Giuseppe Sottile

Il gran carrozzone
dei Beni Culturali

Recita da mattina a sera la giaculatoria che la Sicilia deve puntare le carte del proprio sviluppo su turismo e beni culturali. Ma poi non riesce a trovare il coraggio di sganciarsi da quell’assessorato. E sta lì a governare un settore delicatissimo nei ritagli di tempo che gli restano tra i doveri imposti dal cerimoniale di Palazzo d’Orleans e una gita in trenino nell’immancabile Ambelia, la stazione di monta meglio conosciuta come il centro del mondo. C’è poco da fare. Musumeci non mollerà mai l’assessorato ai Beni Culturali, preso in mano cinque mesi fa dopo la tragica fine di Sebastiano Tusa. Per carità, l’interim rientra nei suoi poteri di Governatore della Sicilia. Ma il dato di fatto è che da cinque mesi un assessorato così importante e così strategico viene..

Gli scandalosi silenzi
su quello sporco affare

Antonio Fraschilla, di Repubblica, è un cronista di grande coraggio. L’altro giorno su Facebook ha lanciato un grido: ma è possibile che non ci sia un’istituzione di legalità in Sicilia – una procura, una Corte dei Conti, una commissione Antimafia – in grado di dire una parola di verità su uno scandalo che, in altri tempi, avrebbe sconvolto gli equilibri politici? Lo scandalo è quello dei 91 milioni pagati dalla Regione a un avventuriero per un censimento dei beni immobili che nessuno ha mai visto. Lo sporco affare avrebbe dovuto quantomeno incuriosire l’onesto Musumeci o gli zelanti componenti dell’Antimafia. Invece niente. Noi, anche per non lasciare solo Fraschilla, non abbasseremo la guardia. E smonteremo lo scandalo dalla prima pagina solo quando il governo o il parlamento avranno dimostrato che il..

E gli Zes di Musumeci
fecero la fine dello Zen

Il presidente della Regione, in coppia manco a dirlo con il suo bullo di fiducia, ha illustrato al popolo di Sicilia il paradiso che verrà. Si chiamerà Zes, da non confondere con lo Zen, quartiere palermitano tra i più attrezzati per traghettare la società che lo abita nel Terzo Millennio. Si tratta delle non meglio identificate Zone Economiche Speciali alle quali, stando all’annuncio del Governatore, potranno essere garantite solide agevolazioni fiscali. Il provvedimento però, come molte delle cose propagandate da Musumeci, c’è e non c’è. Per il via liberà servirà un atto del governo nazionale previsto per il 20 settembre. Ma – guarda che sfiga – proprio mentre Palazzo d’Orleans annunciava l’avvento degli Zes, il truce Salvini apriva a Roma la crisi. A settembre la firma di Palazzo Chigi dunque..

Musumeci elegante
pure con i piromani

Se proprio non ne potete fare a meno, picchiate sul Governatore. E rimproverategli pure l’incapacità di di approntare un minimo disegno di sviluppo per questa sfortunata terra di Sicilia. Ma non azzardatevi a mettere in discussione le sue capacità di investigatore. Perché Nello Musumeci è una vecchia volpe che non teme confronti nemmeno con il più astuto e smaliziato Sherlock Holmes. Dategli un delitto e vi scoprirà killer e mandante. Dategli un incendio e vi smaschererà il piromane. In un’intervista a Repubblica ha anticipato che ricorrerà persino agli infiltrati per sgominare i “forestali delinquenti” che appiccano il fuoco agli innocenti boschi. Certo, l’operazione, per riuscire doveva avvenire in segreto. Ma Musumeci è un uomo generoso. E ha ritenuto opportuno condividere il progetto con gli stessi piromani. Elegantemente, li ha avvertiti..

