Giuseppe Sottile

La comicità, ultima
risorsa dei 5 Stelle

Se oggi darete uno sguardo al Fatto, non soffermatevi sul modo con il quale Marco Travaglio cerca di nascondere la sonora e irreversibile sconfitta di Giuseppe Conte, avvocato di popolo & pochette. Passate subito al paginone centrale dove troverete parole e fraseggi di non trascurabile amenità. Quello zuzzerellone di Alessandro Di Battista dichiara: “Ho detto un anno e mezzo fa che un’alleanza strutturale con il Pd sarebbe stata nefasta. Oggi l’alleanza con i dem non è una scelta, è una necessità per qualcuno e per la sua poltrona: erano francescani, oggi sono Franceschini”. E poi c’è la Lucia Azzolina, per la quale “c’è la necessità di proseguire velocemente sulla strada del nuovo corso rimboccandosi le mani”. Non le maniche, ma le mani: ha detto proprio così. Questi grillini ci sorprendono..

Le ambizioni senili
del sindaco Orlando

E’ un pugile suonato, è un cavallo bolso e senza fiato, è un viaggiatore stanco, è un attore fuori gioco che dimentica le battute e non riconosce più il palcoscenico sul quale si trova a recitare. Sono le cose che si possono dire oggi di Leoluca Orlando, il sindaco che dopo trent’anni di incontrastato dominio ha trascinato Palermo sotto la soglia della decenza. Ma lui, purtroppo, non se ne rende conto. Fa finta di non vedere il degrado della città, nasconde i cumuli della monnezza sotto il tappeto, stende un cinico velo d’indifferenza sugli insepolti dei Rotoli, e torna a contrabbandare – a sé e agli altri – l’illusione di nuove e più avvincenti ambizioni politiche. “Voglio le primarie e poi la Regione”, ha dichiarato a Repubblica. Ormai gli resta..

Quel gerarca grillino
è già una macchietta

Ricordate Franco Di Mare, il burocrate grillino che avrebbe dovuto purificare il terzo canale televisivo dalle incrostazioni della cosiddetta cultura di sinistra? Lo abbiamo visto impegnato come non mai in uno scontro frontale prima con Mauro Corona, il fricchettone che chiamò “gallina” Bianca Berlinguer, e poi con il cantante Fedez, che lo accusò di avere tentato una censura sul concerto del primo maggio. Il direttore di Rai Tre non sopportò le offese: mise il petto in fuori e dichiarò che quei due screanzati non avrebbero mai più calpestato i ricchi pascoli del suo regno. Ma la scomunica è durata lo spazio di un mattino: Corona è ricomparso a “Cartabianca” martedì scorso, mentre Fedez sarà da Fazio domenica prossima. E così Di Mare, che voleva essere un gerarca, passerà alla storia..

Presto i manettari
avranno la rivincita

Chierici, sacrestani e fanatici della confraternita giustizialista non sanno più che pesce pigliare. La sentenza d’appello ha affossato definitivamente la Trattativa e ha assolto, per non avere commesso il fatto, i tre uomini dello Stato – Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno – ai quali una boiata pazzesca, spacciata per l’inchiesta del secolo, ha sottratto più di dieci anni di vita. Ma il loro smarrimento durerà due o tre giorni. Fra poco tornerà in campo il circo mediatico di Massimo Giletti, Andrea Purgatori, Sigfrido Ranucci e le cose si rimetteranno a posto. Antonio Ingroia, Nino Di Matteo e Roberto Scarpinato – i magistrati che hanno imbastito il processo, ricevendo in cambio onori e gloria – torneranno in televisione, ai loro posti di combattimento; riprenderanno il filo della trama..

Quel che resta
di Palermo: nulla

Non soffermatevi sui cumuli di immondizia che ammorbano la periferia e anche le strade del centro. Non fissate lo sguardo sullo scandalo dei Rotoli, con le mille bare accumulate sotto un capannone e spesso sventrate dal caldo che non dà pace ai vivi e nemmeno ai morti. Non badate allo strazio del traffico né alle scempiaggini di un assessore che vuole imporre alla città rivoluzioni che la città non accetta. Evitate pure di guardare le erbacce che invadono i marciapiedi perché nessuno le estirpa e chiudete un occhio – ma senza finirci dentro – davanti alle buche che nessuno ripara. Evitate anche di lamentarvi per la Tari che raddoppia o per la carta d’identità che non si riesce a rinnovare. Fatevi solo una domanda: che cosa resta di Palermo? Nulla...

