Alessandro De Angelis per HuffPost

Senza Berlusconi addio centro
Così la destra è tutta di Meloni

Se non ci fosse stato il ricovero, proprio due giorni fa, sarebbe stata prevista ad Arcore una riunione per il famoso restyling di Forza Italia. Con Silvio Berlusconi sempre al centro e, tutt’attorno, un valzer di coordinatori, aspiranti tali, presunti astri nascenti, presunte stelle cadenti, finte mogli e nuovi cerchi attorno al magico, pur essendo la magia pressoché spenta. E per una settimana, tra spifferi, mezze verità, mezze bugie, ambizioni personali è andato in scena, per dirla col poeta ma tant’è, tecnicamente e senz’offesa, “l’ultimo girotondo attorno al letto del moribondo”, tanto surreale quanto paradossale, essendo tutti, da quelle parti, a conoscenza della cartella clinica del Cavaliere. Continua sull'Huffington Post

Chi l’ha vista? Tutti cercano
Schlein, nessuno sa dove sia

Al nono giorno (dall’alluvione), la domanda nasce spontanea: dov’è Elly Schlein? Where is Elly? Finora, da quelle parti, non si è vista. Facciamo così: se compare, il titolo di questo articolo diventa: “Benvenuta in Romagna, era ora”. E alla fine così è: nel tardo pomeriggio, compare un video dalle campagne di Lugo, senza anima viva. Ma partiamo dall’inizio. Giro in Parlamento modello “Chi l’ha vista?”. Il cronista incontra nell’ordine: Orfini, Sarracino, Scotto, Madia, Serracchiani, Orlando, la risposta unanime è: “Boh”. Non è neppure in Aula, nonostante il casino dell’Antimafia. Ecco pure Paola De Micheli, emiliana di Piacenza, in contatto con gli amministratori della sua zona: “Basta, sei il settimo che me lo chiede”. Proviamo con lo staff della comunicazione della segretaria: fanno sapere che è in Romagna, a parlare con..

Mattarella punta sui diritti per
spiegare Manzoni ai populisti

Mettiamola così: leggiamo insieme i passaggi più importanti di questa riflessione su Manzoni (in occasione dei 150 anni dalla morte), tenendo per qualche istante nascosto il protagonista e il momento storico. Dell’autore, cattolico certo non con le idee di Pio nono, si sottolinea come particolarmente feconda la visione incentrata sul valore della persona: la persona, destinataria di diritti in quanto tale e non perché appartenente “a un gruppo etnico o a una comunità nazionale”. Concetti nei quali si può “scorgere” un’anticipazione dell’impianto valoriale della Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo, posta “alla base della nostra Costituzione”, anch’essa feconda e attuale: la libertà, l’uguaglianza, una concezione dei diritti che “sbarra la strada a nefaste concezioni di supremazia basate sulla razza, sull’appartenenza e, in definitiva, sulla sopraffazione”. Su queste basi il discorso manzoniano..

Schlein. Le sneakers ci sono,
una certa idea dell’Italia no

Certo la freschezza, la gioventù, e quell’aria volutamente spettinata che fa un po’ gauche, vuoi mettere con gli elefanti incravattati del Pd. Il corpo della donna, di per sé ha un carico simbolico di liberazione e anche di movimentismo, con quelle giacche destrutturate color pastello contrapposte a quelle ingessate della premier (il doppiopetto del potere). Perché anche il corpo, chissà se è una scelta di qualche novello Casalino democratico, viene vissuto come bandiera, sostitutiva di quella che una volta i leader si mettevano dietro quando parlavano. E che pare non servire più perché esso stesso è usato come messaggio, comodo nell’era social come un paio di sneaker portate in Parlamento. E infatti di Elly Schlein finora è rimasta la foto più del discorso, che spesso, la neosegretaria evita di fare,..

