; Filippo Vannoni e Stefano Pandimiglio. I due condannati, invece, sono Gianpaolo Scafarto (1 anno e sei mesi), il maggiore dei Carabinieri del Nucleo operativo ecologico (Noe) che aveva condotto l’inchiesta sotto la supervisione del pm napoletano..

Lo chiamavano Adolfo Urss.
Storia di un guaio per l’Italia

Quando Giorgia Meloni ha composto il suo governo ha scelto, per le caselle che spettavano al suo partito, di nominare ministro chi aveva esperienza di governo (Crosetto, Fitto, Musumeci, Roccella) e di mettere in posti di sottogoverno i più giovani (Bignami, Delmastro, Gemmato, Montaruli). Da un lato la “generazione Atreju” avrebbe avuto il tempo di maturare, dall’altro la vecchia guardia avrebbe dato maggiori garanzie. Uno dei piloni della prima linea di Meloni era Adolfo Urso, messo nel delicato ministero delle Imprese anche perché, nei governi Berlusconi, è stato due volte a Palazzo Piacentini in veste di viceministro allo Sviluppo economico con delega al commercio estero: al Mise serviva una personalità che, avendo già frequentato i palazzi del potere, aveva sia la conoscenza dei dossier sia la capacità di affrontarli. Urso,..

È l’irrilevanza la cifra di Forza Italia nel governo Meloni

"Noi di Forza Italia siamo molto soddisfatti", ha detto al Corriere della Sera riferendosi al Superbonus. Eppure Antonio Tajani non ha ottenuto praticamente nulla di quanto richiesto: niente proroga del 110 per cento, niente Sal straordinario, solo la garanzia che chi non riesce a finire i lavori non dovrà restituire i soldi. Non è la prima volta che il leader di Forza Italia esulta per una sconfitta. Il 7 agosto, dopo il Cdm che aveva approvato la tassa sugli extraprofitti delle banche, era soddisfatto: “Da mesi diciamo che la Bce sbaglia ad alzare i tassi di interesse e questa è l’inevitabile conseguenza”, disse sempre al Corriere, precisando che non si trattava di una misura contro le banche ma “a protezione delle famiglie”. Pochi giorni dopo qualcuno, probabilmente Marina Berlusconi, gli..

Vieni avanti decretino

Taxi, carburanti, rave, reati universali. Usare le leggi non per governare ma per fare propaganda

Il contorsionista Giorgetti va al
Meeting a contraddire se stesso

Parla poco Giancarlo Giorgetti ma le poche volte che lo fa – ad esempio al Meeting di Rimini, di cui è ospite fisso – dice di tutto. E anche il suo contrario. Nel descrivere la sua visione di sviluppo economico, il ministro dell’Economia ha affermato che “confidare unicamente nella mano invisibile del mercato non è la soluzione corretta”, sostenuto dal padrone di casa Giorgio Vittadini che elogia il “nuovo interventismo positivo” del governo Meloni, spingendo il concetto di sussidiarietà verso nuovi lidi. Eppure solo un anno fa, sempre al Meeting, Giorgetti da ministro dello Sviluppo economico (Mise) dimissionario esaltava gli animal spirits del mercato: “Lo sviluppo economico lo fanno gli spiriti animali ma degli imprenditori”. L’anno prima, nel 2021, da disciplinato ministro del governo Draghi, Giorgetti diceva al pubblico di..

La sottomissione al modello Davigo

Anche per il ministro della Giustizia - reduce dalla riforma della prescrizione - non esistono innocenti ma solo colpevoli non ancora scoperti

Di Pietro e l’attivismo delle procure

Ilva, perché l'obbligatorietà dell’azione penale è una boiata pazzesca. Se si preoccupa l'ex pm la situazione è davvero sfuggita di mano

Il reddito minimo è una zucca vuota

Per Di Maio era “l’abolizione della povertà”. Storia in tre mosse di un flop colossale. Di cui non si parla manco più

Gerenza

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