Les petits riens
amate dai giudici

Mozart amava chiamarle Les petits riens. E alle piccole cose dedicò pure un balletto che desse corpo e anima alle frivolezze. Non sapeva, il genio, che les petits riens sono la materia dominante della Corte dei Conti, alla quale spetta il controllo di ogni spesa della Regione. Ieri, dopo nove anni, i giudici d’appello hanno condannato due ex presidenti – Lombardo e Crocetta – a risarcire il danno provocato alla finanza pubblica con l’assegnazione della segreteria generale a Patrizia Monterosso, esterna all’amministrazione. Una quisquilia nel mare degli sprechi. C’è lo scandalo Bigotti: cento milioni in fumo. C’è lo scandalo termovalorizzatori, il cui blocco ha dirottato verso proprietari delle discariche qualcosa come sedici miliardi. Ma queste vicenduole sfuggono – dura lex sed lex – al controllo della Corte. Meglio mostrare i..

I travestimenti
di un funambolo

Se vedete da lontano un puntino nero che si agita nel mare tempestoso della politica siciliana e non sa come rammendare i danni che ha provocato all’immagine del suo partito; se vedete un balilla impapocchiare una lunga intervista per dire che lui non ha detto ciò che ha detto e per rivendicare stima e amicizia da parte di chi non lo degna nemmeno di uno sguardo; se vedete un bullo che tenta di elevarsi al rango di statista; oppure vedete un funambolo che, nel teatrino delle finzioni, pretende addirittura di indossare­ la nobile feluca dell’ambasciatore; ebbene, ricordatevi che siete di fronte a un ennesimo travestimento di quell’assessore regionale che due settimane fa, da Palazzo d’Orleans, insultava chiunque non la pensasse come lui. E che, a coronamento delle sue tesi, impreziosiva..

Gli inconsolabili
della pandemia

Più nefasti della pandemia ci sono quelli che, da quasi due anni, gettano il picchio sui contagi, che piangono tutto il giorno su morti, ricoveri e terapie intensive. Lo annotava Pigi Battista, attento osservatore dell’Huffington Post. Il suo bersaglio erano soprattutto quei giornalisti che aspirano sempre al peggio: “Diminuiscono i contagi? Sì, ma solo se si sottolinea che sono diminuiti i tamponi. Aumentano i contagi? Allarme, allarme! E neanche un accenno all’aumento dei tamponi”. Sono i professionisti del catastrofismo. Sono quelli che intervistano senza sosta medici e virologi, infermieri e barellieri; che tengono un filo diretto coi commissari e coi primari; che cercano avidamente chiunque possa far cadere una lacrima sulla loro penna. Non ditegli che prima o poi questa terribile sventura finirà. Stramazzerebbero al suolo e non si riavrebbero..

L’allegra lottizzazione
dell’emergenza Covid

Verrà il giorno in cui la Corte dei Miracoli che governa la Regione dovrà rendere conto di tutte le spese fatte in questi venti mesi per fronteggiare il Covid. Spese imposte dall’emergenza, certo, ma spesso – troppo spesso – dosate con il criterio che le consorterie spagnole chiamavano “de la corda longa”: quella utilizzata dal potere politico per favorire gli amici, i leccaculisti, i galoppini dei territori che potranno più facilmente garantire un voto di consenso. Pensate, hanno lottizzato persino i cartelli che da qualche giorno martellano sull’opinione pubblica per convincere i resistenti a vaccinarsi. E allora diciamolo: neanche la Napoli dei Gava e di Achille Lauro, al tempo del colera, riuscì a trasformare l’emergenza sanitaria in una via traversa del clientelismo elettorale. La Sicilia dei bulli e dei balilla,..

Gerenza

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