Schifani e la sanità
“Hic sunt leones”

Ai cristiani che venivano sbranati dai leoni al Colosseo il Vangelo prometteva il regno dei cieli. Ai pazienti che in Sicilia non sanno dove sbattere la testa per un’ecografia o un intervento alla prostata il presidente della Regione, Renato Schifani, promette una sanità da mille una notte: cinque nuovi ospedali a Palermo, padiglioni extra lusso tra Gela e Siracusa, investimenti per un miliardo e 870 milioni di euro. Opere che vedranno la luce a metà del secolo nuovo. Intanto Schifani tira a campare. E con il luccichio dei vetri colorati tenta di mascherare le colpe di una politica che presenta manager impresentabili – hic sunt leones – e che non sa più come fronteggiare un sistema che cade a pezzi. Se Schifani vuole redimere la sanità cominci dal vertice: sostituisca..

Gli inquietanti silenzi
di Palazzo dei Normanni

E’ l’Assemblea dei silenzi quella che vive e regna tra le mura di Palazzo dei Normanni. Repubblica si chiedeva ieri come mai, di fronte allo scandalo dell’università bosniaca e al futuro rubato di centinaia di ragazzi, non si sia levata una voce di condanna: “Dove sono le forze politiche, Pd e sinistra in testa?”, ha scritto in un editoriale Marco Patucchi. Mentre Marco Romano, sul Giornale di Sicilia, ha sollevato il caso di Patrizia Monterosso, silurata da Gaetano Galvagno con lo scarabocchio di una pec, e ha sfidato il presidente dell’Ars a spiegare “senza paludate ipocrisie” perché si è deciso che la direttrice della Federico II “debba suo malgrado interrompere, bruscamente e in corsa, la vincente esperienza alla guida della Fondazione”. Ogni silenzio, annotava il grande gesuita Baltasar Graciàn, può..

Un tesoro cancellato
con uno scarabocchio

Era inevitabile che l’Assemblea regionale, con le sue pigrizie e le sue indolenze, finisse per mal sopportare una Fondazione, come la Federico II, che colorava di iniziative l’infinito mondo della cultura, che non smetteva di valorizzare gli artisti più promettenti, che non perdeva mai l’occasione di aprire un dibattito – autorevole, mai banale – sui temi più delicati e divisivi di questo nostro vivere civile. La Fondazione di Patrizia Monterosso era un sommario di invenzioni, di fantasie, di curiosità, di relazioni, di intelligenze. Era un patrimonio dell’umanità. Poteva essere un vanto e un orgoglio per i deputati di Palazzo Reale. Invece la politica – quella piccola piccola, immersa nella miseria dei giochi di potere – l’ha vissuta come un corpo estraneo, come un’eresia. E ha deciso di cancellarla con un..

Quello studio legale
scelto da Aeroitalia

Per carità, ciascuno si sceglie l’avvocato che vuole. E ogni avvocato è libero di garantire assistenza a chiunque bussa alla sua porta. Ma quando leggi in un comunicato che Aeroitalia, trascinata in giudizio presso il Tribunale civile di Roma, ha affidato la propria difesa allo studio palermitano Pinelli Schifani, avverti un lieve smarrimento. Perché Aeroitalia è la compagnia sulla quale ha puntato tutte le sue carte il presidente della Regione, Renato Schifani, nella campagna contro il caro voli imposto alla Sicilia da Ita Airways e Ryanair. E Schifani, prima di impegnarsi in politica, esercitava la professione di avvocato proprio nello studio che porta ancora il suo nome. Ne consegue che Aeroitalia, nel dare notizia della positiva conclusione della vertenza, ha voluto rendere pubblica la sua gratitudine. E non solo agli..

Il commissario perso
sulla Palermo-Catania

A giudicare dalle notizie che si leggevano sui giornali, l’autostrada che collega Palermo con Catania doveva essere per Renato Schifani il luogo del miracolo. Alla stregua, si fa per dire, di ciò che il lago di Tiberiade fu per il Nazareno. Ma il titolo che campeggia oggi sulla prima pagina del Giornale di Sicilia stronca ogni illusione: l’autostrada è “un’infinita giungla di cantieri”. Se ne contano già diciannove, senza considerare la chiusura a lungo termine degli svincoli di Enna e Termini Imerese. Sua eccellenza il Commissario Pigliatutto non ha risolto un bel nulla. La Palermo-Catania somigliava già a una trazzera, ora è più impervia e pericolosa di una mulattiera. Quanto durerà questo tormento d’asfalto e pozzanghere, questa gimkana infernale di birilli e deviazioni? Non lo sa l’Anas, non lo sa..

