La marcia che Nello
dovrebbe fare e non fa

Ora che ha marciato su Roma, ora che ha mostrato i muscoli al ministro dell’Interno e al presidente del Consiglio, ora che si è affacciato su tutti i giornali e i talk-show, ora sarebbe bene che il colonnello Nello pensasse alla Sicilia. Da otto mesi la Regione vive senza soldi. La finanziaria di cartone, inventata da un bullo in libera uscita, nega di fatto qualsiasi aiuto a imprese e lavoratori messi in ginocchio dal lockdown. Certo, gli sbarchi sono un problema, soprattutto sanitario. Ma quando si deciderà il governatore a marciare anche sull’assessorato di via Notarbartolo e a prendere a calci gli sprovveduti che hanno costruito un bilancio con gli assegni a vuoto? La Sicilia ha bisogno di investimenti, sviluppo e liquidità. Non serve abbaiare al governo di Roma, che..

Anche Musumeci
s’è iscritto tra i bulli

Non bastava quella macchietta della politica che noi delle Operette Immorali chiamiamo affettuosamente “il bullo”. Ora anche il governatore Musumeci aspira a entrare trionfalmente nella categoria dei guappi di cartone. Il colonnello Nello sapeva bene che l’ordinanza emessa sabato notte con l’ambizione di chiudere i porti agli immigrati e di sgombrare gli hotspot con un ponte aereo era una pia illusione. Anzi, una manovra di spregiudicata propaganda. Eppure l’ha firmata lo stesso. Con il risultato di notificare al governo di Roma che la triste Regione siciliana non è più nelle mani di un bullo, ma di due bulli: il primo, con una finanziaria di cartone, è riuscito a bloccare per otto mesi le somme destinate all’emergenza; mentre il secondo ha già trasformato l’emergenza in uno strumento elettorale utile solo al..

Regione, il bullo
al suo ultimo bluff

Siamo in agosto, ottavo mese dell’anno 2020, e la Regione non è ancora in grado di governare né l’economia siciliana né l’emergenza legata al Covid. Fino ad aprile c’è stato l’esercizio provvisorio; poi, approvato il bilancio, è scattata la trappola dei fondi europei da riprogrammare perché il bullo, al quale Musumeci ha delegato la gestione dei conti pubblici, ha costruito una finanziaria dove non ci sono soldi ma assegni a vuoto. Per rendere spendibili 400 milioni provenienti da Bruxelles è necessario il via libera del Comitato di Sorveglianza. Che però non si riunisce. Pur di evitare i forconi, il bullo dà ora la colpa ai cattivissimi del Comitato. Qualcuno gli insegni che in caso di urgenza – e qui l’urgenza è evidente – il parere della Sorveglianza si può anche..

Un aiuto dalla Regione
per salvare Marianna

Chi ha detto che la buona politica non esiste? Chi ha detto che la Regione, pur con i suoi mille difetti, non sarebbe stata in grado di aiutare una mamma di 39 anni, gravemente ammalata, a ritrovare la fiducia nella vita e a riaccendere un sorriso nel viso dei suoi due bambini? Ruggero Razza, assessore alla Sanità, ha accolto l’appello di Marianna, volata a Houston in cerca di speranza, e ha aperto un altro spiraglio. Dopo avere approfondito i dettagli, ha manifestato la massima disponibilità a inserire il caso di Marianna nel protocollo sanitario previsto per cure sperimentali all’estero. Spetterà poi al comitato etico decidere il sostegno da assegnare nell’eventualità che la seconda sottoscrizione, lanciata dai familiari, non dovesse raggiungere i 400 mila euro necessari per coprire le spese. Marianna..

Marianna bussa
al cuore di Razza

No, per salvare Marianna e restituire la gioia di vivere ai suoi bambini la solidarietà, da sola, non basta più. Lei, con il suo sorriso dolce, è già a Houston dove una equipe chirurgica di straordinaria bravura tenterà di strapparla alla crudeltà di un linfoma che marcia con implacabile velocità. Ma, data la gravità della malattia, i tempi si complicano e si allungano. Per regalare un sorriso a Marianna, 39 anni, servono non meno di 400 mila euro. La prima sottoscrizione, abbondante e amorevole, ha superato i 164 mila euro. Che però non bastano più. Si riaprono ovviamente gli appelli, ma per evitare che la speranza si perda a metà strada non resta che confidare nel cuore grande della Regione e nella sensibilità umana di Ruggero Razza, assessore alla Sanità...

