Il reuccio si incorona
ed è festa in Sicilia

Nei laboratori di analisi e negli ambulatori convenzionati c’era, fino a ieri sera, tristezza e malinconia: per quattro giorni medici e infermieri avevano chiesto alla Regione di onorare la sanità privata e avevano ricevuto solo calci in faccia. Ma stamattina è esplosa all’improvviso una incontenibile allegria. Ballavano tutti sotto la pioggia. Scene di giubilo anche negli ospedali. Feste e soave delirio persino tra i precari del Covid, mazziati dall’assessore Volo; persino tra gli eroi del pronto soccorso, luogo tradizionale dello sfascio, dell’insicurezza, della disperazione. E noi qui a chiederci il perché di tanta gioia e di tanta contentezza. Poi, alla controra, la folgorazione: i giornali avevano appena diffuso i dati di un sondaggio che assegnava al presidente Schifani un consenso bulgaro, una fiducia illimitata e altre amenità. Per questo ridevano..

I precari, il governo
e la lezione di Giobbe

Per capire come funziona la Regione governata da Renato Schifani e da Giovanna Volo; per sapere di quanto prestigio godono il presidente della Regione e l’assessore alla Sanità basta la cronaca sgangherata di ciò che è successo l'altro ieri nelle Asp. Chiamate a concedere una pietosa proroga dei contratti ai precari Covid – contratti scaduti il 28 febbraio – le strutture sanitarie hanno deciso di testa propria: l’Asp di Trapani ha concesso tre mesi, Ragusa due, Enna uno. Agrigento dieci giorni. Palermo, zero. Altro che Brancaleoni di Sicilia. Messi di fronte al primo problema da risolvere in maniera seria, sia Schifani che la Volo hanno mostrato la propria inconsistenza. Sono due che balbettano, che annaspano e si confondono. “Chi è quell’uomo?”, si legge nel libro di Giobbe, al capitolo 38...

Ai patrioti non bastano
le ubbidienze di Schifani

La politica ha una sua crudeltà. Prendete Renato Schifani. Da quando si è insediato a Palazzo d’Orleans ha eseguito, come un Don Abbondio, tutti gli ordini di Fratelli d’Italia. I patrioti lo hanno calpestato con l’arroganza propria dei vincitori e lo hanno persino costretto a rimangiarsi, nel giro di una notte, proclami pronunciati un’ora prima con i toni da caudillo. Lui non ha mai reagito. Anzi, si è esibito in genuflessioni sempre più sbracate e salivose. Pensava di salvarsi, poveretto. Ma appena è esploso il primo problema – quello dei tremila precari Covid – i colonnelli di FdI si sono dimenticati degli inchini e delle riverenze e hanno preteso soluzioni che il governo non sa dove trovare. L’alleanza è andata subito in tilt. Gli uomini della Meloni, ieri all’Ars, si..

Ma le goffe arroganze
non portano mai bene

Se tremila operatori della sanità scendono in piazza per gridare ai quattro venti le loro rivendicazioni, lui interpreta quella legittima protesta come un affronto alla sacralità della sua carica e manifesta subito il suo risentimento – il suo livore, stavo per dire – su laboratori d’analisi e ambulatori convenzionati. Se un giornale denuncia le sue cadute dal pero o i suoi smarrimenti nelle nebbie del Palazzo lui, il presidente della Regione, diventa subito acido e malmostoso. Ma anche sospettoso. Anche rancoroso. Persino minaccioso. Lui si accorge dei problemi solo quando sfiorano la sua vita privata. Ha fatto fuoco e fiamme sul caro voli perché un giorno, non trovando un posto in aereo da Roma, fu costretto a tornare a casa con la nave. Con le sue goffe arroganze, Renato Schifani..

Elly, il Pd di Sicilia
e la socialconfusione

Battuto ai punti Stefano Bonaccini, ultimo baluardo di un riformismo contaminato dal potere brutto e cattivo, con Elly Schlein hanno vinto finalmente i puri e duri del Partito Democratico. Hanno vinto Andrea Orlando e Dario Franceschini, due che non hanno mai sfiorato una poltrona, che non sanno che cos’è un ministero, che non hanno mai fatto una nomina di sottogoverno. E trionfa, anche in Sicilia, una legione di rivoluzionari, di visionari, di sognatori. Tra i quali – ci limitiamo ai nomi più appariscenti – ritroviamo Antonello Cracolici, Anthony Barbagallo, Giuseppe Provenzano. Da oggi in poi il Pd siciliano sarà nelle loro mani. Certo, qualcuno di loro avrà pure ceduto qualche volta – solo qualche volta – alla tentazione di un inciucio. Ma è stato di certo un peccato di gioventù...

