Alla grande sceneggiata di Pontida, quest’anno, mancava il governatore della Sicilia, Nello Musumeci. Non è stato invitato. L’anno scorso era salito in Padania per ribadire la necessità che Nord e Sud viaggiano insieme, che dividere l’Italia non serve. Nell’arco di quest’anno ha provato a imbastire una trattativa con la Lega, ha tentato di creare anche all’Ars una terza gamba, ma i suoi tentativi sono stati annacquati dallo stesso Salvini (“Pensi a governare la Sicilia” ha detto nel corso di un intervento a Caltagirone) e dal suo proconsole nell’Isola, Stefano Candiani. Così – mestamente – Musumeci ha preso le distanze, e anziché preparare i bagagli per Pontida, sabato si è presentato a Fiuggi, alla festa dell’Udc. Un partito che non gode di grandissima salute, ma che ha una folta rappresentanza (Turano e Pierobon) nella giunta regionale siciliana. E Musumeci ha ribadito un concetto lontano anni luce dalle urla leghista: “Il centrodestra è una necessità, è condannato a stare unito. La coalizione per chi ci crede è un valore, per chi non ci crede è un male necessario”. E ancora: “L’Italia è un paese moderato”. Musica per le orecchie del popolo centrista, sempre più in ambasce, ma capace di gioire al minimo rigurgito di moderazione.