La frenesia, il lavoro, Internet e il consumismo. Undici canzoni raccontano la vita e la società di oggi nel nuovo album di Giuseppe Anastasi, “Canzoni ravvicinate del vecchio tipo”, palermitano, autore noto per diversi artisti della musica italiana come Arisa con cui ha vinto per due volte il festival di Sanremo con “Sincerità” nel 2009 (sezione Giovani) e “Controvento” nel 2014. Del 2012 è la canzone “La notte”, scritta sempre per Arisa che si è aggiudicata il secondo posto. Giuseppe lavora a fianco di Mogol al Centro Europeo di Toscolano (CET) per autori, interpreti e compositori e ha scritto per artisti come Emma, Noemi, Michele Bravi, Francesco Baccini, Alexia, Mauro Pagani e Adriano Pennino.

Nel disco trovano spazio il rapporto con la realtà virtuale e i suoi valori nel brano “Nella rete”, il legame con la Sicilia, in “Trinacria”, cantata in dialetto dove Giuseppe racconta la sua terra nella sua perfezione e imperfezione fino al rapporto con la religione con “L’aldiqua” o una riflessione sull’aspetto esteriore con “Lo specchio”. “Il disco nasce in concomitanza con la mia paternità. Il desiderio di dire molte cose e in modo diverso. I temi di cui parlo hanno una chiave di speranza. È vero che esistono i problemi ma è giusto dare una speranza e vivere di speranza perché le cose cambino”, racconta. Il titolo del disco è una citazione al suo film preferito, “Incontri ravvicinati del terzo tipo”. Le sue canzoni sono però “del vecchio tipo” perché rispetto alla tanta elettronica che si sente nella musica di oggi, il disco è molto acustico, c’è tanta musica suonata e poi tanto testo.

Giuseppe a 21 anni viene ammesso al CET di Mogol di Roma per Parolieri. Nel 2001 collabora con Francesco Baccini, con cui scrive “Son resuscitato”. Nel 2004 partecipa alla scrittura della sigla del cartone animato “He Man and Master of the Universe”. Due anni dopo al Festival “Musicultura” con il brano “Lo specchio”, arrivando in finale. È lavorando come assistente di metrica musicale al corso “Autore di testi” del CET di Mogol che Giuseppe conosce Arisa, con la quale instaura una relazione sentimentale e artistica. Nel 2009 scrive per lei il brano di esordio “Sincerità”, insieme a Maurizio Filardo e Giuseppe Mangiaracina vincendo il primo premio della sezione Giovani del Festival di Sanremo e il premio della critica “Mia Martini”. Il brano sarà in vetta alla classifica italiana dei singoli per sei settimane di seguito. Nello stesso periodo arriva il disco di esordio di Arisa con i testi scritti da Giuseppe insieme agli stessi Filardo e Mangiaracina. Del 2010 è la canzone “Malamorenò” cantata da Arisa a Sanremo, piazzatasi tra i finalisti. Il secondo album della cantante, che arriva da lì a poco, è composto da brani scritti quasi interamente da lui.

Nel 2010 collabora anche con Adriano Pennino per la scrittura del brano “Sensi” di Anna Tatangelo, presente nell’album “Progetto B.”. La collaborazione con Arisa continua. Nello stesso anno termina la loro relazione sentimentale ma prosegue quella artistica. Giuseppe scrive “La notte”, brano che sarà cantato da Arisa a Sanremo nel 2012 e si classifica al secondo posto. Nove degli undici brani del terzo disco di Arisa “Amami”, sono scritti da lui. Con Mogol ha realizzato il libro “Scrivere una canzone”, uscito nell’ottobre del 2012 con Zanichelli.

“Canzoni ravvicinate del vecchio tipo”, segna per Anastasi il suo passaggio da autore a cantautore. Per la prima volta ci mette la faccia. Il disco ottiene la Targa Tenco (sezione Opera Prima) nel 2018. “Essere interprete è una responsabilità maggiore rispetto a quella del paroliere. Devi imparare a stare sul palco, essere credibile come performer, metterci un pò di ego in più. Un lavoro altrettanto affascinante in cui mi sento bene”, racconta. Il primo disco di Anastasi ha ricevuto grande apprezzamento nonostante questo non rientrasse nelle sue aspettative. “Da qui a poco, credo di dover pensare al mio secondo disco”, dichiara. Giovedì 4 aprile, Anastasi si esibirà ai Candelai a Palermo per una delle tappe del tour del disco. Ad aprire il concerto ci saranno le giovani cantautrici palermitane Giulia Mei ed Eva Favarò. Sulla condizione del cantautorato italiano attuale, Giuseppe risponde: “Si trova in uno stato di buona salute. La musica è fatta di contaminazioni perché va al passo con la tecnologia. Se viene raccontata però la verità della vita e l’attualità in canzoni come quella di Mahmood che ha vinto quest’anno il festival di Sanremo, a differenza delle classiche canzoni estive che parlano di spiagge, ragazze fighe e cocktail, allora si può parlare di buon cantautorato nonostante le sfumature musicali diverse”.