I Brancaleoni di Sicilia
giocano con l’Orchestra

Se Elvira Amata avesse evitato di perdere tempo al bar dei pagnottisti e si fosse concentrata di più sul proprio lavoro, ci avrebbe risparmiato l’ultima farsa andata in scena a Palazzo d’Orleans, regno e luogo geometrico dei Brancaleoni di Sicilia. L’onorevole Amata, succedanea del Balilla all’assessorato del Turismo, aveva promesso solennemente che entro la metà di febbraio avrebbe cacciato il commissario Nicola Tarantino e dato finalmente un consiglio di amministrazione all’Orchestra Sinfonica, l’istituzione culturale trasformata dal Balilla in riserva di caccia per i suoi giochi di potere. Ma la zelante patriota non è riuscita a mantenere l’impegno. In attesa di trovare con gli alleati – e con il Balilla, va da sé – un’intesa sulla spartizione degli incarichi, ha nominato al posto di Tarantino un altro commissario. I Brancaleoni di..

Quella strada sporca
offende Biagio Conte

Fino all’altro ieri ho creduto che Cristo si fosse fermato ai Rotoli, nel cimitero senza pietà dove le bare vengono accatastate in un capannone squallido e maleodorante. Mefitico, stavo per dire. Poi ho visto su Repubblica la foto di via Tiro a Segno, proprio la strada di periferia che il Comune ha pensato di intestare a Biagio Conte, il missionario laico scomparso lo scorso 12 gennaio, e ho capito che a Palermo c’è uno scandalo ancora più grande e disgustoso. Ma avete visto com’è ridotta via Tiro a Segno? Scrive Repubblica: “Discariche di rifiuti che costeggiano i marciapiedi, liquami che fuoriescono dalle abitazioni e anche un enorme ecomostro che diventa ritrovo per i tossicodipendenti”. Ricordate quante promesse hanno snocciolato i governanti di questa città al funerale di Biagio Conte mentre..

I Brancaleoni
di Sicilia

Il presidente zampetta da un angolo all’altro della Sicilia in cerca di applausi e di gelidi baci alla pantofola. L’assessore al ramo non ha ancora trovato la bussola per orientarsi in una giungla burocratica che macina qualcosa come otto miliardi l’anno e sta lì, con le manine alzate, incapace di rispondere persino a una banalissima interrogazione parlamentare. Fino all’altro ieri c’era un direttore regionale che sapeva tutto di tutti e che sapeva, soprattutto, leggere le carte. Ma quel direttore è stato silurato da Palazzo d’Orleans – un luogo dove si accettano solo pensionati, guai a parlare di competenze – e la Sanità è diventata di colpo un deserto impazzito. Con un buco di 400 milioni, del quale nessuno s’era accorto, e una vertenza che rischia di allungare di altri sei..

La Sicilia sputtanata
da quelle lacrime finte

"Alla Regione gli aumenti non finiscono mai", titolava ieri Repubblica. Per tre anni, con il Balilla a capo del Turismo, la classe politica ci ha fatto credere che i milioni sprecati per lucidare i bilanci di Mediaset e di Urbano Cairo servissero per lanciare nel cielo fittizio dei giornali e delle televisioni l’immagine di una Sicilia bella, pulita e rassicurante. Invece da oltre una settimana la Sicilia viene sputtanata sia da La7 di Cairo sia sulla Rete4 di Mediaset. E la colpa non è dei conduttori: Massimo Giletti e Mario Giordano fanno, bene o male, il loro mestiere. E’ della carnevalata messa su dai deputati regionali – tutti inclusi e nessuno escluso – che prima si sono assegnati un aumento di stipendio da 900 euro al mese e poi hanno..

Schifani, Voltaire
e i guai della sanità

Aveva detto che ci avrebbe pensato lui. Che lui avrebbe preso in mano la vertenza e che in un batter d’occhio avrebbe messo specialisti e laboratori di analisi nelle condizioni di pensare con serenità alla salute dei pazienti. Sciopero? Macché sciopero. Il presidente della Regione, Renato Schifani, si era mostrato deciso. Aveva parlato della necessità di abbattere le liste d’attesa e, come di rito, aveva tessuto le lodi della collaborazione tra pubblico e privato. Aria fritta, ovviamente. Perché, alla resa dei conti, il presidente è sparito dalla scena e l’assessore Volo, poveretta, non sa che pesce pigliare. Col risultato che da martedì a venerdì le strutture accreditate creeranno indicibili disagi a chiunque avrà bisogno di un accertamento diagnostico. Schifani è fatto così. L’orgoglio dei piccoli, annotava Voltaire, consiste nel parlar..

Gerenza

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