Giuseppe Sottile

Il governatore
e la qualità dell’aria

Sono soddisfazioni. Sabato mattina Repubblica, con un potente titolo di prima pagina, ha detto ai siciliani che l’Aventino di Nello Musumeci dura ormai da due anni: non si è vista una sola riforma; e quello che doveva essere il governo dell’onestà si arrabatta tra scandali non risolti e arroganze sempre più sfacciate. Ieri è toccato a Livesicilia. Il quotidiano diretto da Accursio Sabella ha messo a nudo il provincialismo del Governatore e della sua corte di catanesi. Non avrai altra Sicilia al di fuori di Ambelia, verrebbe da dire. Ma il circoletto di Palazzo d’Orleans scambierebbe l’ironia per un complotto di chissà quali forze oscure. Allora atteniamoci alla realtà. La cronaca ci dice che oggi il Presidente firmerà, manco a dirlo, a Catania un accordo con il ministro dell’Ambiente, Sergio..

L’eterno Aventino
di Nello Musumeci

Come sempre, ha ragione Antonio Fraschilla, cronista di Repubblica: il Governatore che in questi giorni minaccia di ritirarsi sull’Aventino è lo stesso che sull’Aventino ci vive da due anni, dal momento in cui ha preso possesso di Palazzo d’Orleans. Il quadro che Fraschilla traccia è a dir poco desolante. Non è stata approvata una sola riforma, i conti della Regione sono un disastro, gli assessorati sono stati trasformati in ospizi per vecchi deputati trombati, dalle nebbie del bilancio saltano fuori solo i milioni necessari per i cavallucci di Ambelia o per altre cosuzze di Catania e dintorni, i dati sugli investimenti e sull’occupazione colano a picco, la maggioranza di governo naufraga giorno dopo giorno tra le risse, la giunta approva provvedimenti che l’Assemblea di Palazzo dei Normanni neppure piglia in..

Pure il governatore
è affetto da bullismo

Chi cammina con lo zoppo... Per carità, un proverbio odora sempre di banalità, ma quello che sta succedendo a Nello Musumeci non lascia scampo: quel proverbio calza a pennello. Sono due anni che il Governatore convive politicamente con il bullo di Palazzo d’Orleans. Lo coccola, lo ammira, lo asseconda. Sopra il re c’è il viceré, si diceva al tempo dei borboni. Il bullo è quello che maneggia malamente i conti. E’ quello che custodisce i segreti più scabrosi, a cominciare dallo scandalo del censimento farlocco. E’ quello che i deputati di Forza Italia non sopportano: perché è arrogante e perché ha costretto per un anno il parlamento a discutere su un bilancio confuso e furbastro. Ma Musumeci lo venera. Al punto da mutuare il suo bullismo. “Se non abolite il..

Lui, l’arrogante
fa pure le cazziate

Beh, l’Assemblea regionale è quella che è; e le regole del gioco sono quelle che sono: a volte si vince e spesso si perde. Ma la linea Musumeci è diventata insopportabile. Quando sprofonda nelle sabbie mobili di un confronto parlamentare il Governatore non trova di meglio che distribuire cazziate. Gli affossano la legge sui rifiuti? E lui accusa i deputati di essere vigliacchi e inaffidabili. Ma si guarda mai allo specchio? Gli chiedono di smetterla con i cavallucci di Ambelia e lui non lascia, raddoppia. Gli chiedono di nominare l’assessore ai Beni culturali e lui risponde con uno sberleffo. Gli dicono di non cedere la sanità alle regioni del Nord e lui cede pure il digitale. Il suo bullo di fiducia combina un mare di guai e lui, anziché prenderlo..

Quale fetta di Sicilia
regaliamo alla Toscana?

Un Berlusconi ormai in disuso appronta un nuovo contenitore, “Altra Italia”, nel tentativo di attirare i moderati che non credono più in Forza Italia né in una alleanza con Salvini. Ma il suo carniere resta malinconicamente vuoto. I disillusi del centrodestra non riescono a trovare un solo motivo per cui valga ancora la pena di inseguire il signore di Arcore e le sue devozioni verso la peggiore classe politica siciliana. Irrompe invece la valanga di Italia Viva, il partito di Matteo Renzi. Che ha già reclutato un gruppo di deputati all’Ars e marcia verso una formazione in grado di sconvolgere gli equilibri sia della maggioranza che dell’opposizione. Il governatore Musumeci già dà segni di irrequietezza. Per garantirsi la sopravvivenza ha regalato la sanità alla Lombardia e il digitale alla Liguria...

