L’ascensione del Bullo
nei cieli della legalità

Dopo anni di mistificazioni e di imposture, il Bullo oggi toccherà il cielo con un dito. Nonostante le sue scempiaggini e le sue malefatte, nonostante le sue arroganze e i suoi sconfinamenti, nonostante le sue balordaggini e le sue intemperanze, oggi sarà il giorno della sua ascensione nel luminoso e dorato mondo della legalità. Accademici e magistrati hanno voluto che si sedesse al loro fianco per meglio abbeverarsi alla fonte della sua saggezza e della sua cultura. Oggi ascolteranno in silenzio un suo discorso alato sul valore della giustizia. Lo applaudiranno, lo incenseranno, lo porteranno in trionfo. Hic genuflectur. Nel volgere di un’ora, tutto gli sarà perdonato: peccati, colpe, affari, intrighi, imbrogli. Sarà il giorno della redenzione. Per lui e per la politica che ancora lo sostiene. Avverrà tutto oggi...

Tripudio catanese
per il Balilla a Cannes

Per suonare la marcia trionfale arrivò a Cannes persino il maestro Canale, primo trombone della banda municipale di Acireale. Per recitare la poesia arrivò il cavaliere Pisapia, venerato maestro di Santa Maria di Licodia, con ascendenze a Scordia, a Palagonia, a Mascalucia e a Motta Sant’Anastasia. E per appuntargli una medaglia sul petto si mobilitò un battaglione di soldati – “libro e moschetto” – al comando del generale Pettinati, nato e cresciuto a Sant’Agata Li Battiati. Quando la tromba squillò scattarono in piedi i delegati di Paternò. E presero posto, lungo la Croisette, anche i salesiani di Santa Maria delle Salette. Il coro, venuto da Acitrezza, intonò “Giovinezza, giovinezza”. “Viva il cinema, viva la Sicilia e viva la Regione”, abbanniò il sindaco di Caltagirone. Il Balilla baciò la bandiera e..

L’ex magistrato Ingroia
ora canta nei matrimoni

Quelli che si professano eredi di Falcone e Borsellino non incontrano grande fortuna. La Confraternita della Trattativa – ospitata in tv per il solito dibattito su mandanti esterni e registi occulti delle stragi mafiose – ha raccolto davanti al video poco più di 400 mila telespettatori. Roba da zero virgola. Ma il testimonial più sfigato della comitiva resta l’ex magistrato Antonio Ingroia che, tra il 2012 e il 2013, fu il compositore, l’arrangiatore e il direttore d’orchestra di quella “boiata pazzesca”, chiamata appunto Trattativa. A quel tempo sembrava un tenore destinato ai migliori teatri del mondo: entrava e usciva da Palazzo Chigi e dal Quirinale, interrogava capi di stato e di governo. Ieri, per non farsi dimenticare, ha cantato in un matrimonio. Quello tra Francesca Donato, un’ex leghista che non..

Un pianto di popolo
per il Bullo disertore

Piange il quartiere di Ballarò, da Casa Professa fino all’Arco di Cutò. Piangono i disperati, i carcerati, i mutilati e pure i raccomandati. Piange il quartiere della Vucciria, da via dei Cocchieri fino al Largo Argentieri. Piangono i pompieri, i carabinieri, i brigadieri e pure Tatuccio, lo spilungone che si era arruolato nei corazzieri. Versano fiumi di lacrime i picciotti del Capo, da via Quattro Coronate fino al Monte di Pietà, dal convento di Sant’Agostino fino a Nostra Signora della Necessità. Tra lo Sperone e via Pesacannone sanguina invece il cuore dei fornai, dei materassai, dei candelai. Non trovano pace i musicanti di via Sedie Volanti, i teatranti, gli abitanti dei Quattro Canti e i camerieri dei ristoranti che si affacciano lì davanti. Volevano tutti incoronare il Bullo sindaco di..

Quello sulla Croisette
è il Balilla o Percolla?

Ma quel catanese con i baffi e i capelli un po’ così, che si muove sulla Croisette cercando gli occhi degli altri, è il nostro amatissimo Balilla o è Giovanni Percolla, il personaggio creato da Vitaliano Brancati per dare corpo e magnificenza al provincialismo dei siciliani, al loro desiderio perenne di conquistare le luci della ribalta, alla loro voglia matta di essere i galli di tutti i pollai del mondo? Il Balilla ha speso oltre due milioni di euro per procurarsi uno strapuntino al festival di Cannes per sognare un selfie con la Bellucci e per fantasticare su un nugolo di paparazzi pronti a inseguirlo fino allo spasimo pur di regalargli un quarto d’ora di celebrità. E ora è lì, stravaccato tra i bar della Costa Azzurra, che aspetta. Ieri..

