Daniela Thomas

Che ne sarà di Gibellina capitale ora che Pumilia non c’è più

Con il ritiro della Fondazione Orestiadi dalle Fabbriche di Agrigento si chiude un esperimento importante: un tentativo coraggioso di portare cultura e visione in un territorio complesso. Per me è anche il momento di riflettere su quel passaggio breve ma intenso che ha segnato una parentesi significativa del mio percorso. Ma la mia riflessione non vuole essere solo personale: è anche un tentativo di restituire la complessità di una memoria più ampia e sfaccettata dell’intera vicenda. Anch’io sono stata parte della Fondazione, anche se per poco tempo. Per questo il mio ruolo è stato soprattutto quello di osservatrice e testimone. Ho seguito da vicino la vicenda delle Fabbriche, nate come una scintilla dalla cosiddetta “casa madre”, una scintilla in cui avevo creduto profondamente, immaginando potesse divampare in un fuoco capace..

Quando la libertà della donna per il maschio è un affronto

Sara Campanella aveva ventidue anni. Uccisa per strada, a coltellate, nel pieno della sua giornata, nel pieno del suo tempo, da un uomo che non accettava un no. Non accettava di non possederla. Non accettava che lei fosse soggetto e non oggetto. Ilaria Sula aveva la stessa età. Accoltellata anche lei e chiusa in una valigia. Queste morti non sono eccezioni. Non sono frutto del caso. Sono il ripetersi di un rituale antico, riprodotto con una cadenza meccanica, spaventosa, sempre uguale, sempre più frequente, sempre più vicino. Un uomo si sente rifiutato. Un uomo si sente spodestato. Un uomo colpisce. Colpisce per affermare che il suo desiderio ha valore assoluto. Più della libertà dell'altra. Più della vita dell'altra. Perché la libertà femminile è un affronto, un atto di ribellione da..

Su Agrigento capitale ronzano già le mosche di Sartre

Agrigento, Capitale Italiana della Cultura 2025, avrebbe dovuto rappresentare una svolta, un’occasione per uscire dall’isolamento e restituire centralità alla visione, alla progettualità, alla bellezza di un luogo senza pari. E invece si ritrova oggi invischiata in tensioni istituzionali, ritardi, comunicazioni opache e dimissioni che pesano come macigni. Quelle di Roberto Albergoni, direttore generale del progetto, hanno fatto rumore. Uomo di cultura, con esperienza e credibilità, ha lasciato un incarico cruciale, reso insostenibile non da motivi personali, ma da un clima che ne ha svuotato la funzione. Le parole riportate dalle agenzie, con cui la presidente della Fondazione – già prefetta, quindi figura del potere amministrativo, non della cultura – avrebbe commentato l’addio, lasciano interdetti: “Ha tolto dall’imbarazzo il consiglio di amministrazione, evitandogli un atto più doloroso”. Come se la cultura..

Musk non insegue il pianeta Marte ma il dio della guerra

C’è in ognuno di noi un Marte nascosto, un pianeta lontano che ci chiama con la voce dell’impossibile. Elon Musk lo ha reso un sogno visibile, concreto, ingegneristico. Ma il suo Marte non è altro che la trasposizione tecnologica di un desiderio universale: ricominciare, fuggire, costruire un mondo nuovo dove la vita possa avere un senso diverso. Chi non ha mai desiderato un’altra possibilità? Chi non ha mai sognato di lasciare dietro di sé tutto ciò che lo stringe, lo soffoca, lo incatena? Marte è il simbolo di questo impulso primordiale. È l’Ovest dei pionieri, è la zattera di chi scappa dalla tempesta, è la promessa di un altrove. Non è solo scienza, non è solo tecnologia. È mito. È il desiderio di riscrivere la storia, di tracciare un nuovo..

“La Sicilia fredda”.
Al ricordo della santuzza
però mancano le donne

Proprio ieri, 4 settembre, che ricorre la festa della patrona di Palermo, Rosalia, mi è capitato di leggere l’elenco degli artisti che parteciperanno alla mostra d’arte contemporanea “La Sicilia fredda”, che si terrà all’eremo di Santa Rosalia alla Quisquina dal 12 settembre al 12 ottobre 2021, secondo un progetto di Alfonso Leto ispirato da “Il cavaliere e la morte” di Leonardo Sciascia. E sono stata colta da un brivido che non saprei definire se di sorpresa o raccapriccio nel notare come, là, in quel luogo adiacente alla grotta dove pare che Rosalia abbia vissuto almeno dodici anni, sfuggendo alla volontà paterna di sposarsi e condurre vita di corte, si svolgerà questa mostra a cui parteciperanno ben ventuno artisti (sembrerebbe il palindromo degli anni ivi trascorsi dalla futura Santa); e come,..

