Incarichi e conflitti d’interesse
Le accuse dell’Antitrust a Sgarbi

“È un colpo di teatro”. Vittorio Sgarbi in purezza. Sale sul palco de La Ripartenza, l’evento milanese organizzato dall’amico Nicola Porro, e ha pienamente coscienza del cinema che sta per mettere in moto. Esaminato l'affaire Sgarbi, appare difficile sostenere che "con la cultura non si mangia". Sedici, in tutto, gli incarichi e le poltrone, oltre a quella di sottosegretario alla Cultura del Ministero guidato da Gennaro Sangiuliano. E una considerevole lista di attività tra ospitate televisive, lectio magistralis, conferenze e interventi a vario titolo come critico d'arte lautamente pagati con cachet d'oro, in barba alla legge Frattini che vieta "attività professionali in materie connesse alla carica di governo”, versati a società direttamente riconducibili al suo capo segreteria al dicastero e collaboratore di stretta fiducia, Nino Ippolito, e alla sua compagna..

Salvini gira a vuoto attorno a se stesso. Evaporando

Sembra la postura dell’uomo forte, che ancora conta e incide qualcosa, amplificata dai titoloni guadagnati con lo spartito della disumanità. O almeno è questo quel che vuole trasmettere Matteo Salvini col suo messaggio cattivo all’Italia cattivista, sperando che voti e che lo voti. E poco importa che Ilaria Salis non prese d’assalto i gazebo della Lega: “Non può insegnare”, che poi non c’entra niente, ma va bene così, nel tentativo di scavalcare a destra non solo Giorgia Meloni ma financo Victor Orbán. E si potrebbe scrivere un trattato, ma non è neanche una notizia, su questa storia per cui si chiede riservatezza e garantismo per le inchieste domestiche mentre valgono il guinzaglio e chiave buttata per gli attivisti dei centri sociali. Sembra, dicevamo, perché in verità Salvini è un prigioniero,..

Perché gli agricoltori protestano
e non hanno torto. Cinque motivi

C’è chi cerca di cavalcarne la protesta, in Italia come nel resto d’Europa, mettendo nel mirino l’Unione europea e il suo Green Deal. Ma gli agricoltori che hanno tolto i trattori dai campi per metterli in strada e nelle piazze di mezzo continente portano avanti una protesta causata da diversi fattori, non solo dalla contrarietà verso le nuove norme europee strumentalizzata da certe forze politiche. Se ne contano almeno cinque: dalla riforma, appunto, della Politica agricola comune in senso green, ai danni causati dai cambiamenti climatici. Dalla concorrenza dei prodotti provenienti da fuori il mercato comune ai costi lievitati per colpa della guerra. Senza dimenticare le decisioni prese dai rispettivi governi – in particolare Italia e Germania – che hanno aumentato le tasse e ridotto gli aiuti. Insomma, gli agricoltori..

Minchiario e scemenze leghiste
sulle oscene catene di Ilaria Salis

La Lega, flessibile nel suo approccio garantista, sa diventare inesorabile, specialmente quando l’accusato non è di suo gradimento. Così sul caso di Ilaria Salis, la giovane insegnante tenuta in catene al processo in Ungheria, Matteo Salvini e i suoi hanno messo in chiaro che non hanno intenzione di partecipare al presunto processo di canonizzazione in corso nel dibattito politico e sui media. Poco importa se le immagini di un’imputata con le “ganasce” a mani e piedi siano inaccettabili a prescindere, al netto del pronunciamento che i giudici produrranno sull’aggressione ai danni di alcuni estremisti di destra di cui la donna è accusata. Presunzione di non colpevolezza e Stato di diritto, questi sconosciuti: i leghisti preferiscono continuare con dichiarazioni sferzanti nei confronti dell’insegnante, come se fossero in competizione per il miglior..

Stampa e regime. Moralismi e cortocircuiti di Repubblica

In quanto giornale-partito, con una robusta proprietà editoriale e industriale e finanziaria alle spalle, Repubblica ha legittimamente deciso di fare una sua campagna forte, vibrante, contro il governo e la maggioranza usciti dalle urne e dal voto parlamentare. Le domande contro Berlusconi erano dieci, i conflitti di interesse sono cento. È la moltiplicazione dei pani e dei pesci liberal. Il fondamento è come sempre passare dal controllo di legalità, che è già un modo di trasformare la funzione della giustizia in ideologia, al controllo di moralità, che fu ed è un aggrapparsi a tutto, perfino al vecchio e squalificato “comune senso del pudore”, per colpire l’avversario politico del partito-giornale e costruire il contesto che rende possibile la persecuzione in giudizio intesa come ordalia benpensante invece che come prassi secondo la..

