Palermo. La riverenza
di un rettore
al potente ricercatore
di Giuseppe Maria Del Basto
Massimo Midiri, dal novembre dell’anno scorso riverito e applaudito rettore dell’Università di Palermo, ha sventolato su Repubblica la bandiera della legalità e della trasparenza. Costretto a parlare di quel gigantesco scandalo nazionale che fa riferimento ai concorsi truccati – sono 191 gli indagati, dalla Lombardia alla Sicilia, tra ricercatori, professori, prorettori e rettori con accuse di truffa, abuso e associazione a delinquere – il Magnifico ha detto di avere già avviato le innovazioni necessarie per contrastare la tirannia e la consorteria dei baroni: giorno verrà in cui i commissari saranno designati per sorteggio e non più per patteggiamenti di stampo mafiosesco. Buoni propositi, naturalmente. Vanificati purtroppo da una notizia che la dice lunga sul costume e il malcostume dell’Ateneo palermitano. Un ricercatore di Giurisprudenza, dopo un lungo periodo di aspettativa..