Abuso d’ufficio, primo voto al
Senato per cancellare il reato

La Commissione Giustizia del Senato, presieduta da Giulia Bongiorno, ha concluso l'esame degli emendamenti presentati all'articolo 1 del ddl Nordio, quello che prevede l'abrogazione del reato di abuso d'ufficio. È passata una proposta di modifica della Lega che "tipizza meglio", come spiega Bongiorno, il reato di traffico di influenze. Quella, a prima firma della senatrice leghista Erika Stefani, che puntava ad introdurre nel testo la riforma della legge Severino, è stata trasformata, invece, in un ordine del giorno ed approvata. La Commissione tornerà a riunirsi domani mattina alle 9.15 per continuare a votare gli emendamenti relativi all'articolo 2 del ddl, quello in cui si affronta il nodo della trascrizione delle intercettazioni a tutela del terzo estraneo al procedimento. Iv e Azione hanno votato con la maggioranza, Pd e M5s contro...

Schlein alle europee? La febbre elettorale rianima il Pd

Mica male questo tormentone della candidatura di Elly Schlein alle Europee, classica storia di un mondo capovolto. Capovolto come il fatto che un leader dell’opposizione, già in discussione di suo, non si impone come “sfidante” per forza propria, ma sia scelto nel ruolo dalla presidente del Consiglio. Perché, da che mondo è mondo, uno non si sceglie un competitor che lo impensierisce. Se lo trova e basta. Capovolto come la reazione di fronte all’invito, perché la sfidante prescelta avrebbe potuto, da subito, risfidare, in un senso o nell’altro. Dando comunque un segno di vitalità. Ipotesi A: denunciare, con postura sicura e voce vibrante, la “finzione” di un premier che trasforma le Europee in un sondaggio nazionale (sempre meglio che governare) rivendicando l’alterità di chi rifiuta l’andazzo. E l’impegno a candidare..

Salvini non si candida “ma a
Bruxelles manderei Vannacci”

"Non mi candido alle elezioni europee. Continuerò a fare il ministro". Lo ha detto il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, a 'Quarta Repubblica' su Rete 4, aggiungendo che "mi piacerebbe candidare Vannacci, lui è un'altra delle vittime della sinistra radical chic". Il generale si dice lusingato: "Ringrazio per il pensiero e per la fiducia, a mente fredda valuterò, fermo restando che per il momento faccio il soldato", ha detto all'ANSA Roberto Vannacci. "Una certa magistratura di sinistra, una certa stampa di sinistra sta attaccando me" ha detto poi Salvini su Rete 4: "Perché attaccare la mia compagna, lasciatela lavorare". E ha aggiunto: "Non penso che all'Anas ci sia gente corruttibile e ogni mia scelta la faccio nell'interesse del paese". Continua su Huffington Post

Innovation Island: il portale che spinge la Sicilia nel futuro

"Lo introduttore ha per nimici tutti quelli che degli ordini vecchi fanno bene, et ha tepidi defensori tutti quelli che delli ordini nuovi farebbano bene. La quale tepidezza nasce, parte per paura delli avversarii, che hanno le leggi dal canto loro, parte dalla incredulità delli uomini; li quali non credano in verità le cose nuove, se non ne veggono nata una ferma esperienza”. Niccolò Machiavelli, Il Principe. Vlad III di Valacchia, meglio noto come Drăculea (in rumeno figlio del diavolo), piangeva lacrime di sangue. Non è l’incipit di un nuovo racconto dell’orrore, ennesima variante del mito, ma è il risultato di una ricerca serissima condotta dalla più che seria Università di Catania, dal preclaro Politecnico di Milano insieme alla società israeliana Spechtrophon, con la collaborazione dell’archivio di Sibiu in Romania. La..

“La tribù della Meloni soffre la
sindrome da figli di un dio minore”

Professor Giovanni Orsina, in tre ore di conferenza stampa e 42 domande il mondo di Giorgia Meloni non è cambiato né si è allargato: i guasti ereditati dalla “sinistra” non meglio identificata, la rivendicazione del grande lavoro quando i risultati latitano come sull’immigrazione, le inerzie di quelli che c’erano prima. Non la stupisce questa continua narrazione in difesa – quasi un’excusatio non petita – dalla premier di un governo numericamente forte ed elettoralmente col vento in poppa? Essere in difesa è una delle caratteristiche sostanziali di Giorgia Meloni. È iper-prudente, attentissima, ansiosa di tenere i processi sotto controllo, eccede sempre sul versante della cautela, mai dell’ardimento. È un tratto psicologico, direi. Se un’azione promette buoni dividendi ma implica anche dei rischi, tende a evitarla. Continua su Huffington Post