No Vax e obiettori
La sciagura del Covid
e il lavaggio del cervello

Si ingrossano sempre più le schiere di coloro che non vogliono essere definiti “no vax” perché “non lo sono”, in quanto quello che viene usato per tentare di arginare il Covid 19 non è un vaccino ma un siero sperimentale. Come chiamarli dunque? Forse obiettori di coscienza? Sono obiettori anche i ginecologi che si rifiutano di praticare l’interruzione volontaria di gravidanza sulle donne che la richiedono: come mai i loro colleghi non sono mai scesi in piazza a far sentire la loro voce contro la violazione dei diritti di quelle donne che, per innumerevoli motivi, non vogliono e/o non possono portare avanti una gravidanza? Non sono mai scesi in piazza neppure a manifestare contro le multinazionali del latte materno, questi medici illuminati che con fare spregiudicato raccolgono proseliti sui social,..

I vaccinati? Dei pecoroni
Il Covid e le sue
metafore animali

Da qualche tempo lo stigma del "pecorone" colpisce chi si vaccina. Forse la tanto agognata "immunità di gregge" è all'origine di questo stigma e lo rafforza, forse a suggerirlo è semplicemente l'idea che ci siamo fatti della pecora, animale dal comportamento mite e poco portato a scelte individuali. La libertà dal vaccino, dal Green pass, dal controllo, dalla discriminazione tra cittadini è d'altra parte sostenuta anche in nome dello spettro di un totalitarismo che starebbe prendendo piede pian piano, grazie all'inconsapevolezza di un gregge acquiescente e acritico. Ci sarebbe "un piano" specifico, e "loro", che pecoroni non sono perché "hanno una testa", non si lasceranno frodare della loro libertà, della loro volontà di non essere vaccinati, del loro sacrosanto diritto di scelta. Sin dall'inizio il racconto di questa pandemia si..

Il delirio sanitario
è uno dei mostri
creati dalla demagogia

Polibio, uno storico greco morto quasi 2140 anni fa, scriveva qualcosa, nelle sue Storie, che potrebbe esserci utile per una riflessione attuale: “Finché sopravvivono cittadini che hanno sperimentato la tracotanza e la violenza [...], essi stimano più di ogni altra cosa l'uguaglianza di diritti e la libertà di parola; ma quando subentrano al potere dei giovani e la democrazia viene trasmessa ai figli dei figli di questi, non tenendo più in gran conto, a causa dell'abitudine, l'uguaglianza e la libertà di parola, cercano di prevalere sulla maggioranza […]. Desiderosi dunque di preminenza, non potendola ottenere con i propri meriti e le proprie virtù, [essi] dilapidano le loro sostanze per accattivarsi la moltitudine, allettandola in tutti i modi. Quando sono riusciti, con la loro stolta avidità di potere, a rendere il..

Leggere la politica con
gli schemi del passato
non l’aiuta a evolversi

Ancora molto tempo dopo la celebre equazione di Einstein che vede massa ed energia come grandezze equivalenti, nella nostra esperienza quotidiana continuiamo a ritenerle ben distinte; e d’altra parte, allo stesso modo, continuiamo ad affermare che il sole sorge e tramonta, pur sapendo che in effetti è la terra a girargli intorno. Le più importanti scoperte scientifiche stentano a rivoluzionare il nostro modo di vedere, e noi, pur con la nostra avanzatissima tecnologia, restiamo “antichi” quasi quanto i nostri antenati medioevali. In questa situazione retriva, manteniamo le categorie di sempre anche nel mondo politico: idealmente riconosciamo una sinistra e una destra, ignorando che queste collocazioni spaziali nacquero in Francia, poco prima della Rivoluzione, quando Luigi XVI convocò gli Stati Generali, che nulla avevano a che vedere con quelli convocati dal..

Sani o sanati?
Abusivismo: un rimando
di specchi già infranti

Sani o sanati?, mi chiedo, elemosinando, come accade da decenni, la visione (impossibile) di chilometri e chilometri di mare negato dietro le cortine di case e casacce abusive che si sono impossessate da tempo della costa e anticipando nella mia mente la discussione di oggi pomeriggio all’ARS, in cui probabilmente, visti i precedenti esiti, verrà approvato un emendamento (nei confronti del quale, peraltro, lo stesso Presidente della Regione si è dichiarato contrario) che renderà quegli abusi “sanabili”; giustizia o legalità?, libertà o asservimento e dipendenza da manipolazioni surrettizie? Che succede, in poche parole, se cediamo alla tentazione non solo di scindere due facce della stessa medaglia, ma anche e addirittura di contrapporle? Succede che lasciamo il campo a una società malata, dissociata, psicotica, una società, come scriveva Ronald Laing, guru..

Gerenza

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