Si è conclusa a novembre la dodicesima edizione di Manifesta, la biennale itinerante di arte contemporanea che per più di sei mesi ha dato straordinaria visibilità internazionale a Palermo. “Il Giardino Planetario. Coltivare la coesistenza” un titolo perfetto che ha offerto al mondo l’immagine di una città, non solo di singolare fascino, ma pronta a fare i conti con il suo punto forte, a tratti anche il più debole: la multiculturalità. La storia del capoluogo siciliano è stata infatti costellata dal susseguirsi di dominazioni e il suo presente è caratterizzato dalla presenza di etnie eterogenee.

Si è molto discusso sul lascito che la manifestazione avrebbe perpetuato in città ed è proprio nello spirito di valorizzare questa continuità che il fotografo palermitano Giorgio Di Fede ha intrapreso questo progetto casuale, rapito dall’incanto delle location più note e di quelle riaperte per l’occasione.

Impugnata la sua Leica Q ha cominciato a girovagare per gli exhibit di Manifesta con due giovani amici, due volti e due caratteri singolari quelli di Federico Lenzitti e Tuya Strano. Vestiti d’epoca in modo impeccabile dal couturier Filippo Calì, giorno dopo giorno, scatto dopo scatto, gli hanno suggerito una narrazione raccontata da 30 fotografie, senza una trama precisa, fatte di atmosfere, sguardi, spensieratezza infantile e timidezza adolescenziale. “Il mio progetto fotografico nasce, per caso, pensando alla suora Sister Wendy Beckett e Philippe Daverio, due critici d’arte di fama internazionale che per un periodo hanno condotto insieme una trasmissione televisiva per la BBC. Nel mio immaginario ho voluto creare un tour piuttosto insolito, perché, nella mia fantasia, i due critici erano poco più che adolescenti e, andando in giro per Manifesta 12, ho voluto seguire, con discrezione, ogni loro passo con il mio obiettivo per catturare quei attimi fuggenti tipici dei bambini, come i loro gesti e i loro sguardi di stupore e di curiosità.”

Questa l’ispirazione con cui Giorgio Di Fede ha ideato “Palermo Manifesta 12. Un insolito tour” la mostra che inaugurerà il primo di marzo alle ore 18:30 a Villa Niscemi e che farà riappropriare ancora una volta i cittadini di quei luoghi che Manifesta ha restituito alla città con una veste nuova, con le sembianze che solo l’arte contemporanea può donare: la Casa del Mutilato, la Chiesa dei SS. Euno e Giuliano, il Convento della Magione, Palazzo Ajutamicristo, il Giardino dei Giusti, l’ Orto Botanico, la Chiesa di Santa Maria dello Spasimo, la Casa Lavoro e Preghiera “Padre Messina”, Palazzo Butera, Palazzo Costantino, Palazzo Forcella De Seta, Palazzo Trinacria, Piazza Bologni, Piazza Kalsa e i Quattro Canti.

Le immagini, scattate in digitale su stampa analogica, hanno la dimensione di cm 50 X 70 e sono state impresse dallo stesso tipo di obiettivo garantendo congruenza nella qualità artistica e nella poetica del lavoro. Un’esposizione dal valore puramente estetico, dilettoso, che imprime atmosfere e sensazioni con la temporalità che solo la tecnica fotografica riesce a dare: per sempre.