Ribellarsi per capriccio: la lezione più bella di Battiato
La morte di Battiato mi fa tornare alla mente una vecchia storia. La voce del padrone, anno 1981, è uno dei dischi italiani più belli di sempre, un capolavoro di musica, parole, arrangiamenti, un miracolo che ruppe gli schemi. Fu il primo disco a superare il milione di copie e, di fatto, consacrò Battiato. Battiato, per quanto folle possa sembrare, odiava quel disco. Odiava soprattutto Centro di gravità permanente. Col tempo, nei concerti, di quel disco concedeva pochissimo. Sapeva di deludere il pubblico ma pazienza. Con La voce del padrone i discografici pensarono di avere trovato la gallina dalle uova d’oro. L’anno successivo si aspettavano un album fotocopia, un altro disco da un milione di copie. Battiato, spiazzandoli, uscì con L’arca di Noè, album ostico con l’unica eccezione di Voglio..