Qual è la tirannia
che paralizza la Sicilia

Se il governo della Regione non riesce a varare una riforma in grado di riportare alla decenza lo scandalo dei rifiuti, non prendetevela con Musumeci. Se i conti non tornano e in cassa non c’è più un euro, non prendetevela con Gianfranco Micciché, presidente dell’Assemblea. La responsabilità della paralisi è tutta da ricondurre a una tirannia imposta alla Sicilia da Silvio Berlusconi. È la tirannia del bullo. Ormai pure le pietre sanno che c’è voluto un anno per approvare la sua confusa legge di bilancio. Pure le pietre sanno che la sua presenza a Palazzo d’Orleans è ostativa di ogni intesa tra le forze della maggioranza. E pure le pietre sanno che Micciché ha provato a disarcionarlo. Ma Musumeci, il coraggioso, si nasconde dietro Berlusconi. Il quale, chissà per quale..

Un protettorato del Nord
per la sfortunata Sicilia

Attenti a quei due, al Gringo e al Bullo, perché hanno alzato la posta e ora, dopo avere giocato con i cavallucci di Ambelia e con le biciclette di Urbano Cairo, hanno pure deciso di svendere la Sicilia al Nord. Dicono che la Regione non ha gli strumenti necessari per garantire un servizio di emergenza o una trasmissione dati o una gara d’appalto come Dio comanda. E così dicendo accollano le colpe ai governatori del tempo che fu: da Cuffaro a Lombardo, a Crocetta. Intanto però utilizzano lo scempio che altri hanno fatto della Sicilia, per procurarsi in Lombardia e in Liguria nuove alleanze politiche e nuovi protettorati. Portano commesse e soldi al Nord per avere l’efficienza che loro non sanno garantire; e per ottenere in cambio la benevolenza di..

Date un Leoncavallo
in pasto a Musumeci

Non vi sveleremo mai il nome, ma un alto funzionario di Palazzo d’Orleans ci ha confidato nottetempo il piano elaborato dallo staff di Musumeci per salvare dal fallimento il Bellini di Catania. Le ipotesi sono due. La prima: per intenerire il cuore del Governatore, il teatro – con poltrone, palchi e palcoscenico – potrebbe trasferirsi ad Ambelia e godere dei favori che il governo regionale dispensa solo ai cavalli di quella vecchia stazione di monta. La seconda: in subordine Ambelia potrebbe trasferirsi dentro il Bellini per consentire anche ai cavalli di godere dei fasti riservati finora solo alla lirica. Orchestrali e maestranze sono già pronti al sacrificio. E per offrire un segno di disponibilità hanno deciso di produrre a loro spese i Pagliacci di Leoncavallo. Che per il nome che..

La facile crociata
delle mezzecalzette

Diciamolo: nell’arte della facile crociata siamo maestri, non ci batte nessuno. Philippe Daverio dice maldestramente mezza parola in più sulla Sicilia? Apriti cielo. Le mezzecalzette si rivoltano e ingaggiano una guerra a difesa dell’orgoglio e della storia siciliana. Si accoda anche il Presidente della Regione che minaccia persino una querela per trascinare Daverio in tribunale e lavare con una sentenza l’oltraggio alla immacolata nobiltà dei nostri sentimenti. Povero Musumeci. Ma nessuno dei suoi consiglieri è in grado di suggerirgli che queste macchiette erano cosuzze degne di Rosario Crocetta? Nessuno è in grado di fargli capire che la più grande offesa alla Sicilia viene dalla sua incapacità di governare e dal suo capriccio di destinare dieci milioni ai cavalli di Ambelia, mentre il Bellini di Catania muore e gli studenti di..

E così, di boh in boh
Berlusconi affondò

Triste, solitario y final. Povero Berlusconi. Intrappolato nelle sue contraddizioni e nelle sue indecisioni, ha fatto la fine dell’asino di Buridano: che, non sapendo scegliere tra paglia e fieno, alla fine è morto di fame. Detto con il massimo rispetto per la sua storia e per la sua veneranda età, il Cavaliere da qualche anno a questa parte non sa mai che pesce pigliare. Indeciso sulla leadership di Forza Italia: Mara Carfagna o Giovanni Toti? Boh. Indeciso sull’alleanza con Salvini: coalizione o contrapposizione? Boh. Indeciso sui luogotenenti di Arcore: il bolso Tajani o l’invadente Ronzulli? Boh. Indeciso anche sui colonnelli siciliani: l’eterno Micciché o lo spregiudicato bullo di Palazzo d’Orleans? Boh. E così di boh in boh, Silvio Berlusconi affondò. Trascinando nel gorgo il partito e tutti quelli che hanno..

Gerenza

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