Quelli che il Palermo
è in Champions League

A leggere i giornaloni – sì, perché anche noi qui in Sicilia abbiamo i nostri amatissimi giornaloni – sembra che sia cominciata una nuova epopea. Sembra che, chiusa l’ignominiosa età della pietra, sia cominciata una folgorante e inebriante età dell’oro. Parliamo di calcio, ovviamente. Del Palermo calcio. Che dopo le devastazioni del clan Zamparini e delle altre macchiette dell’imprenditoria, sembra rinato a miglior vita. Per carità, Dario Mirri e la sua compagnia meritano tutta la fiducia e il rispetto di questo mondo. Ma forse andrebbero anche raffreddati alcuni entusiasmi. A leggere certe cronache sembra che la Serie A sia dietro l’angolo e che basterebbe un altro giro di giostra per conquistare la Coppa europea. Invece c’è da scavalcare una montagna e, forse, c’è pure da solcare un oceano. Il tifo..

La sfida di cartapesta
di bulli e bullizzati

Irredento e irredimibile, questo presidente della Regione sa sempre riversare sugli altri le colpe del proprio fallimento. Da più di nove mesi l’Ars è impantanata in un dibattito senza fine – anzi: senza capo né coda – sulla legge di Bilancio e sui cosiddetti “collegati” a quel che resta del documento finanziario. Ma Musumeci, sottomesso fino alla sudditanza al suo bullo di riferimento, quello che piritollegia lungo i corridoi di Palazzo d’Orleans, non richiama gli uffici a una maggiore serietà. E non piglia neppure a calci il bullo, primo responsabile del disastro politico della giunta. No. Il Governatore strilla per la chiusura estiva dei lavori parlamentari. E strillando lancia il guanto di sfida. “Ma il governo continua a lavorare”, dice. Un guanto di cartapesta, va da sé. Se gli assessori..

Dei call center
e altre persecuzioni

Fatta salva la solidarietà verso i lavoratori, è forse arrivato il momento di fare un discorso senza remore e senza riserve nei confronti dei call center e delle aziende, a partire da Almaviva, che in questo lavoro hanno impiegato capitali ed energie. Dispiace sentire che il settore è in crisi e che si annunciano licenziamenti. Ma oggi le chiamate al telefono sono diventate – è inutile negarlo – una forma di persecuzione. Spesso invasiva e spesso priva di ogni controllo. La privacy degli utenti viene travolta a ogni ora del giorno e della notte. Ed è ormai acclarato che molte chiamate finiscono per rasentare la truffa. Ci sono numeri (ad esempio lo 02 84975 145) che cominciano col chiedervi se avete pagato una bolletta e poi tentano di rifilarvi pacchi..

Il barone Cannitello
alla fermata d’Orleans

La storia fantastica della Sicilia racconta che un nobile dei nostri tempi – che abitava a Palazzo d’Orleans, o forse no – si invaghì del proprio campiere: un uomo rozzo, arrogante, bullesco e pieno di sé. E ogni volta che lo incontrava gli si inchinava salivoso fino ai piedi con riverenze assurde e prive di senso. A forza di piegarsi lo sconsiderato aristocratico siciliano finì per somigliare al barone Giovannino Cannitello, un grand viveur del secolo scorso che Tomasi di Lampedusa ha ritrovato tra le memorie giovanili. “Mia madre che andava a visitarlo sino alla fine – scrive l’autore de Il Gattopardo – ritornava impressionatissima perché egli era talmente curvo che, seduto in poltrona, il suo volto era a venti centimetri dal pavimento e per parlare con lui occorreva sedersi..

La Regione riaccende
la mistica del posto fisso

Evviva. La Regione ha riaperto i canali delle assunzioni e si prevede che nei prossimi quattro anni potranno essere immessi negli uffici quasi seimila nuovi dipendenti. Il governatore Musumeci esulta ed esulta pure l’assessore Bernardette Grasso: perché le assunzioni apriranno anche la strada alla promozione di quegli impiegati che da anni aspettano di ricoprire nuove e più prestigiose mansioni. Diciamolo: sarà una festa per grandi e piccini, per precari e disoccupati, per i fannulloni e per i raccomandati. Nel bel mezzo si celebreranno le elezioni regionali e non ci sarà deputato, uscente o pretendente, che non accenderà i fuochi per altre promesse e clientele. E chi se ne frega se le industrie chiudono e il commercio non tira, se i cantieri non partono e i treni non arrivano. Ogni deserto..

Gerenza

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