Repubblica: il Governatore sepolto dai suoi fallimenti

Ma ci avete fatto caso? Il discorso alto e colto di Nello Musumeci, ieri a palazzo d’Orleans, è stato sottolineato da un silenzio inquietante. Se non fosse per il solito De Luca, abile a cannoneggiare, il “passo di lato” del governatore è stato pressoché ignorato dai suoi alleati, ormai stanchi di sentirsi dire che le sorti della Regione si decideranno altrove. A Roma. E – a parte i quattro leccaculisti d’ordinanza – nessuno, nemmeno in Fratelli d’Italia, si è azzardato a esprimere una parola di sostegno nei confronti del fu (quasi) presidente, che non ne vuol sapere di mollare la presa. Nemmeno di fronte al fatto compiuto – i fischi di Taormina – che lui stesso ha ritenuto un complotto ordito da una claque di “dodici persone” (una dichiarazione che fa..

Due ore di gloria anche per i due figuranti d’Orleans

Del “cerchio magico” di Nello Musumeci – oltre agli immancabili Razza e Armao – fanno parte un paio di figuranti. Sono stati fra i primi depositari delle confessioni del governatore, che lunedì pomeriggio s’è sfogato con loro, anticipando il succo della dichiarazione che qualche ora dopo, alla mostra di Sant’Agata, avrebbe scombussolato la politica siciliana: “Tolgo il disturbo”. Marco Falcone e Manlio Messina, oltre alla comprensibile delusione per il rischio (paventato) di poter perdere il loro presidente, hanno beneficiato per qualche ora del riverbero delle sue parole. Il tempo strettamente necessario ai giornali per rilanciare l’ipotesi di una loro candidatura (in prima persona!) per palazzo d’Orleans. La prima reazione di Marco Falcone, la cui lontananza da Mirabella Imbaccari forse gli ha fatto montare un po’ la testa, all’agenzia sul passo..

Palazzo d’Orleans: il teatro dell’azzardo all’ultima scena

Non faccio per dire, ma oggi voglio darmi un tono e citare, manco a dirlo, quel sant’uomo di Blaise de Pascal. Le ragioni della mente mi dicono che Nello Musumeci è al capolinea, che i fischi di Taormina annunciano già i titoli di coda, che la sua forsennata campagna per la ricandidatura è stato un miserabile flop, che persino la Meloni non sopporta più la sua gnagnera. Ma le ragioni del cuore mi suggeriscono, timidamente, che il Governatore resterà in sella, che il suo proposito di togliere il disturbo è nient’altro che una sceneggiata o, meglio, un altro capitolo della fiction che lui e le tre macchiette che lo circondano – il Bullo, il Balilla e il Corazziere – recitano da oltre quattro anni a Palazzo d’Orleans. Dicono di volere..

Giusto Catania,
un assessore trombato
e pure maleducato

Mai voglia il Dio dell’Umanità, della Civiltà e della Buona Creanza (ma anche quello delle Città e dell’Immensità) che i social dedichino apposite pagine alle tempeste telematiche che sono genere già purtroppo liberamente e troppo liberalmente praticato in gran parte del web da utenti disumanamente, incivilmente e screanzatamente specializzati. L’ultima s’è scatenata sulla pagina facebook di Giusto Catania, ex assessore all’Ambiente e alla Mobilità del Comune di Palermo che proprio non ha digerito il responso delle urne alle ultime amministrative palermitane che l’ha visto (causa sbarramento percentuale per la sua lista) fuori dal consiglio comunale, nemmeno uno strapuntino nel settore della nuova opposizione. Vorrei vedere, direte. A chi mai piace perdere? Eppure, bisogna saper perdere, come cantavano Dalla e i Rokes a Sanremo la bellezza di 55 anni fa. Catania..

Gerenza

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