La sanità degli ultimi
L’esempio di Palermo

Bagni di sole e di mare, aria salmastra e tanti bambini da curare con metodi naturali. Era il 1874 quando il dottore Enrico Albanese inaugurò, sulla costa palermitana, l’Ospizio Marino. In questo 2024, dunque, si potrebbero celebrare i centocinquant’anni dalla fondazione ma forse è preferibile di no. La struttura è affogata, ormai da tempo, nell’inedia della sanità pubblica ed è stata trasformata in un girone infernale per poveri cristi, disabili e tutti gli sventurati che non possono permettersi una visita a pagamento. Gli eminenti deputati dell’Assemblea regionale, chiamati a valutare i nuovi manager delle Asp, abbiano la benevolenza di fare una visita a questo presidio territoriale. Valutino l’efficienza e la pulizia dei padiglioni, le ore e le code d’attesa, il calvario di ogni paziente. E’ l’unico modo per capire in..

Ma ora chi salverà
il soldato Caruso?

Fino a quando resterà in piedi Marcello Caruso, il coordinatore regionale di Forza Italia? Per un anno ha fatto da sgabello agli umori e ai rancori di Renato Schifani, senza mai un’obiezione. Ha coperto la demolizione, con i caterpillar di Palazzo d’Orleans, dell’impero intestato per quasi trent’anni a Gianfranco Miccichè. E su quelle macerie ha organizzato il reclutamento, con ogni mezzo, di tutti i transfughi, i traditori e i pagnottisti smaniosi di abbandonare la nave che affondava e di saltare sul carro del vincitore. La storia non ricorda altro: non un’idea, non un progetto. Solo operazioni invisibili. Fino alla settimana scorsa. Quando il congresso di Roma ha disvelato la realtà di un partito lacerato da faide e vendette; persino da una spedizione punitiva sulla quale si è già posato l’occhio..

Salvini e il miracolo
del santissimo Cesa

Ai leghisti che si strappano i capelli per il risultato della Sardegna bisognerebbe ricordare che non si lasciano le grandi opere a metà. Salvini aveva in mano la carta vincente e l’ha miseramente sciupata. Aveva stipulato un patto di ferro con Lorenzo Cesa ma non è stato capace di utilizzare la luce che il naufrago democristiano avrebbe potuto spargere sull’isola: una luce di coerenza e di intransigenza, di impegno civile e rigore morale, di legalità e trasparenza. Lorenzo Cesa è un sommario di virtù e Salvini avrebbe dovuto portarlo in processione per tutta la Sardegna, come una Madonnina di Lourdes. Ma ha perso l’occasione e ora non gli resta che aspettare il miracolo delle europee. A giugno Cesa moltiplicherà il pane e i pesci: sa come fare. Poi, come ogni..

La Cardiochirurgia
e l’effetto rancore

Chissà se Siracusa riuscirà a vedere nei prossimi dieci o vent’anni il nuovo ospedale. Dal cilindro di Renato Schifani sono saltati fuori i cento milioni che erano stati inghiottiti dallo stesso cilindro appena qualche mese fa. Ma le promesse del presidente della Regione sono, appunto, giochi di prestigio. E’ molto più probabile invece che in tempi brevi la Sicilia perda una importantissima struttura ospedaliera, anziché guadagnarla. Da fonte attendibile sembra che il presidente Roberto Occhiuto abbia avviato le trattative con il Bambin Gesu di Roma per riportare in Calabria la Cardiochirurgia pediatrica che era stata provvisoriamente trasferita a Taormina. Tra Occhiuto e Schifani i rapporti già non erano buoni. Il congresso di Forza Italia li ha ulteriormente deteriorati. Il governatore della Sicilia ha fatto di tutto per ostacolare l’ascesa del..

La Corte dei Conti
mai così impietosa

Sono stati gli anni della mala gestio, della finanza allegra, dello spreco, delle smargiassate, dell’impunità. Non lo diciamo noi. E’ stato detto ieri, in tutte le declinazioni, dalla Corte dei Conti, la magistratura alla quale è demandato il controllo del bilancio regionale. Dalla sanità al turismo, dall’agricoltura agli enti di sottogoverno, non c’è settore dell’amministrazione che non abbia prestato il fianco all’arbitrio e alla illegalità. L’anno più nero è stato il 2020, quando a Palazzo d’Orleans imperavano Nello Musumeci e Gaetano Armao. “Per un certo periodo – ha spiegato il procuratore generale, Pino Zingale – la Regione ha speso somme per le quali non aveva la giuridica disponibilità, dovendole invece destinare al ripiano del disavanzo”. Qualcuno pagherà? La giustizia contabile è lenta, troppo lenta. Ma, se vuole, sa essere anche..

Gerenza

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