Ispezione della Regione al Comune di Palermo. E’ quanto si apprende da una nota ufficiale di palazzo d’Orleans. L’accertamento, disposto dagli assessorati delle Autonomie locali e dell’Economia, su richiesta proveniente da organismi istituzionali, è volto a verificare, con riferimento alle competenze della Regione, eventuali “gravi irregolarità contabili-amministrative dei bilanci” del Comune, sulle quali, “secondo le notizie pubblicate dagli organi di stampa, è parallelamente in corso un accertamento di natura penale”. Per inciso, anche il sindaco Orlando (assieme ad altri 23) ha ricevuto un avviso di garanzia per falso nei bilanci.

I funzionari regionali incaricati (Angela Di Stefano, Giuseppe Petralia e Angelo Sajeva), verificheranno, in una prima fase, l’attendibilità dei dati sui residui attivi e sulla capacità di riscossione dei tributi comunali, con particolare riferimento ai dati che scaturiscono dall’ultimo rendiconto di gestione approvato dal Consiglio comunale. L’incarico ispettivo dovrà essere completato entro tre mesi.

Anche la Regione ha i suoi bei grattacapi coi conti. E la domanda sorge spontanea: chi controlla il suo operato? Basti pensare all’annosa questione sul rendiconto 2019, che dopo la parifica della Corte dei Conti siciliana, è stato rimesso sub-judice da una sentenza delle Sezioni Riunite, a Roma. La Regione aveva inviato il documento all’Ars per l’approvazione prima della pronuncia dei giudici romani. La scelta venne contestata da Pd e Cinque Stelle: Cracolici ha parlato di assestamento tecnicamente falso. Il rischio è che persino la Corte Costituzionale possa rimettere in discussione tutto, dal momento che le Sezioni Riunite hanno sollevato una questione di legittimità costituzionale su una legge del 2016, che consente alla Regione di “distrarre” 127 milioni l’anno al Fondo sanitario per coprire un mutuo con lo Stato. Contro il giudizio delle Sezioni Riunite, Musumeci e Armao hanno presentato ricorso. Lo scrive sui social il deputato regionale del M5s, Luigi Sunseri.