La moralità traballante
del governo Musumeci

"Con me in Sicilia è tornata la moralità nelle istituzioni", ha dichiarato Nello Musumeci, visibilmente irritato per le parole che Claudio Fava, presidente della Commissione regionale Antimafia, aveva dedicato un’ora prima ai suoi incontri con Marcello Dell’Utri e alle sue richieste di intercessione presso Silvio Berlusconi. Irritazione legittima, per carità. Ma è sicuro, il Governatore, che con il suo governo si sia inaugurata alla Regione una felice stagione di trasparenza e di onestà, di rigore e legalità? Le cronache di questi cinque anni hanno offerto, purtroppo, non pochi motivi di scandalo e di indignazione. Ci sono state le scorrerie del Bullo nelle partecipate e nelle società immobiliari. Ci sono state le incursioni del Corazziere persino in terra di Santa Romana Chiesa. C’è stata pure la sguaiata volgarità del Balilla. E..

La vendetta di un Bullo
che non sa perdere

Il Bullo – proprio lui, quello che spaccia ai leccaculisti nuove bugie sulla Finanziaria dei bluff – non sa perdere. Aveva tentato con l’Amat, l’azienda palermitana dei bus, di farsi pagare una parcella di tre milioni per consulenze fantasma. E con l’arroganza che lo distingue l’aveva trascinata in una causa che anni dopo ha perso clamorosamente: pensate che il Tribunale lo ha pure condannato a pagare ventimila euro per le spese di giustizia. Apriti cielo. Lui, che si ritiene un boss, non riesce a inghiottire il boccone amaro e dal giorno della sconfitta flagella l’Amat con richieste a dir poco temerarie. Vuole gli ultimi bilanci; intimidisce; minaccia. L’amministrazione della municipalizzata non ne può più. E pensa di denunciarlo per abuso di potere. Ci sarà a Palermo un giudice in grado..

Musumeci affondato
dalla furbizia del Bullo

Sono cinque anni che questo giornaluzzo suggerisce a Musumeci di diffidare del Bullo e della sua capacità luciferina di imbrogliare le carte. Ma il presidente non ha raccolto. Anzi. Travolto da un’accecante passione, si è lasciato trascinare in quella palude – fatta di furbizie e giochi proibiti – dentro la quale il Bullo guazza da vent’anni. Ora i nodi sono venuti al pettine. La prova più evidente l’ha fornita l’Assemblea regionale che, con una rivolta d’aula, ha chiuso i canali di spesa che avrebbero regalato al Governatore una comoda campagna elettorale. Il Bullo l’ha combinata grossa. Con il trucco del “bere o affogare” credeva di imporre all’Ars la sua arroganza. Ma andò per fregare ed è rimasto fregato. Con la conseguenza che Musumeci si ritrova oggi con le spalle nude..

La comicità del Bullo
contro il ruvido Miccichè

Tutti hanno il sacrosanto diritto di indignarsi per le parole di fuoco e cianuro rilasciate da Gianfranco Miccichè: dal “fascista catanese” Nello Musumeci, principale bersaglio di quella intemerata, a Giorgia Meloni fino a Ignazio La Russa, il colonnello che, per conto di Fratelli d’Italia, ha sempre cercato di ammorbidire i toni e di evitare che la richiesta di ricandidare il Governatore uscente potesse suonare come un ultimatum o, peggio, come un ricatto. L’unica nota di comicità, in questo incrocio di spade, è l’indignazione del Bullo. Di un uomo – diciamolo – che ha fatto della piritollaggine la cifra della sua ragione politica. Abituato da anni a devastare, con consulenze e altre scempiaggini, il sottogoverno di Sicilia, oggi alza il ditino per censurare Miccichè. Che, a differenza sua, è un uomo..

Ma che cosa nasconde
il “vedremo” di Giorgia

"Musumeci? Poi si vedrà", ha detto Giancarlo Miccichè mentre invitava Francesco Cascio a ritirare la propria candidatura a sindaco di Palermo e a confluire nella brigata di Roberto Lagalla, punta avanzata della ritrovata unità del centrodestra. “Musumeci? Vedremo”, ha risposto in controcanto Giorgia Meloni, portabandiera di Lagalla e – fino all’altro ieri – sostenitrice convinta della ricandidatura del Governatore. Fino all’altro ieri, appunto. Certo, nella nota non sono mancati gli elogi di rito a un Presidente “che ha lavorato bene e che nei sondaggi è dato in testa” – due esagerazioni, va da sé – ma quel “vedremo” non ha più i toni affilati di due settimane fa. Forse la leader di Fratelli d’Italia ha dato un occhio alle ultime cronache dell’Ars. Ha visto il grande imbroglio del Bilancio, messo..

Gerenza

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