Non c’è genitore, non c’è alunno e non c’è insegnante che non guardi, con trepidazione, al 14 settembre, giorno in cui dovrebbero riaprire le scuole. Dalla gentile Azzolina, ministro della Pubblica istruzione, arrivano solo segnali di confusione. E basta una sola domanda per capire in quale delirio si troveranno i presidi. Questa: se uno studente, Dio non voglia, dovesse risultare positivo al Covid che facciamo, si chiude la classe o si paralizza l’intero istituto? Interrogativi e preoccupazioni che non investono l’altro mondo della scuola: quello – molto opaco – della formazione professionale; quello gestito direttamente, con sprechi e leggerezza, dalla Regione. Ci saranno anche lì i banchi con le rotelle? Diciamolo: della Formazione non frega niente a nessuno. Forse nemmeno all’assessore. Lì si amministrano soldi e clientele. Lo studio è solo un dettaglio.