Sara caldo l’autunno
del bullo impenitente

"Il miliardo e duecento milioni che secondo il governatore avrebbe dovuto mettere il turbo all’economia dell’isola è ancora sulla carta, perché per erogare i fondi occorre il via libera della Commissione europea e dello Stato: ma Bruxelles e Roma attendono ancora la documentazione da Palermo". Questa frase è stata appena scritta non dal direttore di Buttanissima, giornale dell’irriverenza. Ma da due autorevoli cronisti di Repubblica, Antonio Fraschilla e Claudio Reale. Quale altra scusa accamperà il bullo al quale Musumeci ha delegato la gestione del bilancio? Quale giustificazione si inventerà quando le aziende messe in ginocchio dal lockdown gli chiederanno conto e ragione di un fallimento? A quali altri bluff ricorrerà per nascondere gli effetti di una Finanziaria costruita con gli assegni a vuoto? Sarà un autunno caldo per il bullo..

Fra bulli e asinelli
non c’è più un euro

Il bullo, al quale Musumeci ha consegnato l’amministrazione dei conti pubblici, ha balbettato l'altro ieri, davanti all’Assemblea regionale, alcune giustificazioni nel tentativo di scaricare su altri colpe che sono esclusivamente sue. Il dato incontestabile è che dalla fine di aprile, giorno in cui è stata approvata la Finanziaria di cartone, la Regione non riesce a spendere un solo euro. La crisi diventa sempre più acuta ma il governo di Palazzo d’Orleans non riesce ad aiutare nessuno. Per coprire gli assegni a vuoto con i quali il bullo ha imbottito la Finanziaria, è necessario sbloccare i fondi che l’Europa aveva programmato per altri interventi. Occorre una trattativa. Ma dopo cento giorni Bruxelles contesta grossolani errori di metodo e di merito. Gli asinelli della Regione confondono i POC con i FESR e..

La scuola della Azzolina
e quella della Regione

Non c’è genitore, non c’è alunno e non c’è insegnante che non guardi, con trepidazione, al 14 settembre, giorno in cui dovrebbero riaprire le scuole. Dalla gentile Azzolina, ministro della Pubblica istruzione, arrivano solo segnali di confusione. E basta una sola domanda per capire in quale delirio si troveranno i presidi. Questa: se uno studente, Dio non voglia, dovesse risultare positivo al Covid che facciamo, si chiude la classe o si paralizza l’intero istituto? Interrogativi e preoccupazioni che non investono l’altro mondo della scuola: quello – molto opaco – della formazione professionale; quello gestito direttamente, con sprechi e leggerezza, dalla Regione. Ci saranno anche lì i banchi con le rotelle? Diciamolo: della Formazione non frega niente a nessuno. Forse nemmeno all’assessore. Lì si amministrano soldi e clientele. Lo studio è..

Divanisti al lavoro
ma senza affaticarli

Con calma. Anzi con calmezza, per dirla con una parola dal ritmo ancora più appropriato. L’assessore regionale al Lavoro ha annunciato che i divanisti del reddito di cittadinanza saranno impiegati dai comuni in lavori di pubblica utilità. Ma senza calcare la mano. I divanisti – quelli che, pagati dallo Stato, passano le giornate sul divano a grattarsi la pancia – non devono comunque preoccuparsi. L’assessore Scavone assicura che potranno essere utilizzati per un tempo compreso tra le otto e le quindici ore settimanali. Un orario di tutto riposo. Per evitare il rischio, va da sé, che a qualcuno possa anche apparire un timido callo alle mani. Ma Di Maio, boss dei grillini, non ci aveva detto che il reddito di cittadinanza, col bluff dei navigator, avrebbe trasformato migliaia di disoccupati..

Il colonnello Nello
abbaia solo alla luna

Il presidente Musumeci, quando vuole, sa anche vestirsi da sceriffo, da comandante in capo, da colonnello o caporale di giornata. Ci sono momenti, soprattutto davanti alle telecamere, in cui il governatore sa come alzare la voce per fare arrivare a Roma proteste e rivendicazioni. Diventa però incomprensibilmente floscio, quasi una pallida mozzarella, quando deve fare i conti con quella macchina arrugginita che è la Regione. A che vale mostrare il volto truce con gli immigrati o con i disobbedienti del lockdown, se poi tace tenacemente su una Finanziaria che, a tre mesi dall’approvazione, non riesce a spostare un euro nelle tasche dei tanti siciliani – imprenditori, disoccupati e lavoratori – messi in croce dalla pandemia? Diciamolo. Il colonnello Nello è uno che abbaia alla luna. E’ uno sceriffo di cartone...

Gerenza

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