Iene e sciacalli. La lingua disperata di chi è rimasto solo

Quando iene e sciacalli “brindano sulle disgrazie della collettività” e accerchiano il governo della Regione che non ha nulla, proprio nulla da rimproverarsi per la gestione della pandemia, viene voglia di urlare, come fa Musumeci, tutta la rabbia contro l’opposizione per un comportamento inqualificabile e privo di ogni fondamento. Una opposizione che si attarda a speculare sui morti “spalmati”, sui numeri ballerini, sulla esigua percentuale degli ultra ottantenni vaccinati, sul grande numero di quanti hanno saltato la fila, su una indagine della magistratura che ha costretto alle dimissioni l’assessore regionale alla sanità ed ha portato in carcere alcuni burocrati, è una opposizione del tutto “irresponsabile”. Poi, se una parte di essa, nella precedente legislatura, ha sostenuto il governo Crocetta, non ha alcun titolo per parlare. Da giorni viene richiamato il..

Berlino, il Covid e il diritto di ognuno a ritornare libero

Per qualche tempo ho vissuto a Berlino durante la guerra fredda in una città divisa dal muro. Di quel periodo coltivo tanti ricordi, tutti inondati dalla meravigliosa luce della giovinezza. Anche quando la città poteva sembrare fredda, tetra ed inospitale in realtà era avvolta dal brillante sogno della speranza. Non è casuale che questa speranza sia giunta - anni dopo - a suggellare il desiderio di libertà del suo popolo. Un pensiero, tra tutti, era stato la bandiera del movimento dei berlinesi dell'Est. Lo scrivevano su ogni faccia di quell'odiato ed alto muro poi demolito a colpi di piccone: "Potrò dormire solo quando sarò morto". In quella frase vi era il concentrato in purezza di ciò che un essere umano avverte allorché la sua libertà viene ingiustamente limitata. Era un..

Perché a Draghi non serve fare il duro (solo) con Erdogan

Ieri sera Mario Draghi è stato molto duro con Erdogàn e il suo modello. “Chiamiamoli dittatori”, ha detto. Poche ore dopo l’ambasciatore italiano è stato convocato ad Ankara. Va benissimo. Pane al pane. Tuttavia, se Draghi avesse usato la metà della franchezza spesa con Erdogàn anche con Giani, Marsilio, Emiliano, Spirlì, De Luca e gli altri, cioè con i presidenti delle regioni italiane che stanno vaccinando a caso, forse sarebbe stato più utile. Erdogàn se ne frega dell’Italia e di Draghi. Ovviamente. Sui presidenti delle regioni, il capo del governo, invece può tutto: impugnargli le delibere, riaprire le scuole in Puglia, commissariare la sanità, imporgli finalmente di vaccinare gli anziani e i fragili. Mentre loro vaccinano gli amici (i dipendenti regionali) e i minacciosi clienti (i magistrati). Insomma Draghi è..

Mi inquieta l’assalto telefonico alla morale di un assessore

Non conoscevo Ruggero Razza prima che diventasse assessore e ho motivo di credere che egli non abbia mai saputo di me prima che i nostri destini si incrociassero sugli aspri terreni della pandemia. Del resto ci separano oltre trenta anni di età, un tempo sufficiente a tenerci lontanissimi: nessun evento in comune, nessuna affinità di sentimenti. Difficilmente rideremmo o piangeremmo per le stesse cose, se capitasse. Nemmeno ci legano nodi ideologici… non ci avvicina un comune sentire politico: io sono un moderato insipiente di sinistra, lui un solido militante di destra. Né, sappiatelo, mi lega a lui l’avido desiderio di favori, che’ credo di aver raggiunto tutti i sogni del mio cassetto (o forse di più, quelli di mio padre, che non fece in tempo purtroppo a vedermeli conquistare) ed..

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