Maradona, un genio del pallone che conosceva il rispetto

Con Maradona il mio rapporto è stato sempre molto franco. Io rispettavo il campione, il genio del pallone, ma anche l’uomo, sul quale sapevo di non avere alcun diritto, solo perché lui era un personaggio pubblico e io un giornalista. Per questo credo lui abbia sempre rispettato anche i miei diritti e la mia esigenza, a volte, di proporgli domande scabrose. So che la comunicazione moderna spesso crede di poter disporre di un campione, di un artista soltanto perché la sua fama lo obbligherebbe a dire sempre di sì alle presunte esigenze giornalistiche e commerciali dell’industria dei media. Maradona, che ha spesso rifiutato questa logica ambigua, è stato tante volte criminalizzato. Una sorte che non è toccata invece, per esempio, a Platini, che come Diego ha detto sempre no a..

Undici giorni con l’Italia in guerra. Dio ce ne scampi

Dio non voglia che mai nessuno dichiari guerra all’Italia. Sarebbe una tragedia. Dio ce ne scampi. Il secondo giorno saremmo tutti sui balconi a cantare Fratelli d’Italia, Il cielo è sempre più blu e Notti magiche. Il terzo qualche 5 Stelle direbbe che la tecnologia militare nei nostri satelliti potrebbe far venire la pertosse ai cani sulla base di una cosa letta su un blog e la questione finirebbe in Parlamento. Il quarto Salvini contesterebbe al governo che si stanno spostando troppi militari sulle zone del conflitto senza presidiare a sufficienza il Mediterraneo dall’invasione dei migranti in crociera. Il quinto il Pd borbotterebbe qualcosa di incomprensibile e poi farebbe quel che dicono i 5 Stelle. Il sesto Vincenzo De Luca farebbe un video contestando come non ci sono abbastanza campani..

Altro che vicinanza. Quando il lutto sbarca sui social

Tra i mille effetti collaterali di un lutto ce n'è uno, moderno e sottovalutato, legato al cosiddetto necrologismo dei social. Che consiste, in poche parole, nel rendere smart il rituale più anti-smart che gli esseri umani organizzatisi in società abbiano mai organizzato: le condoglianze. Già il solo termine con-do-glian-ze è ostile ai moderni linguaggi: non è R.I.P. (che come dice il mio amico Giuseppe potrebbe essere confuso con un detersivo), ma manco una serie di emoticons che si fanno cuoricini, manine giunte, facce tristi, lacrimoni stilizzati e via digitando. Le condoglianze moderne e per di piu' in era Covid sono digitali, un clic e via, senza manco toccare la tastiera che poi bisogna sanificarla. Insomma mentre le distanze si accorciano, le vie di uscita si moltiplicano. Prima, per manifestare affetto..

Furbetti e cani senza padrone del reddito di cittadinanza

Da quando sono scattati i controlli sui percettori del reddito di cittadinanza, sono stati smascherati terroristi, mafiosi, assassini, trafficanti, ma anche imprenditori con ville di lusso, professionisti con macchinoni e barconi. Insomma, sono affiorati i soliti vizi e vezzi dei soliti furbetti all'italiana che incassavano i soldi dello Stato facendosi beffe di chi in realtà ne aveva bisogno. Oggi si è scoperto che prendevano il sussidio altre 8 famiglie di mafiosi dell'agrigentino. E tra queste, la moglie di uno dei sicari del giudice Rosario Livatino, quel Gianmarco Avarello che volle fortemente quel delitto, sepolto da sette ergastoli. La signora Avarello aveva omesso questo dettaglio nella dichiarazione con cui chiedeva il reddito. Da maggio prendeva 660 euro al mese. Ora è stata scoperta, dovrà restituire i soldi ed è stata denunciata...

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