Avevamo in casa un enfant prodige e non lo sapevamo. Avevamo tra i quarantenni un mago della finanza e non lo avevamo mai incontrato né per le strade di Palermo né lungo i sentieri dorati delle cronache economiche. E’ apparso all’improvviso, come quei conigli che vengono fuori dal cilindro di un prestigiatore e puntualmente stupiscono avventori e spettatori. Un genio, indubbiamente. Un genio degli affari e dell’intermediazione. Si chiama Vincenzo Macaione ed è il banchiere che, con ogni probabilità, da qui a qualche giorno diventerà il presidente del Palermo Calcio, la società sulla quale per anni ha fatto il bello e il cattivo tempo un avventuriero di nome Zamparini. Macaione assicura in ogni intervista che non sarà il prestanome del vecchio patron. Ma il Palermo non è solo una società di calcio. E’ anche un porto di mare esposto a tutti i venti del malaffare.