Meloni non deve confessare niente: il ricatto è politica

C'è da mettersi il cervello a sghimbescio e il cuore in pace leggendo che Meloni deve dire o meglio confessare subito, pena lo scandalo etico o una inappellabile condanna morale, chi mai avrebbe osato pretendere di dare le carte, cioè condizionare il governo che ella ha l’onore di presiedere (si dice così) e magari, usando un linguaggio da trivio che non si porta in società, addirittura ricattarla. Anvedi. I giornali sono pieni di questo gargarismo, si inseguono in pagina i commenti gorgoglianti di indignazione, si evoca Soros per alludere ai Protocolli dei Savi di Sion, ai mitologici incubi del complottismo sfrenato della destra più stronza. Per la verità l’ultima accusa, ricatto, non la si è udita, e sì che c’erano tre ore e un minuto di tempo per pronunciarla durante..

FdI, la Meloni sospende Pozzolo:
con gli irresponsabili sarò rigida

“Sarà un anno complesso per tutti, non mi aspetto sconti ma rispetto”. Esordisce così Giorgia Meloni alla conferenza stampa di inizio anno e non di fine, come da tradizione, a causa di rinvii per malattia. Un lasso di tempo che ha spostato il focus su nuove questioni, tra cui la polemica per lo sparo di Capodanno. La domanda sulla vicenda arriva a metà conferenza e la risposta è quella attesa, la sospensione del parlamentare Pozzolo: "Chiunque detenga un’arma ha il dovere legale e morale di custodirla con serietà. C’è un problema con quello che è accaduto, qualcuno non è stato responsabile, ossia chi ha un porto d’armi. Questo per me non va bene per un italiano qualsiasi, figuriamoci per un parlamentare di Fratelli d’Italia. Per questo ho chiesto ho chiesto..

Mediaset apre a Travaglio. Cade il veto anti Fatto Quotidiano

Silvio Berlusconi gli ha spolverato la sedia, il figlio Pier Silvio gliela impaglia. E’ nata la televisione di Marco Travaglio ed è la vecchia Mediaset che ora tifa Travaglio. Sta per cadere, e definitivamente, il veto aziendale che impediva di contrattualizzare le firme-forca del Fatto quotidiano, nato per mandare alla forca Berlusconi. Oltre ad Andrea Scanzi, già ospite regolare della pro loco di Bianca Berlinguer, su Rete 4, uno dei prossimi opinionisti, sarà Peter Gomez. E’ il condirettore ed è autore, insieme a Travaglio, di “Lo chiamavano impunità”, il meridiano dell’antiberlusconismo. Nelle librerie antiquarie si trova ancora il volume due, “E continuavano a chiamarlo impunità. Ma è proprio vero che è stato sempre assolto? Come sono finiti i processi di Berlusconi & C.”. I titoli sono lunghissimi come gli anni..

Il pericolo per Meloni sono i citrulli che le stanno attorno

Negli ultimi anni, grazie ai governi che si sono succeduti, abbiamo visto all’opera i cretini di sinistra. Ebbene, adesso, da circa un anno e mezzo, abbiamo finalmente l’opportunità di osservare anche gli imbecilli di destra. Costoro sono il vero nemico e la più grande minaccia rivolta contro la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. La quale, d’altra parte, in assenza di antagonisti e di oppositori a sinistra, avendo insomma lei a che fare con Elly, cioè con ella, insomma con Schlein, ha un solo vero e pericoloso avversario: i citrulli che le stanno intorno. C’è la deputata che va in televisione a dire che le ragazze devono stare a casa e fare figli, c’è quell’altra che s’impelaga in una interrogazione parlamentare contro gli autovelox che le hanno fatto le multe, c’è..

Gli intoccabili. Il deputato Pozzolo
trasforma l’immunità in privilegio

Con una nota ufficiale, Fratelli d’Italia ha definito assurdo il tentativo di trasformare in caso politico la stravagante sparatoria alla festa di capodanno del sottosegretario Andrea Delmastro per probabile mano del deputato Emanuele Pozzolo. Alla stravaganza della sparatoria si aggiunge la stravaganza della nota: come non è un caso politico? Un deputato della Repubblica arriva armato al brindisi di mezzanotte e non è un caso politico? Ci arriva, secondo testimonianze rese ai giornali e probabilmente alla procura, in stato di allegria non del tutto contagiosa, diagnosi che forse allude a una naturale disposizione d’animo oppure rimane nell’ambito dell’eufemismo, ma qui devo arrendermi e fermarmi. E non è un caso politico? Non è un caso politico che il parlamentare non sembri aver contribuito con solerzia alla ricostruzione del fatto? E se..

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