La via dell’Africa è giusta,
il problema è percorrerla

Brutalizzando la sintesi: il famoso piano (Mattei) non c’è ancora, come non c’è stato finora nonostante i ripetuti annunci, se per piano s’intende un elenco di progetti concreti, accordi siglati, cronoprogrammi, stanziamenti. Però la cornice politica assunta è quella giusta: l’idea cioè che il futuro dell’Europa, come opportunità, si gioca in Africa, a maggior ragione nella fase storica segnata dalla guerra in Medioriente e dall’offensiva di Vladimir Putin, che ne ha fatto il secondo fronte della sua guerra asimmetrica. E l’idea che l’Italia possa e voglia esercitare, in Europa e come cerniera mediterranea, un ruolo, per collocazione e vocazione. Continua su Huffington Post

Schlein e la Rai. La lottizzazione logora chi non la fa

Ella, cioè Elly, l’ha detto con chiarezza: “Il Pd non starà a guardare” la destra che lottizza la televisione di stato. Ecco. Giusto. “Organizzeremo un sit-in alla Rai per difendere la libertà di stampa e il valore di un servizio pubblico che non può essere TeleMeloni”. Il 7 febbraio. Dunque: girotondo attorno al cavallo (morente) di Viale Mazzini. Ora, a parte le sciocche ironie sul fatto che il 7 febbraio inizia Sanremo e dunque il palazzo Rai di Viale Mazzini sarà all’incirca vuoto, a parte questo dettaglio insignificante, la questione della protesta è seria. Per capire infatti l’amarezza e la contrarietà contenuta in queste parole della segretaria del Pd bisogna ricordare che durante tutti questi anni di lottizzazione generalizzata, l’onorevole Schlein e i dirigenti del Pd, da Paolo Gentiloni a..

Cinema. È morta Sandra Milo
La musa di Fellini aveva 90 anni

È morta Sandra Milo, aveva compiuto 90 anni nel 2023. Si è spenta nella sua abitazione e tra l'affetto dei suo cari come aveva richiesto. Lo ha reso noto la famiglia. Sandrocchia, come l'aveva soprannominata Federico Fellini per il quale è stata una musa, è stata una delle attrici più popolari del cinema italiano. Nata Salvatrice Elena Greco a Tunisi, da padre siciliano e madre toscana, esordì sul grande schermo al fianco di Alberto Sordi in "Lo Scapolo", di Antonio Pietrangeli. Il nome d'arte venne scelto in seguito ad un servizio fotografico per il giornale "Le Ore" dal titolo "La Milo di Tivoli", il paese scelto come sfondo per gli scatti. Continua sull'Huffington Post

La fantastica impresa di Sinner
Primo slam italiano dopo 48 anni

Quella che Jannik Sinner ha appena fatto a Melbourne è la storia del tennis e, più in generale, del nostro sport. Il ventiduenne altoatesino ha trionfato per tre set a due nella finale dell'Australian Open giocata contro il russo Daniil Medvedev, diventando il primo italiano a vincere il Grande Slam australiano, nonché il primo in assoluto della sua carriera. Un match giocato sul filo dei nervi, durato quasi quattro ore, dove Sinner si era ritrovato in svantaggio di due set a zero. Poi, la rimonta. Superando anche le fatiche dell'intero torneo, che si sono fatte sentire proprio nel match più importante anche per via di una logica emozione, il tennista italiano è sempre rimasto concentrato dimostrando nervi d'acciaio e imponendosi con il risultato finale di 3-6, 3-6, 6-4, 6-4, 6-3...

I trattori fanno sul serio e
puntano a paralizzare l’Italia

“Siamo nella stessa barca”, dice Fratelli d’Italia agli agricoltori ‘traditi’ che bloccano le strade. “Il nemico comune sono le regole europee”, che strangolano il settore. Ma quelli non la pensano così. E oggi a Orte, sulla A1, hanno fatto il loro primo blocco autostradale. L’Italia come la Francia e la Germania. “Un nuovo giorno sta nascendo. La tensione cresce. La settimana prossima ci vediamo al Sud e prendiamo una decisione molto, molto importante”, dice Danilo Calvani, leader dei Cra, Comitati riuniti agricoli, raggiunto da Huffpost. “Per sabato e domenica prossimi prepariamo delle novità. I politici stanno in difficoltà, ma non si schiodano. Fanno le riunioni col ministro in Abruzzo, ma senza gli agricoltori. C’era solo gente degli uffici. Noi siamo a pezzi, siamo stanchi, non lo nascondiamo. Ma l’adesione è..

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