Calogero Pumilia

Lasciate i morti ammazzati fuori dai pantheon della politica

Dopo le elezioni di Lombardia e Lazio è probabile che il presidente del Consiglio prenda le distanze dai due squadristi che hanno tentato di delegittimare il maggiore partito di opposizione con l’accusa di filtrare con il terrorismo e con la mafia, utilizzando e deformando informazioni che sarebbero dovute rimanere riservate. Meloni capisce di sicuro quanto sia contraddittorio chiedere unità per fronteggiare l’attacco dei gruppi anarchici e utilizzare o lasciare che i suoi utilizzino il manganello come strumento di lotta politica. Nei sistemi democratici i partiti si scontrano in modo anche duro su programmi diversi ma si rispettano, riconoscono il ruolo e la funzione di ciascuno di loro, maggioranza e opposizione. La difesa della democrazia dal terrorismo e della convivenza civile dalla mafia sono i temi più propri per realizzare l’unità..

Addio a Carra: assieme a lui finì alla sbarra tutta la Dc

La morte di Enzo Carra ha riproposto una delle immagini iconiche della lontana stagione di Mani pulite. Il portavoce di Arnaldo Forlani, segretario nazionale della Democrazia cristiana, nel marzo del 1993, fu portato in tribunale a Milano con gli schiavettoni ai polsi e la catena retta da due carabinieri ai lati. Quell’uomo, con gli occhi bassi, lo sguardo spento, il volto terreo, fu esposto in ceppi a tutta l’opinione pubblica come simbolo della politica vinta e umiliata e, al contempo, prova del potere della magistratura vindice delle sue malefatte, impegnata a perseguire reati e a compiere una gigantesca opera di moralizzazione. In filigrana, attraverso l’immagine di Carra, si doveva scorgere l’intera Democrazia cristiana, condotta sul banco degli imputati. Le colpe di alcuni suoi esponenti coinvolgevano l’intero partito in un processo..

Vi spiego perché Dino Giarrusso cambia di nuovo casa

Se Dino Giarrusso si scusasse, potrebbe avere la tessera del Partito democratico. Non sarebbe in fondo una condizione pesante per l’ex Iena. Alla fine del 1500, Enrico di Navarra abbandonò la sua fede protestante per quella cattolica e ottenne il trono di Francia. “Parigi val bene una messa”. Qui ci troviamo di fronte a vicende ben più modeste e, in una certa misura, anche esilaranti. Giarrusso ha più volte insultato il Partito democratico, lo ha ritenuto “morto”, lo ha paragonato a un’organizzazione criminale. Ha fatto in fondo la stessa parte dei suoi compagni di partito, da Grillo a Di Maio, dando un contributo alla demonizzazione dell’avversario. Adesso esprime “molta gioia ed orgoglio” per “entrare in una casa che esiste da  tempo e col rispetto per chi l’ha costruita”. Va bene..

Dove porta il controcanto sull’arresto di Messina Denaro

Trent’anni per catturare Messina Denaro non sono certo pochi, e per trent’anni l’ultimo esponente della mafia stragista ha goduto di protezione e di complicità, ha vissuto nel suo mondo, resistendo alla decapitazione di tanti suoi sodali e parenti e alle ricerche che, con alternante intensità, sono state organizzate. È stato protetto da una vasta “zona grigia” omertosa e impaurita, quella che ha sempre offerto il brodo di coltura alla mafia ed ha intrecciato accordi e affari con la “borghesia mafiosa” del territorio. Quanto emerge in questi giorni conferma che c’è ancora tanta strada da fare per vincere la guerra. Eppure l’arresto di Messina Denaro è una bella, grande, battaglia vinta, un successo dello Stato, una prova che esso è in grado di far valere la propria forza. Se la racconti..

Quel che resta della Dc è un utile controcanto alle destre 

La Democrazia cristiana ha cessato di esistere da quasi trent’anni, lasciando una innumerevole quantità di eredi, alcuni dei quali continuano a litigare per il nome o per poco altro. Molti vecchi democristiani mantengono tuttavia ruoli nelle amministrazioni locali, un democristiano guida ancora uno dei maggiori partiti, altri sono presenti nelle assemblee regionali, nel Parlamento nazionale, in quello europeo e perfino al vertice delle istituzioni. Per un partito che non esiste più da tanto tempo, del quale si è voluta demonizzare la memoria, è un bel risultato, è la prova di una notevole capacità di selezionare classe dirigente, una parte della quale ha sfidato il tempo. Le numerose presentazioni di un mio libro che racconta di quella forza politica nel contesto della storia isolana e nazionale, mi stanno portando in diversi..

Le preghierine “de sinistra” di Elly, la suor Cristina del Pd

Due emiliani – uno DOC, l’altra acquisita -, per qualche tempo con un percorso comune, Stefano Bonaccini alla guida della Regione ed Elly Schlein, sua vice, sono ai nastri di partenza del congresso del Partito democratico. Due persone molto diverse, per formazione culturale e percorsi di vita politica. Di conseguenza, con un progetto che ha pochi punti comuni. La distanza delle loro storie è già plasticamente emersa dalle modalità dell’annuncio delle candidature. All’interno di un circolo, che, con ogni probabilità, dovette essere una sezione del vecchio Partito comunista, dietro un tavolo, con una postura compassata, leggendo un discorso scritto davanti ad un uditorio di tradizionali militanti, Bonaccini ha ufficializzato la propria candidatura. Lo ha fatto con il rito e le parole d’ordine appartenuti al suo vecchio mondo, rivolto in prevalenza..

L’opera dei Pupi non interessa a nessuno, calate il sipario

Hanno provato ad apparire consapevoli della gravità dei problemi da affrontare e della solennità del momento nel quale la nuova giunta e la nuova legislatura stanno per prendere il via. Hanno cercato di assumere le sembianze di politici responsabili. Alcuni di loro provengono da una lunga tradizione, tutti hanno tentato di essere all’altezza del momento, della austerità del luogo, della storia che trasuda dalle sue pareti, che fu, almeno secondo una consueta retorica, la sede del primo Parlamento del mondo. Schifani ha voluto dare il senso e la direzione dell’azione di governo. Ci ha provato, non so quanto consapevole di avere per le mani uno strumento inadeguato, arrugginito, simile ad una macchina d’epoca piuttosto che a un veicolo moderno, e senza carburante per giunta. Tralasciando il merito delle proposte e..

Teatro dell’assurdo? Tra Palazzo reale e Palazzo d’Orleans

Che c’è di strano se applico alla politica regionale le categorie proprie del teatro, un genere del quale qualcosa ho capito dopo tanti anni di impegno nell’organizzazione di eventi di quel genere? Ci sono volute parecchie settimane per scrivere il copione da mettere in scena all’inizio della nuova legislatura, dovendo cucire, tagliare, individuare gli attori giusti per interpretare le parti. Si doveva imbastire una commedia dell’arte, ne è venuta fuori una dell’assurdo che sembra uscita dalla penna di Samuel Beckett. La trama iniziale, quella immaginata e più volte sbandierata dal presidente della Regione, si snodava lungo alcuni punti essenziali, irrinunciabili, come si dice spesso poco prima di barattarli. In modo poco cauto, alla stregua di una persona inesperta, che tale certamente non è, egli proclamò che gli assessori sarebbero stati..

Gerenza

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