Dario, specialista delle poltrone

Franceschini, l’invincibile numero due. Da Veltroni a Schlein, l’uomo che ha appoggiato tutti ed è sopravvissuto a tutti

Un nuovo reato per gli scafisti
Ma a Cutro la Meloni fa flop

La fotografia dell’arrivo è già quella di una rottura “sentimentale” con un’emotività profonda del paese: il governo che atterra quando una parte delle bare decolla per Bologna, che poi raggiunge una città militarizzata senza passare per il Palasport di Crotone, dove ci sono le altre bare, che non incontra i familiari delle vittime e le comunità locali, ma si limita a una corona di fiori sotto un’algida targa. È la sequenza di una separatezza dall’umanità, resa icastica dai peluche simbolo dei bambini morti lanciati sulle macchine di un potere percepito come altro da sé. Continua sull'Huffington Post

Mattarella riporta lo Stato
a Crotone dopo il naufragio

Facciamola breve, perché ci sono dei momenti in cui le parole sono pressoché superflue di fronte all’eloquenza dell’immagine. L’immagine di Sergio Mattarella, nel Palasport di Crotone dove sono allineate le 67 bare dei migranti inghiottiti dal mare e dalla colpa degli uomini. In un profondo, quanto denso silenzio. Silenzio che sussurra ai morti scusateci, per le omissioni, i ritardi, la durezza della coscienza di fronte alla dignità umana. Silenzio che urla dolore e amarezza. Silenzio che accoglie, in una profonda condivisone, quel dolore della popolazione attorno che invoca “giustizia”. Continua sull'Huffington Post

C’è un problema Piantedosi
nel problema dei migranti

Deve essere il portato di uno stato confusionale il cortocircuito logico e semantico per cui Matteo Piantedosi, dopo aver spiegato che “la disperazione non giustifica viaggi che mettono in pericolo i figli” – dichiarazione di rara inconsapevolezza se parametrata al ruolo ricoperto – per mettere una toppa prova a spiegare in commissione che voleva intendere “fermatevi, verremo noi a prendervi”. E francamente non si comprende neanche in questo caso cosa voglia dire, se non, alla fine della storia, che ha poca dimestichezza nel maneggiare la disperazione umana e, ancor di più, il tema migratorio, diventato il buco nero del governo sovranista. Continua su Huffington Post

Meloni fatica, ma l’opposizione
le regalerà Lazio e Lombardia

Giorgia Meloni ha davvero un problema al giorno, e il bello peraltro è che non lo risolve, preferendo retromarce (l’ultima sulla giustizia) e rinvii, come nella tradizione del miglior Giuseppe Conte che, sui balneari, non avrebbe saputo fare di meglio: proroga di quattro mesi e nomina di un gruppo di lavoro. Se però c’è elemento sui cui può contare è la fedele e granitica complicità dell’opposizione, senza neanche aver bisogno di commissariarla come, invece, le tocca fare con Fabio Rampelli. Questione evidentemente di massima urgenza, essendosene occupata da Algeri, nel pieno di una visita di Stato. Continua sull'Huffington Post

Il primo sciopero contro Meloni
lo fanno i benzinai, non la Cgil

La prima parte della storia è che lo sciopero dei benzinai è confermato, nonostante i tentativi di disinnescarlo. Il primo, a neanche cento giorni dalla nascita del governo Meloni, quando solitamente la notizia è la luna di miele dei neo-arrivati, confermata dall’impulso e dall’entusiasmo dei primi atti e provvedimenti. E invece la protesta, che rompe il clima di sonnacchioso indecisionismo tra promesse e dure repliche del principio di realtà, è resa più fragorosa perché parte proprio dall’“interno” del blocco sociale che regge il governo. Rivelatrice della prime, non banali contraddizioni e dei primi focolai di insoddisfazioni. Con il rischio di un effetto a catena, venuto meno il tabù della rottura verso un governo percepito da queste categorie come una bandiera: prima i benzinai, poi gli autotrasportatori, poi i tassisti. Continua..

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