La favola malinconica del Santo che suda ad Agira
Nella favola del Santo che suda, ad Agira, una stilla di dolce malinconia. Il priore che per primo ha raccolto il prodigio di San Filippo il Nero lascia la sua Abbazia. Il patrono di Agira, la cui sacra effigie più volte, senza mano umana, s’è intrisa da sé di un sudore simile ai preziosi olii dei riti antichi, vede andare via – in altra sede – don Giuseppe La Giusa. Rispettoso degli ordini dettati dal proprio vescovo, il mite ragazzo cui la Fede ha dato il fardello di una struggente responsabilità – contemplare un legno in preghiera, la Statua del Santo che suda – prosegue il suo cammino là dove il dovere impone, lontano dalla chiesa che l’ha visto bimbo, dai banchi dove è diventato sacerdote nel patto eterno tra..